Nello Musumeci passa le sue giornate a sbottare. Al governatore non è andata giù l’amara sorpresa che i 77 milioni utili a far partire la campagna anti-incendio (quest’anno anticipata di due settimane), siano bloccati dal solito iter di riprogrammazione, lungo e farraginoso, fra Palermo e Bruxelles. Le somme, in pratica, non ci sono. Ma il governatore è stato messo al corrente troppo tardi, cioè alla vigilia di un vertice operativo che lui stesso aveva provveduto a convocare. Per questo la giunta è costretta a passare al piano B: l’approvazione di una delibera che attinge al bilancio regionale per garantire i fondi previsti (utili, anche, ad assumere gli operai stagionali). Un iter, però, che necessita di un assestamento di Bilancio all’Ars, e che pertanto rischia di divenire oggetto di veti incrociati all’interno della stessa maggioranza. Messa a punto la exit strategy, però, parte il processo. Musumeci, secondo le ricostruzioni de ‘La Sicilia’, si scaglia su due dirigenti regionali, Giovanni Salerno (Corpo Forestale) e Mario Candore (Sviluppo rurale) per i ritardi. Ma soprattutto mette nel mirino un assessore, il fedelissimo Toto Cordaro.