Giuseppe Maria Del Basto

Alla Regione c’è un governicchio che gioca a mosca cieca

Mi dispiace di non avere a portata di mano la cultura scoppiettante del collega di Livesicilia, e di non potere quindi criticare Giorgia Meloni e la sua corte di patrioti con una robusta e croccante citazione di Leone Tolstoi. Cercherò comunque di arrangiarmi con i miei mezzi, con il mio linguaggio, con le poche cose che so. Quale autorevolezza potrà avere da ora in poi un presidente della Regione che, insultato e segnato a dito da Manlio Messina, il Balilla che per tre anni ha occupato il Turismo, finisce poi per ubbidire ai suoi diktat, diramati, manco a dirlo, dal quartiere generale di Fratelli d’Italia? E quale autorevolezza potrà avere l’assessore Francesco Scarpinato, anche lui di Fratelli d’Italia, cacciato dalla porta del Turismo tra mille sospetti e rientrato miracolosamente dalla..

Il boss, Ingroia, Campobello e l’invisibilità dell’evidenza

Ricordate Antonio Ingroia? E’ stato per anni la punta di diamante dell’antimafia chiodata. Con le sue inchieste ha fatto tremare i polsi agli uomini più potenti della Repubblica. Ha messo sotto torchio Marcello Dell’Utri e Bruno Contrada. Ha interrogato Silvio Berlusconi e Nicola Mancino. Per chiarire i retroscena della scellerata Trattativa tra lo Stato e i boss di Cosa Nostra ha passato a setaccio parole e opere di tre presidenti della Repubblica: da Oscar Luigi Scalfaro a Carlo Azelio Ciampi fino a Giorgio Napolitano. Ha indagato persino sui narcos annidati nella fragile repubblica del Guatemala. E’ stato erede di Giovanni Falcone e allievo di Paolo Borsellino. E’ cresciuto alla scuola di Gian Carlo Caselli. Ha sgominato cupole e cosche. Ha sbattuto in galera padrini e picciotti. Ha sequestrato patrimoni milionari...

Ma la casta perdona tutto

Copertura e solidarietà: Schifani ha risparmiato Armao e Razza. Lo schema varrà per Scarpinato?

Il nodo Razza. Cara Giorgia è qui il governo del merito?

Poche ma sentite domande per il presidente Schifani. Qual era la “stringente ragione” per cui bisognava assolutamente assegnare un assessorato a Ruggero Razza, ex imperatore della Sanità ed eminenza grigia di Nello Musumeci? Subito dopo il risultato elettorale del 26 settembre, Mario Barresi ha scritto su La Sicilia che il vecchio e il nuovo Governatore avevano stretto a Catania un patto di ferro: Razza tornerà comunque al governo della Regione. Ad ogni costo. A tutti i costi. E difatti, nella notte dei lunghi coltelli, al diktat col quale Francesco Lollobrigida, il nobile cognato, ha imposto la nomina in giunta del non eletto Francesco Scarpinato, si è unito l’ultimatum, altrettanto arrogante, del ministro Musumeci, divenuto da pochi giorni Pompiere d’Italia. Chiedeva al nuovo presidente della Regione il rispetto dei patti. Senza..

I siciliani ora sanno chi è il patriota e chi sono i barbari

Doveva essere la “gens nova”, dovevano essere gli uomini del nuovo mondo della politica. Invece si sono insediati nei palazzi del potere con arroganza e spregiudicatezza. E non sembrano avere altra missione se non quella di proteggere le loro clientele, le loro confraternite, le loro lobby. Altro che patrioti. Se ne fregano della patria e anche della Sicilia, che è un pezzo di patria flagellata dalla crisi, martoriata dal malgoverno e abbandonata al suo destino. Altro che Fratelli d’Italia. Alla resa dei conti si sono rivelati i coltelli d’Italia: il presidente Schifani componeva il mosaico della nuova giunta e loro lo scomponevano; il presidente ricuciva e loro tagliuzzavano ogni filo, ogni equilibrio, ogni intesa. Si sono mostrati insopportabili, ingestibili, inaffidabili. A cinquanta giorni dal voto c’era il rischio che tutto..

Antimafia vs antimafia nel giorno di Falcone e Borsellino

Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, moglie di Giovanni Falcone, sabato non è andato all’aula bunker dell’Ucciardone per commemorare i due magistrati simbolo della lotta alla mafia e intitolare ai loro nomi quel luogo di giustizia. Ha motivato la sua assenza con queste parole: “Non partecipo a manifestazioni in cui ci sono personaggi che non hanno nulla a che fare con i nostri amatissimi giudici”. Il riferimento pesantissimo e brumoso era al sindaco Roberto Lagalla, la cui elezione – secondo Morvillo – si deve al sostegno politico di due condannati per mafia: Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro. Ma dove non c’era Morvillo, con la sua antimafia del risentimento, c’era Maria Falcone, sorella del giudice ucciso trent’anni fa nell’attentato di Capaci. Era, come sempre, in grande spolvero: baci e abbracci con il..

Boia chi molla. L’ex cerchio magico all’assalto di Schifani

Boia chi molla. I patrioti che per cinque anni hanno spadroneggiato tra i corridoi di Palazzo d’Orleans non mollano la presa. Con Nello Musumeci erano le stelle del cerchio magico, quelle che stringevano tra le mani i conti pubblici, la sanità, i milioni del Turismo. I tre sembravano dispersi: Gaetano Armao, dopo l’ennesimo cambio di casacca, è naufragato nello zero virgola di una campagna elettorale tanto azzardata quanto sfrontata; Manlio Messina, meglio noto come il Balilla o il Cavaliere del Suca – scegliete comodamente voi – ha trovato rifugio a Montecitorio e non piritolleggia più per teatri, giri d’Italia e orchestre allo sfascio; Ruggero Razza ha alluvionato di tac e ogni altra attrezzatura sanitaria la provincia di Enna nella speranza di regalare un seggio alla moglie Elena Pagana ed è..

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