Calogero Pumilia

Dall’anatema all’abbraccio: la questione morale di Schifani

Quella respinta dall’Assemblea regionale, al termine di un breve, modesto dibattito, è stata solo formalmente una mozione di sfiducia. Chi l’ha presentata, già con poca convinzione, come un atto dovuto per segnalare una presenza esile e ininfluente, ne conosceva l’esito, consapevole perfino di pervenire ad un risultato opposto a quello sperato. Anziché svelare le pesanti contraddizioni della maggioranza, rese ancora più stridenti dalle vicende giudiziarie che hanno riguardato Cuffaro e hanno portato alla cacciata dei suoi dal governo, l’iniziativa dell’opposizione ha consentito a Schifani di nascondere temporaneamente la polvere sotto il tappeto e di ostentare l’unanime consenso dei partiti che lo sostengono. Tutti per uno, uno per tutti. Non è costato nulla, non erano in ballo questioni di potere né si dovevano distribuire dei fondi. Il voto, del resto, era..

Un vescovo nel deserto, questa politica è muta e sorda

Di altrettanto duro e determinato come il recente intervento dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, c’è l’indifferenza dei suoi interlocutori. C’è l’assordante silenzio di chi guida la città di Palermo e la Regione, l’atonia, l’indifferenza, l’assenza perfino di un formale riscontro. Nessuno di loro – in passato succedeva magari con qualche tratto di ipocrisia – ha dato segno di aver sentito le parole del presule, che dopo dieci anni di permanenza alla guida dell’Arcidiocesi ha richiamato con forza, perfino con veemenza, sicuramente in modo sapienziale “i lupi rapaci” che governano in un clima nel quale “proliferano le connivenze che continuano a distruggere la nostra Isola”. Nell’ultimo suo libro, Nel segno della speranza, Lorefice ha raccolto l’esperienza maturata a Palermo e in modo profetico, con una forza analoga a quella che fu..

Giusy & Renato. Una recita sbattuta in faccia ai siciliani

Si sono dati convegno al Teatro Pirandello di Agrigento per scambiarsi doni, per autocelebrarsi, per dirsi quanto sono bravi, solerti e attenti. L’assessora al Territorio aveva immaginato di riconoscere i meriti di quanti pongono attenzione al territorio, per nominarli “ambasciatori dell’ambiente”. Casualmente come primo meritevole è stato individuato il presidente della Regione. “Tu mi nomini ed io ti premio”, potrebbe essere il titolo di una banale pièce teatrale. Così il nostro è stato insignito tra gli applausi dei Fratelli d’Italia e dell’intera classe dirigente della Città dei Templi, che si appresta a chiudere il mirabolante anno di Capitale della cultura. Dalle immagini della cerimonia si scorge Schifani senza imbarazzo, composto e serioso come sempre che, accettando il riconoscimento, non si lascia scappare da ridere, circondato dai numerosi “clientes” locali che,..

Schifani tra il galateo dei deputati e la “roba” di Cuffaro

Dopo le vicende giudiziarie che hanno riguardato la Nuova Democrazia cristiana, ci risiamo. Sull’assessora al Turismo pende una richiesta di rinvio a giudizio, ma questa volta, al contrario di quel che è successo due settimane fa, Schifani dichiara che può restare al suo posto. Compie questa scelta il giorno stesso nel quale ha regalato a tutti i deputati la copia di un libro del segretario generale del Senato, il Codice parlamentare. Prima di inviarlo ai suoi colleghi, Schifani lo avrà letto, ritrovando del resto molte cose che già conosceva per essere stato presidente di quel ramo del Parlamento. Oltre a conoscerle, le avrà interiorizzate e fatte proprie, a cominciare dal richiamo, non solo ai senatori ma a tutti coloro che svolgono funzioni legislative, a comportarsi con disciplina e onore, come..

Ma di Cuffaro, dentro questa Regione, non ce n’è uno solo

In queste storie che da parecchi giorni interessano l’opinione pubblica, la Democrazia cristiana non c’entra. Quel partito ha concluso la propria esperienza nel 1994. Ne rimane la memoria, si può continuare a manifestare il giudizio per i meriti e le responsabilità che ha avuto in più di cinquant’anni. La Democrazia cristiana appartiene alla storia. Quella che porta il suo nome oggi è una formazione diversa, legata al nostro tempo, delimitata territorialmente, priva delle radici del partito di De Gasperi, di Moro e di Piersanti Mattarella, animata da un tentativo del tutto improbabile di far rivivere un’esperienza compiuta. Qualche volta sono stato chiamato a partecipare ad iniziative della Nuova Democrazia cristiana per raccontare le vicende del passato alla luce della mia esperienza. In quelle circostanze non ho mai nascosto la convinzione..

Il Ponte? Nelle mani di Salvini non poteva che finire così

Se quelli del Partito democratico, tutti, senza distinzione, non vogliono contare nulla, se hanno deciso di indurre i pochi che pervicacemente restano ad andar via, se Schlein, nel suo “trionfale” viaggio verso Palazzo Chigi, non ha bisogno dei voti dei siciliani, lasciamoli fare, magari assistendo divertiti e increduli allo spettacolo penoso e farsesco che da tempo mettono in scena nell’indifferenza generale. Perché intestardirsi a seguire qualcosa che non ha alcun senso politico, semmai solo esistenziale? Ieri si è riunita la direzione di mezzo partito, presieduta da una inviata di Roma, e contemporaneamente è stato a Palermo Bonaccini, il presidente nazionale, con l’altra metà, impegnato in altre iniziative. Più che una forza politica, sembra un teatrino di periferia. Ma si divertono così, crogiolandosi nella loro beata incoscienza, con la sventatezza di..

Attenti allo Zen. Se tutto è mafia niente è mafia. O no?

La visita della Commissione regionale antimafia allo ZEN può rivelarsi utile. Può segnalare l’attenzione delle istituzioni per una zona della città dalla quale sono venuti gli autori dei più recenti episodi di efferata criminalità e dove marginalità ed enormi problemi sociali contribuiscono a generare violenza. Può servire una seduta “aperta alla cittadinanza, alle istituzioni, alle associazioni, per aiutare lo ZEN a reagire”, come ha detto Antonello Cracolici. Al netto di qualche evidente nota populista, è opportuno che si esca dal “Palazzo” per andare nei luoghi del malessere, per far sapere ai suoi abitanti che non sono soli, che si ascoltano le voci di chi vive in un contesto nel quale il legame tra loro e lo Stato, se mai è esistito, è diventato esile al punto da apparire inesistente. È..

Soldi non spesi. Perché sono inutili le strigliate di Schifani

Nel bilancio della Regione per investimenti c’è poco e quel poco viene anche sprecato. I finanziamenti europei non si spendono o si spendono solo in parte e tutte le volte che questo brillante risultato viene alla luce, i politici strillano, buttano la palla in curva, attribuiscono ad altri la responsabilità, alla burocrazia in particolare, che di sua ne ha tanta. Chiamano in causa i dirigenti da loro stessi nominati. È successo nel passato e puntualmente capita anche ora per i fondi del PNRR. Schifani e la sua giunta hanno scelto i vertici dei dipartimenti a febbraio scorso, con criteri che certo non hanno tenuto conto della competenza di ciascuno, ché se poi quella c’era, bene, in ogni caso non risultava uno dei requisiti richiesti, per lo meno non il più..

Noi e lo Zen. Le parate non servono, bisogna ricostruire

Tutto ciò che contribuisce a tutelare la sicurezza dei cittadini di Palermo è utile, purché non si riduca solo a un esercizio di repressione. Le misure di controllo — zone rosse, DASPO, maggiore presenza delle forze dell’ordine, coordinamento più efficace — possono avere un effetto immediato, ma non bastano a cambiare le condizioni che generano la violenza. I risultati ottenuti dal presidente della Regione e dal sindaco nell’incontro con il ministro dell’Interno potranno rassicurare, per un momento, chi vive nel centro della città. Ma restano soluzioni parziali, che agiscono sulla superficie del problema e rischiano di offrire alla politica un alibi di efficienza, senza incidere sulle cause profonde. Il nodo vero è capire se i provvedimenti annunciati potranno servire anche allo ZEN e agli altri quartieri esclusi, dove la paura..

Gerenza

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