Giuseppe Maria Del Basto

Rancoroso? Il governatore sa anche essere romantico

I cattivi – e noi tra quelli – si sollazzano, giorno dopo giorno, a rovesciare su Renato Schifani aggettivi a dir poco ingenerosi. Ripercorrendo la sua alta dimensione di statista prestato alla politica, i reprobi – e noi tra quelli –  insistono nel descriverlo come un personaggio dotato di grande talento ma all’un tempo afflitto da un carattere rancoroso, permaloso, persino malmostoso, addirittura livoroso. Giudizi che ieri, in un battibaleno, sono stati spazzati via da un post, tenero e romantico, pubblicato su Facebook e con il quale il presidente della Regione ha voluto recuperare, a dispetto delle malelingue, le tonalità della dolcezza, dell’incanto, dell’ispirazione, della poesia. Altro che cinismo del potere. Ascoltate: “A chi in queste ore sulla stampa estera invita a diffidare della #sicilia per le imminenti vacanze estive..

Giornalismo. C’è chi fa gli scoop e chi si limita a premiarli

Cronista dell’anno. Non poteva esserci riconoscimento più meritato per Mario Barresi, il giornalista che lunedì sera a Palazzo Sant’Elia è stato festeggiato da tutte le organizzazioni di categoria, dall’Ordine professionale all’Associazione della stampa. L’inviato de La Sicilia vanta al suo attivo non pochi colpi da maestro: ha rivelato lo scandalo di Cannes e dei milioni regalati dalla Regione a un avventuriero lussemburghese; ha messo a nudo i traccheggi dell’ex assessore alla Sanità, Ruggero Razza, per annettere l’Oasi di Troina al feudo elettorale della sua amatissima moglie, Elena Pagana; e ha scoperchiato lui – sì, proprio lui – il pentolone maleodorante di SeeSicily, pieno delle milionarie scempiaggini architettate dall’ex assessore al Turismo, Manlio Messina, per arruffianarsi, con i soldi di tutti noi, i padroni di Mediaset, i vertici Rai e i..

Il consorzio autostrade ingrassa un clan di pagnottisti

L’ultimo scandalo di questa Regione bacata e ormai totalmente in mano agli affaristi, arriva da Messina. Lo firma l’ingegnere Dario Costantino, direttore generale del Consorzio Autostrade Siciliane, il quale assegna la cospicua cifra di 53 mila e 900 euro a una confraternita di pagnottisti, con sede a Palermo per avere in cambio – udite, udite – un supporto sui social: per postare cioè su Facebook, su Instagram o su Whatsapp qualche post con notizie e curiosità relative alle tre autostrade che, tra tanti buchi di bilancio e tante buche nell’asfalto, collegano Palermo a Messina, Catania a Messina e Siracusa a Gela. L’ingegnere Costantino ha firmato il decreto il 19 maggio scorso e, per ammansire la vergogna, si è fatto coprire le spalle dal geometra Baldassare Arrigo che, manco a dirlo,..

Comunicazione: parola magica per pagnottisti e avventurieri

Quando in un articolo di legge, in un disegno di legge, in una delibera o in un decreto notate la parola “comunicazione”, alzate il livello di guardia: dietro quella parola si nasconde una mangiatoia della quale alcuni assessori regionali si servono per foraggiare pagnottisti, avventurieri, servi sciocchi, speculatori. Per arruffianarsi giornali e giornaletti, gruppi editoriali e intellettuali, o sedicenti tali, che non vedono l’ora di trovare un padrone di fronte al quale scappellarsi. Ricordate le grandi imposture di SeeSicily? Il progetto faraonico dell’assessorato al Turismo doveva dare slancio all’economia dell’Isola, doveva incrementare le presenze e offrire garanzie agli albergatori in un periodo nero come quello del Covid. Ma quasi tutti i soldi, oltre ventitré milioni di euro, se ne sono andati in “comunicazione”. Sono finiti cioè nelle casse di Mediaset,..

Duomo ‘ngrato. Schifani al penultimo banco, dietro Miccichè

Per favore non mostrate a Renato Schifani, il reuccio di tutte le Sicilie, la foto scattata dentro il Duomo di Milano nel giorno dei funerali di Stato, celebrati in gloria e memoria di Silvio Berlusconi. E soprattutto non ditegli che il suo posto a sedere era due file di banchi più indietro rispetto a quello di Gianfranco Miccichè, il suo incubo delle notti, il suo callido e irredimibile nemico. Fate finta di niente. Non sottolineate lo sfregio stigmatizzato da quella foto, non insinuate il dubbio che lui è costretto a stare in piedi per farsi notare, mentre Miccichè, come tutti gli altri, sta comodamente seduto e per giunta, due file più avanti. Evitategli uno scatto d’ira o un travaso di bile. Usate, se potete, dei pannicelli caldi. Inventatevi dettagli, anche..

Come il cuore di Palermo è diventato un’immensa friggitoria

E’ passato quasi un anno dal giorno in cui Roberto Lagalla è diventato sindaco di Palermo e riesce veramente difficile pensare che in tutto questo tempo non abbia mai percorso a piedi via Maqueda, il cuore del centro storico consacrato, dal suo predecessore, al Dio Pedone. Uno spettacolo disgustoso, un odore di fritto insopportabile, un suk tra i più lerci, uno spazio monumentale sottoposto ad ogni sfregio, una enclave senza legge per clandestini e bancarellari, un’invasione senza regole di sedie e tavolini, un’offesa a chiunque si avventuri a camminare lungo quella strada credendo di trovarsi in una società civile. Altro che rigenerazione urbana. La Palermo di via Maqueda – con la sua storia, le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi irripetibili quattro canti – non esiste più. Una classe..

Troppe ombre. Togliete il turismo dalle mani dei patrioti

Lo scandalo di Cannes era solo un assaggio, un antipasto della grande abbuffata. Due documentatissime pagine pubblicate oggi da La Sicilia, a firma di Mario Barresi, raccontano lo scempio dei settantacinque milioni stanziati dalla Regione per l’ambizioso progetto SeeSicily e distribuiti dal Balilla, senza regole né avvedutezza, ai soliti noti: da Mediaset alla Rai, da Ballando con le stelle alle imprese editoriali di Urbano Cairo. La banalissima scusa era la promozione del turismo negli anni aridi e spaventosi del Covid; promozione che di fatto ha registrato un clamoroso fallimento: meno del due per cento della spesa è servito allo scopo fissato dalla legge. I complici sono stati il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo cerchio magico, non ultimo quel Marco Intravaia, giovane virgulto di Monreale, che era il..

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