Calogero Pumilia

Cinica Regione: beneficenza finta sì, Fratel Biagio no

In testa le donne e i bambini a sventolare le bandiere della cultura e della beneficenza. Dietro un folto, compatto, risoluto gruppo di parenti, sodali, fratelli e sorelle di Sicilia e d’Italia in marcia per il diritto alla percentuale e alla promozione dell’immagine. Pellizza da Volpedo sarebbe stato ispirato a dipingere un “Quinto Stato” della cultura farlocca e della beneficenza ipocrita. Oltre all’aspetto giudiziario e a quello politico, c’è l’inedita rappresentazione di una realtà che finora non aveva trovato una forma così perfetta e insieme nauseante, tale da suscitare una risata amara ma ancor di più una forte indignazione. In questa storiaccia ci sono tutti gli elementi per una farsesca messa in scena con gli interpreti - e in questo caso le interpreti – a fingere di mostrare sensibilità per..

Cronache da una palude chiamata politica regionale

La vicenda che coinvolge il presidente dell’Assemblea regionale ha più aspetti che vale la pena richiamare. Il primo riguarda presunte violazioni di legge. Se ne occupa evidentemente la magistratura e, come è d’obbligo in questi casi, con un bla bla che si ripete fino alla noia, devono prevalere il garantismo e la conseguente presunzione d’innocenza. L’altra questione è prevalentemente di costume e ha il tono di un vaudeville. Coinvolge donne di successo e di potere, collega denaro pubblico a interessi privati, mette in uno stesso canestro promozione aziendale e attività caritatevole – a favore dei bambini -, che strappa lacrime e suscita approvazione. Si svolge tra i palcoscenici di uno dei maggiori teatri cittadini e il Palazzo dei Normanni. Al netto delle questioni giudiziarie, questa “rappresentazione” di un mondo altoborghese..

Regione, sei ore per spartirsi gli IACP e altro sottogoverno

“Convocati alle 16 erano ancora al lavoro alle 22”. Il cronista di un quotidiano di Palermo non riesce a velare un moto di solidarietà nei confronti di undici uomini e di una donna che, in rappresentanza dei partiti della maggioranza, sono rimasti così a lungo chiusi in una stanza per “spartirsi” gli Istituti Autonomi Case Popolari, i consorzi universitari e alcuni degli enti parco. Hanno così ridato, spiega uno di loro, “governance ad enti di primo piano superando la stagione dei commissari”. La notizia sarebbe insignificante, la solidarietà eccessiva, l’indignazione fuori luogo. Quelle brave persone, al termine del loro gravoso impegno, saranno magari state convinte di aver messo un tassello alla tenuta della maggioranza, di avere assolto al ruolo per il quale sono state elette. Del resto, cosa dovrebbero fare..

Agrigento. L’acqua nemica della cultura: colpa di Empedocle

Due cose con Agrigento non si prendono. L’acqua e la cultura. Per capire le ragioni del primo dissidio occorre risalire ad Empedocle, al quale venne in mente di inserire l’acqua tra i quattro elementi che, mescolandosi, provocano amicizia o contesa. Da quel momento è stata l’acqua a determinare il contrasto che ha investito in modo permanente la città. Da sempre, infatti, arriva raramente e se arriva non trova la direzione giusta, finendo, anziché nei rubinetti, nei posti più diversi e improbabili. Anziché dissetare crea problemi. In questo “meraviglioso” anno della cultura si è infiltrata sul palcoscenico e sulle poltrone del teatro Pirandello, ha vagato per le strade alla ricerca dei tombini murati dalla colata di asfalto e di recente ha trasformato in acquitrino una delle piazze centrali, di fronte all’ufficio..

Landini o Schlein: a chi il trofeo di miglior perdente?

Una battaglia sbagliata. Una sconfitta certa. Col senno del poi risulta quanto sia stato azzardato ricorrere al referendum su argomenti pure importanti ma non tali da suscitare una mobilitazione vasta e un interesse condiviso, trasformandoli peraltro in uno scontro politico, nel possibile avviso di sfratto a Meloni e alla sua maggioranza. Azzardato anche perché era del tutto evidente che il ricorso a quell’istituto, tranne pochissime eccezioni, negli ultimi anni non ha avuto successo. Avventato ancor più dopo la esclusione dal voto della proposta di autonomia differenziata, del tema che sarebbe stato immediatamente percepito di grande rilevanza per l’unità del Paese e avrebbe messo in difficoltà la destra. La sconfitta è evidente ed ogni tentativo di velarla, di provare ad attenuarne il peso è pretestuoso ed inefficace. Certo hanno votato quattordici..

Il Pd e la testarda scelta di incoronare un perdente

Anthony Barbagallo ha vinto quella improbabile vicenda che da mesi si svolge nel generale disinteresse e che hanno chiamato “congresso”. Barbagallo rimane così alla guida del Partito democratico in Sicilia. Ha vinto con il 60%, come egli dichiara, o con meno del 50% come sostengono altri. Ché i numeri, all’interno di quella forza politica, pare siano meno che un’opinione. Se a loro si fosse fatto riferimento, se se ne fosse tenuto conto, il nostro non avrebbe dovuto essere riproposto. Forse vale la pena ricordare gli “straordinari” successi che a lui si intestano. Nelle elezioni nazionali dell’ottobre del 2023, nell’Isola il Partito democratico ottenne il 12% a fronte del 19,4% in campo nazionale. Nelle regionali dello stesso anno prese il 12,77% e, con Caterina Chinnici candidata alla presidenza della Regione, è..

Macché cultura. Calate il sipario su Agrigento capitale

E se si chiudesse ora il “mirabile” anno di Agrigento capitale nazionale della cultura? Se si sospendesse il calendario gregoriano e i mesi fino al prossimo dicembre venissero contati a parte? È certo difficile un’operazione di questa natura. Tuttavia, bisogna trovare il modo per interrompere il flusso di eventi che continua a comporre una vicenda tragicomica. Cominciata con l’acqua piovana dentro il teatro Pirandello alla vigilia della visita del presidente della Repubblica, potrebbe terminare ora con le dimissioni del direttore artistico di quel teatro, raggiunto da indagini della magistratura. Era lì a guidarlo forse per capacità proprie, sicuramente perché quella istituzione era stata assegnata al suo partito, a Fratelli d’Italia. In Sicilia e nel Paese, più di prima, il sostegno alla cultura non appassiona molto. Interessano semmai le sue istituzioni..

Parenti e tribunali. I cortocircuiti dell’antimafia militante

Come le rondini a primavera. Tornano puntuali ogni anno, nel giorno in cui si ricordano Falcone e quanti con lui sono rimasti vittime dell’attentato di Capaci. Non c’è scampo. Pare si voglia impedire che quella memoria sia condivisa, che quell’eroe, e con lui Paolo Borsellino e tutti coloro che hanno servito e onorato questa disgraziata terra, restino fuori dagli strattoni di chi ne pretende una impropria ed esclusiva eredità, una personale, familiare custodia del loro patrimonio morale. Tornano ogni anno il fratello e la sorella. Con stile ed eleganza diversi e diversi obiettivi. Il primo, fastidiosamente eccessivo e rancoroso, sembra che sulla parentela si sia costruiti un’immagine, un’identità e il diritto di individuare quanti con lui hanno i titoli per condividere il patrimonio. E non sono molti. L’altra, la sorella,..

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