L’onorevole Giorgio Assenza, che da un paio di settimane si è insediato come membro della commissione Antimafia, è un uomo abituato a misurare le parole. Evitando – sempre – le polemiche. Quella esplosa fra il presidente della Commissione, Claudio Fava, e il deputato di Forza Italia, nonché ex direttore di Panorama, Giorgio Mulè, lo appassiona il giusto. Ma dal suo ragionamento, qualcosa emerge: “Meno dichiarazioni si fanno, meglio è – confida il deputato regionale di Diventerà Bellissima – E’ una mia convinzione personale, Fava è liberissimo di pensarla diversamente. Quando si parla di una commissione così delicata e di un’indagine particolarmente complessa come quella legata al sistema Montante, una maggiore prudenza non guasterebbe”.

Secondo lei è sbagliato il metodo utilizzato da Fava?

“Sinceramente non ho ascoltato la sua conferenza, né l’ho letta dai giornali. Ho appreso in aula che si sarebbe trattato comunque di dichiarazioni contenute e asettiche. Quindi non capisco perché l’onorevole Mulè si sia risentito”.

Cosa vi attende nelle prossime settimane?

“Cominceremo con le audizioni il 12 giugno. Ci siamo insediati solo da pochi giorni e ho visto nei colleghi la voglia di svolgere questo incarico con entusiasmo e col massimo dell’impegno”.

Quanto può essere incisivo il ruolo della Commissione regionale Antimafia?

“Io ne facevo parte anche durante la scorsa legislatura. A volte si è avvicinata a problematiche che da lì a poco avrebbero avuto valore giudiziario e sarebbero rimbalzate sulle cronache nazionali. E’ il caso del Cara di Mineo, in cui abbiamo letteralmente anticipato la magistratura. Stiamo però parlando di competenze diverse rispetto alla giustizia ordinaria. Le nostre sono indagini di tipo politico-amministrativo: ad esempio, quello che per noi della Commissione è un comportamento poco etico, non per forza deve costituire un reato”.

Si è fatto un’idea del sistema Montante?

“Io nella vita faccio l’avvocato e sono abituato a giudicare solo in base agli atti, e non agli articoli di giornale. Anche in questo caso, non appena avrò modo di analizzare gli atti e sentire tutti i soggetti interessati, mi farò un’idea. Che affiderò soltanto alle valutazioni della Commissione e non alla stampa”.