Le cinquecento bare accatastate al Cimitero dei Rotoli scuotono le anime dei vivi. E di tutti i palermitani. Compreso l’arcivescovo Corrado Lorefice, che ha condiviso la “protesta”, indirizzando una lettera al sindaco Leoluca Orlando: “Facendomi interprete del dolore e del disagio di molte famiglie della nostra città che hanno perso un congiunto e che dopo tanti mesi sono ancora in attesa di dare degna sepoltura ai loro cari nel Cimitero dei Rotoli – scrive Lorefice – mi rivolgo a lei, affinché per quanto di sua competenza, siano trovate sollecitamente adeguate soluzioni che diano l’attesa risposta alla pietà e al rispetto dei corpi dei fedeli defunti”. L’alto prelato sottolinea che “la mancata inumazione, infatti, di un numero considerevole di salme, per tempi così eccessivamente prolungati, ha comportato nella prassi, per come è dato di constatare, soluzioni non sempre adeguate e certamente non decorose per la collocazione delle bare. A tutto ciò si aggiunga, inoltre, che il clima torrido rischia di aggravare ulteriormente i disagi anche per i fedeli che si recano a pregare nei depositi dove transitoriamente sono stipati i feretri dei congiunti. Come vescovo della Chiesa palermitana sento, pertanto, impellente l’urgenza di appellarmi alla sua ben nota sensibilità nelle questioni di ordine sociale”. Lorefice chiede “che in tempi brevi si possa risolvere positivamente questa emergenza che addolora tanti fedeli ed al contempo si possano prevedere soluzioni strutturali che ne evitino il ripetersi”.