Calogero Pumilia

Quelle allegre comari che sfregiano i martiri dell’antimafia

Oggi, mercoledì 19 luglio, ricorrenza della strage di via D’Amelio, promette di essere una gran bella giornata di lotta. Non contro la mafia, ché quella può stare tranquilla, se la può perfino ridere. Sarà uno scontro duro tra le rumorose, combattive associazioni che scenderanno in campo l’una contro l’altra, per stabilire chi è più antimafioso, chi non ha i titoli per partecipare alle manifestazioni, chi può stare con chi, chi deve essere fischiato o allontanato. Tutto questo potrebbe avvenire in memoria di un uomo che fu sempre un severo, composto esponente delle istituzioni, un magistrato al quale tutti potevano guardare con ammirazione e fiducia e al quale non fece mai velo la propria posizione politica. Come è successo negli anni passati e ancor più dopo il prologo del maggio scorso,..

Un’estate militante in Sicilia? Pochi l’hanno vista arrivare

Schlein ha scelto di iniziare l’“estate militante” dalla Sicilia con due incontri a Enna e a Palermo. Ha riunito i quadri dirigenti del Partito democratico per una riflessione sul PNRR e sulla autonomia differenziata, due questioni tra loro in qualche modo legate. La prima rappresenta un’occasione imperdibile per far recuperare alla Sicilia competitività con le regioni del Centro-Nord, per farle superare il divario sulle infrastrutture e sulla qualità dei servizi, per raggiungere l’obiettivo lontano e difficile della coesione nazionale. La autonomia differenziata, se attuata, consacrerà la divisione del Paese tra zone ricche e zone povere, ribadirà l’esistenza di una comunità all’interno della quale convivono cittadini che solo formalmente hanno gli stessi diritti ma nella sostanza vivono e continueranno a vivere in condizioni molto diverse. Saranno divisi, come si dice spesso,..

Realtà e finzioni. Intestiamo a Silvio il ponte che non c’è

Il “repito” è durato a lungo e probabilmente proseguirà. È stato talora autentico, più spesso ha assunto la natura di una grande recita, di una messa in scena ad opera di quasi tutte le emittenti televisive e di gran parte della stampa con ricordi, giudizi, elogi talmente sperticati da diventare imbarazzanti. Per una settimana la presenza di Berlusconi è stata ridondante, eccessiva, accompagnata dalla devozione dei suoi seguaci e dei suoi beneficiati, segnata da cori da stadio, da tifoserie con bandiere e tamburi di chi continuava ad idolatrarlo e dai giudizi di chi continuava a contestarlo in modo ancor più netto come controcanto dei cori assordanti degli osanna. È stata un’isteria mediatica, priva di misura, una manifestazione propriamente berlusconiana, al punto da lasciare immaginare che il regista di tutto ciò..

Orestiadi, un inno alla cultura da quasi mezzo secolo

Se un Festival arriva alla sua quarantaduesima edizione significa che ha saputo resistere con la capacità di rinnovarsi costantemente. Se questo avviene in Sicilia dove spesso anche le migliori intenzioni, le più belle iniziative hanno un respiro corto, se infine sopravvive ormai da molti anni alla morte di chi vi ha dato inizio, vuol dire che la Fondazione Orestiadi con le sue iniziative si è affermata come una realtà imprenscindibile nel panorama culturale della nostra terra. Domenica, nel corso della Marina di Libri di Palermo, abbiamo presentato il festival. Diretto da Alfio Scuderi e con la presenza di artisti di notevole valore, si conferma come il polo del contemporaneo in Sicilia, capace di attrarre l’interesse di tanta gente che a Gibellina incontra il teatro insieme ad altre iniziative nel settore..

Cristo s’è fermato a Caltabellotta ma la politica non lo sa

Questa volta voglio scrivere di politica, lasciando perdere il Partito democratico, la destra, l’Assemblea regionale che ozia, la Giunta che non governa perché non ha la possibilità di farlo né un programma da realizzare. Voglio scrivere di quello che dovrebbe essere uno dei temi veri del dibattito e del confronto pubblico, che viene sfiorato e poi lo si lascia cadere perché assorbiti, i nostri rappresentanti, dai conflitti, dai contrasti di potere e dalla esigenza di catturare i consensi. Tutto normale e legittimo, se collegato ad un disegno, ad un progetto, per usare un termine aulico ad una visione, ma che da solo diventa privo di valore, inadeguato a collegare gli interessi e le speranze della gente alle scelte di chi governa o comanda. Voglio scrivere di politica con la P..

Di sconfitta in sconfitta. Ritratto di un Pd che non c’è più

Il centro-destra vince anche in Sicilia. Stravince unito, diviso, e perfino con i partiti che lo compongono in contrasto tra di loro. Vince perché, al di là degli accordi locali, talora confusi e contraddittori, trasmette forza. Vince perché è radicato nella società e perché al suo interno è in grado di cogliere a man bassa i candidati, creare aspettative e sollecitare consensi. Vince in una realtà nella quale con le risorse pubbliche si sostenta un notevole numero di cittadini e chi le gestisce proietta, ha sempre proiettato, l’immagine di chi dispensa favori anche quando assicura diritti. I beneficiari dell’uno e degli altri sono indotti a preservare, a conservare il rapporto con coloro che il beneficio o il diritto assicurano. Quanti sono fuori da queste tutele e fuori da tutto, in..

Mattarella, Mannino e la svolta democristiana del ‘83

Pochi giorni fa ad Agrigento, alcuni di coloro che avemmo una qualche parte o comunque partecipammo al congresso regionale della Democrazia cristiana, che si svolse proprio in quella città nel febbraio del 1983, ci siamo incontrati, per ricordare quell’evento e ribadirne l’importanza nella storia della Sicilia e del partito che allora aveva la maggioranza dei consensi ed era alla guida della Regione. Sollecitati da Enzo Di Natali e dalla sua associazione Evangelium Vitae, Rino La Placa, Enrico La Loggia, Angelo La Russa, Calogero Mannino e chi scrive abbiamo cercato di mettere in risalto l’esito di quel congresso che segnò una cesura nella storia della formazione dei cattolici per ciò che riguardava il rapporto di alcuni suoi settori con la mafia. Esso si svolse nel momento in cui le accuse da..

Caso Colosimo. Come la politica ha svuotato l’antimafia

Se alla sua presidenza non fosse stata eletta una parlamentare con discutibili frequentazioni, della ricomposizione della Commissione antimafia non si sarebbe parlato, o la notizia sarebbe stata liquidata in poche righe, come un evento di scarso interesse. Del resto pochissimo rilievo ha avuto la sua mancata composizione, nei lunghi mesi trascorsi dall’insediamento delle nuove Camere. C’è voluta una scelta inopportuna, a conferma, peraltro, della volontà del governo di procedere con il criterio dell’“abbiamo vinto e pertanto comandiamo” e di andare avanti senza prestare alcuna attenzione alle numerose proteste e non mettendo minimamente in conto l’intesa con le opposizioni. Le quali, peraltro, in spregio di ogni logica, non hanno partecipato alla votazione, uscendo anche dall’aula, per poi rientrarvi per ottenere due vicepresidenze. La vicenda ratifica l’irrilevanza di un organismo che continua..

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