Maurizio Crippa per Il Foglio

“Sedicenti”. La reticenza che copre teppisti e terroristi

Puntuale e stupido, è arrivato il marchio “sedicenti”, cattiva roba d’antan. “Sedicenti pro Pal”, nel post di Telese. E tutto un profluvio di attenuanti generiche, so’ sedicenni, anzi so’ fascisti (“il fascismo è nelle teste”, abbiamo dovuto leggere) perché dover ammettere che il Kollettivo studentesco autonomo imparentato Askatasuna (36 denunciati) non è “di destra” è faccenda impossibile per il buon pensiero “antifascista”. Anche per il direttore della Stampa Andrea Malaguti (si rinnova la solidarietà) erano “teppisti invasati, antagonisti fuoriusciti da un corteo pro Palestina”. (Fuoriusciti, insomma sedicenti). Ma sacrosanto è il ricordo del vicedirettore della Stampa Carlo Casalegno, il primo giornalista ucciso dalle Br (allora “sedicenti” pure loro). La verità è che non solo Torino, ma molte città italiane sono minacciate e messe sottosopra dalla violenza pro Pal, e cavarsela..

Abbiamo un nuovo santo da venerare: il Black Friday

Sempre sia lodato il Black Friday, festa solenne della religione di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che preferiscono godersi la vita, essere felici, perfino socializzare con la pizza discount che non macerarsi il corpo, e dunque lo spirito, idolatrando una religione senza joie de vivre che negando il corpo nega pure l’anima. Insomma il cristianesimo manicheo e vittimario in formato cilicio, senza carne (al massimo vegan per non inquinare) che ha ridotto i beni del mondo a un demoniaco “consumo” da evitare. Vade retro sconto! Sempre sia lodato il Black Friday, del resto si celebra il venerdì dopo il Thanksgiving, quando si mangia un bel tacchino grasso alla faccia di tutte le mestizie dell’anno. Il moralismo contro i compratori da black season – cioè i cittadini..

I bimbi della casa nel bosco e l’orco dello stato etico

L’unico fattore preoccupante sono quelle 13 mila firme di una petizione in loro sostegno, quando nelle faccende di libertà individuali si infila il tribunale dell’opinione online è sempre meglio dubitare. Dei votanti, s’intende. Per il resto, perché tanto accanimento giudiziario – sono andati i Carabinieri come da Pinocchio – contro due genitori, una famiglia, che ha liberamente scelto di vivere felice, “senza stress” mettendo in pratica senza necessità di farlo sapere su Instagram i dettami spirituali e pratici che costituiscono l’iperuranio idilliaco del minimo comune pensiero moderno? Hanno tre figli, li accudiscono bene con amore, li vogliono crescere secondo la Sana dottrina: anabattisti del Terzo millennio. O i figli di Tozzi, li potremmo chiamare, il geologo col martello. Quello che insegna a non costruire, a non arginare, a non assembrarsi..

Dopo mille vaffa ai giornalisti
ora invocano la libertà di stampa

Uno dei più trafelati urlatori grillini (siano ex, post o neo grillini, quello rimangono), Dario Carotenuto, da tempo addetto – per mandato o per vocazione – al quotidiano abbaio contro le destre e specialista dell’ululato al genocidio, ha fatto la sua chiamata al popolo su X: “La libertà di stampa è un pilastro della democrazia. Quando un giornalista viene minacciato, quando un’inchiesta viene ostacolata, non è solo un individuo a essere colpito, ma il diritto di tutti a conoscere, a capire, a essere informati”. Oggi saranno in piazza a Roma, “al fianco di @SigfridoRanucci e di tutti coloro che credono in un’informazione libera e indipendente”. È la manif “VIVA LA STAMPA LIBERA!” – scritto in maiuscolo perché lo stile turpiloquente da strilloni dell’internet è rimasto nonostante le pochette – in..

La pippobaudizzazione tutta italiana della Flotilla

Eva bene, tutti indignados perché Meloni ha fatto l’ironica sulla flotilla e il relativo sciopero generale. Ma a parte che difendersi con una punzecchiatura da gente che ti accusa di complicità nel genocidio, niente meno, è il minimo sindacale; la cosa però più grottesca, nei media e nella politica italiani, è la pippobaudizzazione della flotilla. La cui crociera è finita da quattro giorni oggi, sono tutti tornati e stanno bene, ma non si parla d’altro, e si dà spazio a vip e comparsucce come quando dipartì il celebre Pippo. Una cerimonia degli addii tramutata in soap. L’impresa non c’è stata, o se anche è appena cominciata è già finita, come cantava Sergio Endrigo. Gli effetti umanitari (solo presunti) politici e geopolitici della missione della Global Sumud Flotilla non si sono..

Censura! Il grottesco allarme di Geppi ed Elio, sempre in tv

La satira è un diritto inalienabile, molto più che solo “ammissibile”, ma quando è involontaria mette malinconia, soprattutto se l’acceleratore scappa a una giornalista brava e preparata come Concita De Gregorio, che di far satira non ha intenzione e anzi prende il tutto molto sul serio. Prendiamo lei come exemplum, perché su Repubblica ha fatto la sintesi completa di quello che in tanti, e meno accreditati di lei, vanno cianciando in questi giorni. “Sto per parlare di Geppi Cucciari, Elio Germano, Massini e Montanari, di altri meno noti artisti e pensatori – una moltitudine – esclusi a priori dalla scena perché molesti, disuguali dunque privati di denari e di tribuna”. Ora. Geppi Cucciari, che ci capitò di applaudire quando infilzò come un tordo il non-lettore Sangiuliano, s’è fatta diciamo un..

Come chiameremo i grillini ora che Grillo non c’è più?

Il discioglimento dell’ex orda grillina (non propriamente orda d’oro, seppure più d’uno la povertà se la sia abolita fino al terzo mandato) nel partito trasformista autoproclamato dei “progressisti indipendenti” può senza dubbio attirare l’interesse di qualche critico studioso del grottesco, mirabile categoria d’arte ed estetica, non di più. Ma poiché a lungo toccherà convivere con il residuo della decomposizione- ricomposizione del grillismo (ricomposizione del disciolto, absit iniuria verbis, è un argomento noioso nella politica italiana), almeno a livello di comunicazione il tema “e adesso come li chiameremo?” va affrontato. E infatti più d’uno degli avvertiti nella stampa s’è già cimentato. Grillini non più, sarebbe offesa (del resto secondo Wikipedia già prima essi la ritenevano “definizione riduttiva o volutamente distorsiva”). “Stellini” è comicamente improponibile, hanno ridacchiato. Per altri “contini” sarebbe più..

Grillo e lo sproloquio dello struzzo

Il contro-discorso di Capodanno del comico che oscurava il Quirinale non c’è più. Come tutto il resto. Al guru non è rimasto niente da dire

La soffitta dei simboli inutili

E' stato il trionfo della democrazia digitale? No. Rousseau non fa più paura. Storie di macchine da consenso passate di moda

Gerenza

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