Calogero Pumilia

Il Pd e la testarda scelta di incoronare un perdente

Anthony Barbagallo ha vinto quella improbabile vicenda che da mesi si svolge nel generale disinteresse e che hanno chiamato “congresso”. Barbagallo rimane così alla guida del Partito democratico in Sicilia. Ha vinto con il 60%, come egli dichiara, o con meno del 50% come sostengono altri. Ché i numeri, all’interno di quella forza politica, pare siano meno che un’opinione. Se a loro si fosse fatto riferimento, se se ne fosse tenuto conto, il nostro non avrebbe dovuto essere riproposto. Forse vale la pena ricordare gli “straordinari” successi che a lui si intestano. Nelle elezioni nazionali dell’ottobre del 2023, nell’Isola il Partito democratico ottenne il 12% a fronte del 19,4% in campo nazionale. Nelle regionali dello stesso anno prese il 12,77% e, con Caterina Chinnici candidata alla presidenza della Regione, è..

Macché cultura. Calate il sipario su Agrigento capitale

E se si chiudesse ora il “mirabile” anno di Agrigento capitale nazionale della cultura? Se si sospendesse il calendario gregoriano e i mesi fino al prossimo dicembre venissero contati a parte? È certo difficile un’operazione di questa natura. Tuttavia, bisogna trovare il modo per interrompere il flusso di eventi che continua a comporre una vicenda tragicomica. Cominciata con l’acqua piovana dentro il teatro Pirandello alla vigilia della visita del presidente della Repubblica, potrebbe terminare ora con le dimissioni del direttore artistico di quel teatro, raggiunto da indagini della magistratura. Era lì a guidarlo forse per capacità proprie, sicuramente perché quella istituzione era stata assegnata al suo partito, a Fratelli d’Italia. In Sicilia e nel Paese, più di prima, il sostegno alla cultura non appassiona molto. Interessano semmai le sue istituzioni..

Parenti e tribunali. I cortocircuiti dell’antimafia militante

Come le rondini a primavera. Tornano puntuali ogni anno, nel giorno in cui si ricordano Falcone e quanti con lui sono rimasti vittime dell’attentato di Capaci. Non c’è scampo. Pare si voglia impedire che quella memoria sia condivisa, che quell’eroe, e con lui Paolo Borsellino e tutti coloro che hanno servito e onorato questa disgraziata terra, restino fuori dagli strattoni di chi ne pretende una impropria ed esclusiva eredità, una personale, familiare custodia del loro patrimonio morale. Tornano ogni anno il fratello e la sorella. Con stile ed eleganza diversi e diversi obiettivi. Il primo, fastidiosamente eccessivo e rancoroso, sembra che sulla parentela si sia costruiti un’immagine, un’identità e il diritto di individuare quanti con lui hanno i titoli per condividere il patrimonio. E non sono molti. L’altra, la sorella,..

Il nulla succede al nulla: è il congresso regionale del Pd

Il Partito democratico in Sicilia è suo e ne fa quello che vuole. Barbagallo è candidato a succedere a se stesso, senza rivali. Nessuno pare voglia competere in un match truccato e con l’arbitro di parte. Il nulla succede al nulla. Con l’avallo e il sostegno della segretaria nazionale, alla quale il partito non interessa affatto. Le interessa, eccome, la sua fazione. Alla faccia di una formazione che banalmente si ostina a definire “plurale”. Schlein non ha dato alcun seguito ai reclami, non ha tenuto conto della violazione delle regole interne, non ha accettato alcuna mediazione. Ha respinto anche quella che si sarebbe potuta concretare con Cracolici, uno che l’aveva votata, non appartiene alla cosiddetta “area Bonaccini”, ha prestigio e storia sufficienti per provare a rianimare il partito. La segretaria..

Ma lo Spirito santo sa cogliere lo spirito del tempo

…Poi lo Spirito sconvolge previsioni e auspici e la Chiesa compie scelte impreviste. Arriva così il Papa americano e decide di chiamarsi Leone XIV. Nel nome, come si sa, c’è il destino. Sceglie riferimenti e modelli lontani, forse anche quello di chi fermò Attila alle porte di Roma. Più probabilmente riprende la via tracciata da un Papa che alla fine del XIX secolo chiese ai cattolici di lasciare il recinto dei dogmi e dei rancori, di aprirsi alla umanità perché la forza della Chiesa non risiedeva nel regno che le era stato strappato, ma nel Vangelo e nelle sue Beatitudini. Spiegò ai cattolici che erano fratelli dei poveri nel mondo, degli sfruttati, dei deboli, delle “misere plebi”, di tutti coloro che il capitalismo sfrenato e senza regole aveva privato dei..

“Noi e lo Zen”. La comoda antropologia degli incolpevoli

Me li sarò magari meritati. Ma nella vita di privilegi non ne ho avuti pochi. L’ultimo, forse il più rilevante: vivo in uno dei posti più belli di Palermo, giusto a fianco del Teatro Massimo, nella piazza dedicata a Giuseppe Verdi. Non mi si fraintenda comunque. Il privilegio non è di stare a lato dello straordinario monumento di Basile. Non sono la vista del suo colonnato, della sua cupola e del suo frontespizio a rendere più serena la mia vecchiaia. Il vero, ineguagliabile beneficio è quello di potere svoltare l’angolo e trovarsi immerso nella più grande “friggitoria” – copyright del direttore di questo giornale – della città, e tra le maggiori del mondo. Questo è quello che mi si dovrebbe davvero invidiare: l’essere immerso in una enorme cucina, dalla quale..

La “rivoluzione” di un Papa venuto dalla fine del mondo

È morto il Papa venuto da lontano, privando la Chiesa di una guida sicura e nuova nella sua storia millenaria. Privandola di una voce che richiamava al senso autentico del messaggio evangelico, indicando a tutti la via della salvezza. Non c’è più chi ha aperto le porte anche a coloro alle quali erano sbarrate perché lontani dalla dottrina cattolica. Non c’è più l’uomo che ha visto un Dio misericordioso unico per tutti e del Figlio del quale ieri per l’ultima volta ha riaffermato la resurrezione. La Chiesa è priva di colui che ha avviato una riforma profonda e difficile, che non poteva eliminare tutte le incrostazioni di una realtà millenaria. Francesco è stato il Pontefice che con più forza degli altri ha percorso le vie del mondo, cercando di riconciliarlo..

De Gasperi a Washington: un esempio di dignità per Giorgia

Oggi Giorgia Meloni incontra il presidente degli Stati Uniti d’America per indurlo a rivedere la sua posizione sui dazi e più in generale sul rapporto con l’Europa e con l’Italia. Non ha molte possibilità di successo, il nostro presidente del Consiglio, con un uomo sbilenco, instabile e pericoloso, per il quale amicizia e affinità ideologica non hanno valore alcuno. Del resto, è questo il senso del sovranismo, che ciascuno pensa per sé, ignorando che la solidarietà rende forti, l’egoismo indebolisce e genera conflitti. Speriamo bene. Tutti i nostri capi di governo dal dopoguerra hanno incontrato il presidente del Paese leader del mondo occidentale. Tutti hanno dovuto fare i conti con il suo ruolo e la sua forza. Tutti sono andati, come si è detto in questi giorni, a “baciare la..

Province, 12 anni di disastro creato dal compagno Crocetta

Dopo dodici anni, le Province siciliane saranno rette da organi scelti con le elezioni di secondo grado, quelle alle quali partecipano solo gli amministratori comunali e non i cittadini. Sarà un passo avanti rispetto alla gestione commissariale e chiuderà un lungo periodo iniziato all’insegna del “dagli alla politica!”. Le Province vennero abolite nel 2013 in Sicilia e nell’anno successivo nel resto del Paese. A quel tempo, non essendo ancora nota la motosega di Milei, si fece ricorso all’accetta, per abbattere i costi, si disse. L’idea originaria era del Movimento 5stelle che della politica conosce poco, ma sull’antipolitica, a quel tempo in particolare, non lo batteva nessuno. Gli altri partiti, deboli e impauriti, non volendo apparire abbarbicati alle sedie e dissipatori del denaro pubblico, si sono accodati. Iniziò così una delle..

Gerenza

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