Il programma era accattivante: cari turisti se venite in Sicilia e vi fermate almeno due notti, la terza notte ve la regaliamo noi. Il Balilla battezzò quella idea con un nome fascinoso, carico di estro e un pizzico di ruffianeria: SeeSicily. Con la benedizione di Nello Musumeci, presidente della Regione, e con la protezione di Francesco Lollobrigida, potente cognato di Giorgia Meloni, mise a disposizione del progetto più di settanta di milioni. Mobilitò i più intonati trombettieri del reame e diede avvio alla più costosa e maestosa campagna pubblicitaria mai messa in piedi dall’assessorato al Turismo. Tutto per il bene della Sicilia, si dirà. Macché. Di quella montagna di soldi solo il due per cento – ripeto: il due per cento – avrebbe raggiunto i veri destinatari, cioè gli albergatori che hanno regalato la terza notte ai turisti. La parte di gran lunga più consistente e scandalosa è servita al Balilla, stando a un primo rendiconto, per commissionare abbondanti e costosissimi spot a Mediaset e alla Rai; per pagare faraoniche manifestazioni apparecchiate dalla Gazzetta dello Sport e dall’impero mediatico di Urbano Cairo; per ingaggiare testimonial di ogni spessore e qualità, da Eleonora Abbagnato a Nicole Grimaudo;  per inventarsi festival con uffici “stampa e comunicazione” da trentamila euro a botta, saldati pronto cassa all’amico di Capaci o ad altri pagnottisti della nota confraternita delle faccette nere; per spendere e spandere in ogni angolo del mondo, su tutte le latitudini, ma soprattutto con strutture e uomini da sempre vicini al prodigioso e opaco mondo dei patrioti.

Diciamolo. See Sicily è stato un lungo bagno di spreco e di clientelismo, una interminabile campagna promozionale costruita a immagine e somiglianza del Balilla, una grande abbuffata, una esorbitante mangiuglia, per dirla con il linguaggio di Rosario Crocetta, un personaggio forse da rimpiangere se paragonato alla gentuzza arrivata dopo di lui a Palazzo d’Orleans. Fino all’altro ieri non se ne coglieva la dimensione. Poi è scoppiato lo scandalo di Cannes, lo sporco affare dei sei milioni e passa destinati a una società del Lussemburgo per organizzare due passerelle alla Mostra del Cinema della Croisette. E lì si è disvelato l’inganno. L’incarico che il Balilla ha affidato alla Absolute Blue senza gara d’appalto è stato una irregolare trattativa tra compari, si legge nella sentenza scritta dai giudici del Tar. Ma le carte, sequestrate dalla Guardia di Finanza nei giorni in cui è esploso lo scandalo, erano state consegnate, già prima che si pronunciasse il Tar, sia alla procura della Repubblica di Palermo sia alla procura della Corte dei Conti. Non resta che aspettare gli avvisi di garanzia e il successivo sviluppo delle indagini. L’unica certezza emersa finora, dopo un rapido sguardo agli “atti relativi”, è che SeeSicily, con il misero due per cento finito nelle tasche degli albergatori, è stato un grande bluff. Una gigantesca operazione di allegro, allegrissimo malgoverno. Inventato per la gloria – politica, va da sé – del Balilla e del suo padrino Lollobrigida.