Giuseppe Maria Del Basto

Come il cuore di Palermo è diventato un’immensa friggitoria

E’ passato quasi un anno dal giorno in cui Roberto Lagalla è diventato sindaco di Palermo e riesce veramente difficile pensare che in tutto questo tempo non abbia mai percorso a piedi via Maqueda, il cuore del centro storico consacrato, dal suo predecessore, al Dio Pedone. Uno spettacolo disgustoso, un odore di fritto insopportabile, un suk tra i più lerci, uno spazio monumentale sottoposto ad ogni sfregio, una enclave senza legge per clandestini e bancarellari, un’invasione senza regole di sedie e tavolini, un’offesa a chiunque si avventuri a camminare lungo quella strada credendo di trovarsi in una società civile. Altro che rigenerazione urbana. La Palermo di via Maqueda – con la sua storia, le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi irripetibili quattro canti – non esiste più. Una classe..

Troppe ombre. Togliete il turismo dalle mani dei patrioti

Lo scandalo di Cannes era solo un assaggio, un antipasto della grande abbuffata. Due documentatissime pagine pubblicate oggi da La Sicilia, a firma di Mario Barresi, raccontano lo scempio dei settantacinque milioni stanziati dalla Regione per l’ambizioso progetto SeeSicily e distribuiti dal Balilla, senza regole né avvedutezza, ai soliti noti: da Mediaset alla Rai, da Ballando con le stelle alle imprese editoriali di Urbano Cairo. La banalissima scusa era la promozione del turismo negli anni aridi e spaventosi del Covid; promozione che di fatto ha registrato un clamoroso fallimento: meno del due per cento della spesa è servito allo scopo fissato dalla legge. I complici sono stati il presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo cerchio magico, non ultimo quel Marco Intravaia, giovane virgulto di Monreale, che era il..

Regalate una bussola a Renato Schifani perché si è perso

Livesicilia ha scritto che è finita la luna di miele. Noi, che siamo forse un po’ più spietati, diciamo invece che il disastro – con la frana della Sanità e gli scandali che affiorano sempre più numerosi – si deve essenzialmente a Renato Schifani, un governatore che purtroppo non sa dove si trova. A maggio, per il suo compleanno, regalategli una bussola. Confonde Palazzo d’Orleans, sede della presidenza del Regione, dove si riversano tutti i mali della Sicilia, con Palazzo Giustiniani, dove viveva quando era presidente del Senato. I tre mesi abbondanti del suo governo stanno lì a dimostrarlo. Al Senato doveva semplicemente fare il guardiano del regolamento: a chi dare la parola, a chi toglierla. Da presidente della Regione ha invece da governare una macchina amministrativa molto complessa e..

Schifani scopre dopo tre giorni la voragine della sanità

Chissà dov’è stato nelle prime tre giornate di sciopero il presidente della Regione, Renato Schifani. Forse a pranzo o a cena o ad una festa con i suoi fraternissimi amici della clinica Maddalena, una delle più famose e potenti strutture ospedaliere della Sicilia. Certamente non è andato in giro per ambulatori e presidi sanitari, dove avrebbe potuto rendersi conto in quale voragine è precipitata la sanità governata dalla Regione. Si è accorto del problema solo oggi, quando oltre tremila operatori delle strutture private e dei laboratori di analisi si sono riversati in piazza Ottavio Ziino per chiedere a gran voce, e con slogan pesantissimi, le dimissioni dell’assessore al ramo, incapace persino di rispondere a una interrogazione parlamentare. Vista l’imponenza della manifestazione, il presidente si è reso conto che non poteva..

“Me ne frego”. Nessuno ferma il Balilla che spadroneggia

E’ stato per tre anni l’arrogante padrone del Turismo. Ha inaugurato la funesta stagione dello “Spendi & spandi”. Ha lucidato, con i soldi di tutti noi, i bilanci di Mediaset e di Urbano Cairo, quello del Giro d’Italia e del Giro di Sicilia. Col pretesto della stampa e propaganda ha distribuito carrettate di denaro pubblico alle faccette nere della sua parrocchia. Pensate: ha dato 70 mila euro a un pagnottista di sua fiducia per allestire la “comunicazione” del Sicilia Jazz Festival. Non solo. L’anno scorso ha messo in scena una scandalosa passerella alla mostra cinematografica di Cannes, pagando a peso d’oro una società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo; e quest’anno voleva replicare alla modesta cifra di altri 3,7 milioni di euro, suscitando non solo i dubbi e l’indignazione..

Irfis. Il mistero di una nomina fatta senza sapere perché

Chissà quale folgorante intuizione ha spinto un mese fa Renato Schifani a nominare Tommaso Dragotto alla presidenza dell’Irfis. Una piacevole cena a casa di amici? Un curriculum imprenditoriale ineguagliabile e strabiliante? Ah, saperlo. L’unica cosa certa è, in questo minuscolo affaire, che Dragotto, 84 anni, proprietario chiassoso e un po’ narciso della Sicily by Car, importante società di autonoleggio, ha lasciato in fretta e furia il prestigioso incarico. Perché? Su Repubblica di ieri l’uomo che Schifani aveva chiamato al vertice dell’Irfis per ristorare l’economia siciliana ha spiegato l’improvvisa rinuncia con gli impegni di Sicily by Car, la sua azienda. “Sto fondando Sbc Europe – ha detto – apriamo in Croazia, Polonia, Austria, Montenegro e in estate potremmo quotarci in Borsa. Irfis ha bisogno di una presenza costante”. Tutto chiarito dunque?..

Giuliano Ferrara su Giorgia e gli sbroccati della destra

"Gli sbroccati della destra, ecco il vero problema di Giorgia Meloni". Comincia così la riflessione di Giuliano Ferrara sul 'Foglio', all'indomani delle dichiarazioni (e rivelazioni) di Giovanni Donzelli che, oltre al ministro della Giustizia Nordio, hanno messo in imbarazzo pure la presidente del Consiglio. "Lei - prosegue Ferrara - si è seduta su un divano di similpelle simildraghi, scelta razionale, profilo efficace di una gavetta di totale successo, dal Colle Oppio a Palazzo Chigi in dieci annetti e senza passare dal “via”, come si dice a Monopoly, ma in questa sospensione tra l’icona del banchiere occidentale e le memorie almirantiane ecco comparire il fantasma dello sbroccato, effettivo e anche potenziale: non solo il giovane Donzelli, monolocalizzato con il sottosegretario Delmastro, anche per non essere costretto alla vita dolce e notturna..

Alla Regione c’è un governicchio che gioca a mosca cieca

Mi dispiace di non avere a portata di mano la cultura scoppiettante del collega di Livesicilia, e di non potere quindi criticare Giorgia Meloni e la sua corte di patrioti con una robusta e croccante citazione di Leone Tolstoi. Cercherò comunque di arrangiarmi con i miei mezzi, con il mio linguaggio, con le poche cose che so. Quale autorevolezza potrà avere da ora in poi un presidente della Regione che, insultato e segnato a dito da Manlio Messina, il Balilla che per tre anni ha occupato il Turismo, finisce poi per ubbidire ai suoi diktat, diramati, manco a dirlo, dal quartiere generale di Fratelli d’Italia? E quale autorevolezza potrà avere l’assessore Francesco Scarpinato, anche lui di Fratelli d’Italia, cacciato dalla porta del Turismo tra mille sospetti e rientrato miracolosamente dalla..

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