Manlio Messina non è noto per il suo savoir-faire. Il Cavaliere del Suca, fresco di capatina a Cannes, aveva promesso (a Musumeci) di moderare i toni sui social. Ma dal vivo è addirittura peggio, come sottolinea una nota della Cgil Sicilia, che ieri ha preso parte a un incontro con gli orchestrali della Foss, l’Orchestra Sinfonica Siciliana che l’assessore al Turismo, ormai dall’anno scorso, ha affidato alle cure di un commissario straordinario.

La Cgil Sicilia – si legge in una nota – giudica “inaccettabile” l’atteggiamento tenuto dall’assessore e ne chiede le dimissioni. “Parliamo di una delle più prestigiose istituzioni concertistiche orchestrali d’Italia – scrivono il segretario generale Alfio Mannino e il responsabile del dipartimento cultura Maurizio Rosso – che vive momenti difficili legati a un contratto di lavoro scaduto da 20 anni, al contratto di secondo livello scaduto da molti anni, più altri problemi per la mancanza di regole certe che impediscono il normale svolgimento delle attività culturali”.

“L’assessore – sostengono Mannino e Rosso – invece di affrontare le questioni messe sul tavolo dai sindacati a partire da quello della definizione di regole certe, si è lasciato andare ad affermazioni di tipo autoritario e offensivo nei confronti dei lavoratori giungendo a minacciare la chiusura del teatro in caso di sciopero”. Mannino e Rosso definiscono “sconcertante” l’accaduto. “Come può un assessore al turismo parlare dei musicisti come di gente che non fa niente, che gioca?”, chiedono. “È veramente imbarazzante per la nostra regione – sottolineano – essere rappresentati da politici così arroganti”. La Cgil sollecita dunque “il ripristino di un dialogo serio e costruttivo che possa valorizzare la FOSS e le altre istituzioni culturali siciliane e metterle al centro di un progetto culturale fondamentale per la Sicilia”.

Nelle scorse settimane Messina – che è anche il fautore del riavvicinamento fra Nello Musumeci e Giorgia Meloni – aveva spiazzato tutti destinando, con una delibera apprezzata dall’intera giunta, 2,2 milioni di euro per l’allestimento di una mostra sul cinema siciliano durante il 75° Festival di Cannes, in Costa Azzurra. Una parte corposa, ma per niente dettagliata, di questo investimento era destinata alla voce ‘Ufficio Stampa e Comunicazione’ (per 219 mila euro). Uno sperpero che l’assessore dovrà spiegare all’Ars, data l’interrogazione già presentata dal Pd. Ma qui, al netto dell’operato di Messina (che forma il giudizio politico), restano i modi talvolta indegni rispetto all’istituzione rappresentata. Per molto meno l’ing. Tuccio D’Urso è finito al centro di una mozione di censura da parte dei gruppi della stessa maggioranza. Anche Messina, nei mesi scorsi, è stato ‘censurato’ dal gruppo degli Autonomisti per aver polemizzato con il sindaco di Paternò, Nino Naso, su una tappa del Giro d’Italia. Ma qui gli episodi si ripetono e nessuno interviene.