Giuseppe Maria Del Basto

La cultura siciliana? Un impasto di pagnotte e pagnottisti

Varchi la soglia di Palazzo dei Normanni e scopri che l’ufficio del Presidente dell’Assemblea regionale è la tana di Sabrina De Capitani, l’ape regina di scandali e affari che, con un colpo di mano avallato dal suo santo protettore, si è impadronita della Fondazione Federico II e voleva pure agguantare Agrigento Capitale. Vai al Teatro Massimo e ci trovi Marcella Cannariato, una allegra salottiera che mentre stregava, con le sue feste, Renato Schifani e Roberto Lagalla, si dedicava – si legge nel dossier della procura – non solo alla beneficenza (con i soldi degli altri) ma anche e soprattutto alla corruzione. Transiti dal Politeama, sede dell’Orchestra Sinfonica e ci ritrovi Marianna Amato, indagata per i traccheggi con Gaetano Galvagno, il golden boy di Fratelli d’Italia che ora pensa di pulirsi..

Ma il sondaggio su Schifani non dice tutto ciò che ci aspetta

Renato Schifani non sta attraversando una stagione favorevole. Man mano che passa il tempo e si avvicinano le prossime elezioni i nodi vengono al pettine e l’ordinaria amministrazione non basta più. Si è visto con i cantieri della Palermo-Catania. Sembrava tutto tranquillo. Poi c’è stato il Colossale Ingorgo e la rabbia della gente ha spezzato in un colpo solo il noioso tran tran del governo regionale, con tutta la sua atavica irrilevanza e il suo cronico immobilismo. Diciamolo: il governatore della Sicilia è accerchiato. A parte le imprecazioni degli automobilisti costretti in autostrada a code di venti chilometri, c’è il malessere dei Coltivatori diretti che non vedono soluzione alla siccità che avanza; ci sono i costruttori edili che denunciano l’inarrestabile trasferimento al nord di risorse destinate alle opere pubbliche del sud...

Sanità: il cambio dell’assessore non ferma il disastro. Anzi

Un mese da Faraoni. L’Asp di Palermo, la più grande e ricca della Sicilia, aspetta la nomina del nuovo manager senza il quale non esiste programmazione. Ma Daniela Faraoni, assessore regionale alla Sanità, ha ancora bisogno di tempo per stabilire chi sarà il suo successore. In compenso puntella – senza rossore, bisogna pur dirlo – il traballante Ferdinando Croce, il direttore dell’Asp di Trapani che nel giugno del 2024 sa già di avere un arretrato di 3000 referti istologici ma firma un contratto per partecipare al premio “Massimo Troisi” di Salina, Eolie. E’ molto probabile – si sussurra ai piani alti dell’assessorato – che la Faraoni abbia vecchi obblighi di riconoscenza verso Ruggero Razza, suo predecessore negli uffici di piazza Ziino e padrino politico dell’intoccabile Croce. Sarà. Il suo primo..

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