Calogero Pumilia

Oggi sposi ai quattro Canti. Perché lì tutto è una friggitoria

La pensata è stata geniale. In qualsiasi altro posto, il rinfresco sarebbe costato e poi un luogo così dove lo trovavano? Nel “Teatro del Sole”, accanto a una delle quattro fontane, si poteva mettere un banchetto e lì offrire la torta, brindare e prendere il caffè con gli amici invitati al matrimonio, al tramonto di una giornata primaverile, con un clima particolarmente gradevole. Per qualche ora, del resto, una postazione in più tra le tante che da lì si dipartono verso il Teatro Massimo, occupando quasi per intero la strada, che a passarci devi fare a gomitate, non impattava per nulla. Lì, in via Maqueda, si ingurgita cibo di strada o, con più eleganza, street food. Lungo di essa, a poco prezzo, si consumano le prelibatezze della tradizione di una..

1768 giorni di carcere, di giustizia, di umiliazioni e speranza

1768 giorni sono stati quelli trascorsi in carcere da Totò Cuffaro. “1768 giorni” è il titolo del documentario di Marco Gallo, proiettato di recente in un cinema palermitano. Questo numero indica il tempo assegnato dalla giustizia all’ex presidente della Regione per scontare i reati che gli sono stati attribuiti e chiudere così il conto con lo Stato e con la società. Molti o pochi sono stati calcolati da coloro ai quali la nostra Costituzione affida la funzione di applicare le leggi. Sono stati evidentemente tanti per chi li ha contati in una cella, pochi per chi avrebbe voluto un castigo a vita da continuare a scontare, magari fuori dal carcere, mantenendo il segno indelebile della colpa che nella civiltà giuridica, dai tempi di Beccaria, le nostre istituzioni non prevedono. Il..

Quelle facce straniere servivano al Pd per perdere meglio

Di Chinnici non vale la pena di continuare a scrivere. Si tratta di una modesta vicenda di opportunismo che banalmente la protagonista tenta di giustificare con il suo moderatismo incompatibile con un partito di sinistra, in particolare dopo la vittoria alle primarie di Schlein. Se ne accorge dopo nove anni di permanenza al Parlamento Europeo eletta da quel Partito e dove è stata comodamente per due legislature naturalmente componente del gruppo socialista. Ma il Partito democratico come sceglie i propri candidati per palazzo d’Orléans e per alcuni tra i maggiori comuni dell’Isola? Sarebbe normale che una forza politica preparasse per tempo tra i propri militanti i competitori per rappresentarla, individuandoli tra quelli dotati di una identità forte, con idee e progetti elaborati nel tempo e con una storia che li..

Tra la Chinnici e Schifani ci sarà uno scambio di valori

La notizia dell’abbandono del Partito Democratico di Caterina Chinnici, fosse vera, sarebbe di enorme portata e susciterebbe smarrimento e tanta umana pietà. Altro che il transito di Cancelleri verso Forza Italia! È talmente incredibile, comunque, da non dover essere vera. E dopo averci riflettuto per qualche attimo ho capito che le cose non stanno così come vengono proposte. Non siamo in presenza di un volgare episodio di trasformismo. È impossibile pensare che una “icona”, con una storia familiare e personale di quel genere baratti dignità e prestigio in cambio di qualcosa – un terzo mandato al Parlamento europeo? - Ma mi facciano il piacere! Direbbe Totò. Come può mai capitare che una donna così intransigente sul piano morale, per professione adusa a fare rispettare leggi e pandette, severa, impregnata di..

Cancelleri, una festa del perdono per tutti i berluscones

Avevano pensato di metterlo in prima fila, accanto al padrone di casa. La festa era anche e principalmente per lui. Per Cancelleri che faceva il suo ingresso “nella famiglia dei valori”. Poi capirono che sarebbe stata preferibile la seconda fila. L’evento andava celebrato, ma senza gli eccessi berlusconiani, ché non è più tempo. Collocato alle spalle di Schifani, Cancelleri era in buona posizione per i riflettori e le riprese ma non proprio esposto come un trofeo. Così poteva meglio riflettere sulle “valutazioni errate” del passato – sono le sue parole, come quelle sulla famiglia dei valori – e confermare il proponimento di non continuare a sbagliare. Era cambiato, anche se avvertiva che la via della redenzione qualche problema ancora glielo creava dentro. Mentre ascoltava l’inno che fino a tempo prima..

Dalla Dc a La Russa: la Costituzione non va interpretata

Fu Alcide De Gasperi, capo del governo provvisorio, nell’aprile del 1946, a stabilire con decreto che il 25 dello stesso mese divenisse festa a “celebrazione della totale liberazione del territorio nazionale” dall’occupazione nazifascista. In un messaggio immediatamente successivo, lo stesso De Gasperi chiese ai capi partigiani di adoperarsi per “superare lo spirito funesto della discordia e lasciar cadere i risentimenti e l’odio”, perché quel giorno fosse per tutti la ricorrenza della libertà riconquistata dopo vent’ anni di dittatura e l’inizio di un nuovo percorso lungo il quale sarebbe stata costruita la democrazia e garantita la concordia di tutti sui valori della Resistenza. De Gasperi dal fascismo aveva avuto il carcere e l’esilio, aveva subito lo scioglimento e la messa fuori legge del Partito popolare del quale, dopo Luigi Sturzo, era..

Non bastavano due improvvisatori a far rinascere il centro

Si erano giurati lealtà ed erano spergiuri seriali. Avevano ritenuto di modificare l’equilibrio politico del Paese, spezzando il bipolarismo ed erano improvvisatori senza progetto, né visione, né prospettiva. Dovevano intercettare i voti dei moderati e dei benpensanti ed erano intemperanti giocatori d’azzardo. Avevano deciso che uno si intestava la guida del nuovo partito e l’altro collaborava defilato ed erano due gigioni incapaci di rimanere lontani, anche per un giorno, dal palcoscenico del chiacchiericcio politico. Si erano impegnati a vestire i panni severi dei protagonisti della tradizione azionista e repubblicana e sono rimasti due esagitati, specialisti nel collocare trappole e con una gran dose di furbizia che è quella “virtù” buona a creare successi effimeri ma che viene facilmente scoperta. Come era prevedibile, si dice così ed è proprio brutto, Calenda..

Lezione ai politici: sui diritti civili non servono toni sguaiati

Sui diritti civili la politica si divide più che su tutto il resto. Più che sull’economia e su altre questioni pure essenziali per la vita dei cittadini. È normale che sia così. Il tema dei diritti, di quelli che sono ora in discussione, richiama aspetti etici e morali di estrema importanza, interpella la coscienza di ciascuno, suscita interrogativi, spacca le stesse forze politiche. Chi scrive per esempio qualche problema lo avverte sulla maternità surrogata, come lo avvertono molti cattolici che militano nel Partito democratico. Esistesse un clima più pacato, meno avvelenato dalla contrapposizione e meno sfigurato dall’arroccamento ideologico ed identitario, su questo e su altro ci si dovrebbe confrontare con maggiore serenità per tentare di trovare un terreno d’incontro che non coincida necessariamente con il perimetro della maggioranza o dell’opposizione...

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