Non c’è il parlamento né il governo. Alla Regione c’è solo un presidente eletto, Renato Schifani, circondato dal vuoto. Ma la Sicilia sopravviverà. E’ sopravvissuta a Crocetta e alle sue millanterie antimafiose; ed è sopravvissuta a Musumeci e alla sua onestà-tà-tà. Ha asfaltato il Bullo, con i suoi intrighi e il suo intermediario d’affari; si è liberata del Balilla e delle volgarità che lo accompagnavano; ha raso al suolo persino l’enorme potere di Ruggero Razza, imperatore della Sanità. Resta da debellare l’imbecillità che, manco a dirlo, ha fatto capolino a Palazzo d’Orleans già nel giorno dell’insediamento, quando il neo presidente, richiamando una battuta della Thatcher, ha voluto lanciare un amorevole avvertimento ai giornali. A quelli, va da sé, ribaldi e ghibellini. Un colpo di teatro. Chissà quale dei due spin doctor – due volpi – glielo avrà suggerito.