Giuseppe Sottile

Tajani stringe accordi
ma Schifani non lo sa

Repubblica racconta che Carlo Calenda era stato invitato alla convention dei giovani di Forza Italia da Antonio Tajani, più che mai intenzionato a coinvolgere il leader di “Azione” nella campagna elettorale per la Lombardia. E racconta pure che il segretario berlusconiano si è molto infastidito per la sceneggiata con la quale Renato Schifani, un habitué dei colpi d’ira, ha abbandonato la scena di San Benedetto del Tronto. E’ vero che Calenda ha espresso giudizi pesanti sul governo siciliano. Ma lo strappo del presidente della Regione ha rischiato di compromettere il dialogo avviato da Tajani per allargare il ventaglio delle alleanze. La verità è che il leader di Forza Italia non comunica a Schifani gli accordi che stringe con Salvini per i porti e con Calenda per la Lombardia. Se lo..

Tardino o Genovese:
chi è piu competente?

No, il sottogoverno non ci scandalizza. E non ci scandalizzano nemmeno i privilegi riservati ai cosiddetti “figli d’arte”: oggi si incorona la figlia di Totò Cardinale, il giorno dopo tocca al figlio di Francantonio Genovese. E’ la politica, bellezza! Paradossalmente l’unico che in piena estate ha gridato allo scandalo per una nomina è stato Renato Schifani. Il quale ha addirittura mobilitato una squadra di avvocatoni per contrastare l’insediamento di Annalisa Tardino, al vertice dell’Autorità Portuale. L’accusa? “L’ex europarlamentare scelta dal ministro Salvini non ha le competenze tecniche per ricoprire quell’incarico”. Ma ieri lo stesso Schifani ha designato alla presidenza dell’Ast il giovane Luigi Genovese, erede di un potentissimo padre. E a noi non resta che aspettare il comunicato stampa dove il governatore elencherà le competenze tecniche del prescelto.

Il partito nuovo
secondo Tajani

Ma avete visto che cosa ha combinato quel discolo segretario di Forza Italia che risponde al nome di Antonio Tajani? Invitato, fino all’altro ieri, da Marina Berlusconi, principale erede della Real Casa, a intraprendere e perseguire un radicale rinnovamento del partito, ieri ha pensato bene di fare esattamente il contrario. Si è proiettato in Sicilia, al gruppo di Palazzo dei Normanni, e ha pronunciato un discorso con il quale avalla e puntella, di fatto, il governo regionale di Renato Schifani, 74 anni, sostenuto dal cosiddetto “clan degli intramontabili”; cioè da una confraternita di potere che comprende Raffaele Lombardo, 74 anni, Totò Cardinale, 77 anni, e Totò Cuffaro, 67 anni. Un quadrilatero di Radetzky, imperante e inespugnabile da oltre un quarto di secolo, sul quale estende la sua mano santa, da..

Il Tar trasformato
in un attrezzo di scena

La notizia si può leggere dal lato caratteriale. Schifani, che si sente re della Sicilia, si ritrova all’improvviso con la leghista Annalisa Tardino a capo dell’Autorità portuale. Non l’hanno consultato. Gli parte il solito colpo d’ira e rientra dalle vacanze per chiedere al Tar la destituzione dell’usurpatrice. Poi si accorge che la nomina era stata concordata da Salvini con Tajani e ci ripensa: a Ragalna distribuisce a sorpresa elogi al ministro delle Infrastrutture e, nel giorno in cui il Tar è chiamato a decidere, rinuncia alla richiesta di sospensiva. Un dietrofront clamoroso. Che ci illustra anche l’idea di giustizia alla quale si ispira il governatore. Un mese fa il gioco delle convenienze gli suggeriva guerra e fuoco. Ieri invece amici come prima. Il Tar è stato nient’altro che un attrezzo..

L’assessore Faraoni?
Una azzeccagarbugli

La Sanità dei bluff e delle fiction non riesce a partorire il budget del 2025 e a mettere le strutture accreditate nelle condizioni di sapere qual è il loro tetto di spesa. Fino a oggi laboratori e ambulatori sono andati avanti applicando regole e cifre del 2024. L’assessore Daniela Faraoni il 27 agosto, da burocrate impenitente, ha sfornato una “circolare esplicativa” con la quale, manco a dirlo, ingarbuglia il decreto che lei stessa aveva firmato un mese prima. Ormai sembra una maledizione divina: perché anche quest’anno il budget – che dovrebbe essere preventivo – entrerà in vigore quando il 2025 sarà già al tramonto. Ammesso che entro settembre si risolva il papocchio creato dalla “circolare esplicativa”, bisognerà poi aspettare che le Asp facciano i conteggi. A occhio e croce sarà..

Quanto ci può costare
la pagnotta di Ragalna

Per una settimana Maurizio Scaglione, il grande pagnottista di Palazzo d’Orleans, ha ricicciato sui social la sua intervista a Renato Schifani, il presidente che gli ha consentito di rastrellare in un anno affidamenti diretti per oltre mezzo milione di euro. L’intervista è stata registrata a Ragalna, dove il governatore ha reso i dovuti inchini a Ignazio La Russa e a tutta la corrente turistica di Fratelli d’Italia, quella che dal Balilla arriva a Gaetano Galvagno, il golden boy sotto inchiesta per corruzione e peculato. Che il governatore si faccia intervistare dal suo pagnottista di fiducia è già un fatto anomalo. Che diventerebbe molto grave se la pagnotta di Ragalna venisse conteggiata tra i video che Scaglione dovrà consegnare a fine anno in Presidenza per onorare gli 87 mila euro che..

Cannes e il Balilla
L’inchiesta va avanti

Alcune cronache giudiziarie un po’ sciatte – o volutamente sciatte – hanno fatto credere che la magistratura palermitana abbia archiviato tutta la storiaccia di Cannes, comprese le responsabilità politiche del Balilla e della corrente turistica di Fratelli d’Italia. Invece no. Vanno in soffitta – per ora – le posizioni dei tre funzionari che hanno firmato gli atti. Ma l’inchiesta non è per niente conclusa. I pm Andrea Fusco e Felice De Benedittis aspettano i risultati delle rogatorie inoltrate in Francia dove l’ex assessore Manlio Messina, in combutta con il suo compare lussemburghese, ha sperperato oltre tre milioni di euro. Non solo. Il balilla Messina, anche se mollato dal partito, è ancora deputato alla Camera. Per indagarlo sarebbe necessaria una richiesta di autorizzazione a procedere. E ciò spiega la cautela con..

Le molte anime
di Fratelli d’Italia

Pietrangelo Buttafuoco non si arrende e torna a proporre – provocatoriamente, s’intende – la candidatura di Luca Zaia, governatore uscente del Veneto, a presidente della Regione Sicilia. Considerando gli scandali che stanno divorando la nostra autonomia, sarebbe una grazia di Dio. La proposta di Buttafuoco – un libero intellettuale di destra molto ascoltato da Giorgia Meloni – fa a pugni con la tesi di Ignazio La Russa che invece insiste per riproporre, a Palazzo d’Orleans, Renato Schifani, un suo grande protetto. In Fratelli d’Italia, un partito che credevamo compatto e granitico come una falange, ormai si incontrano e si scontrano parecchie anime. E se Nello Musumeci, ministro della Repubblica, definisce killer certi magistrati inquirenti, l’assessore Elvira Amata, sotto inchiesta per corruzione, dice: “Ho la massima fiducia nella giustizia”. Si salvi..

Il rigore che Galvagno
forse non ha praticato

Tra le dichiarazioni rilasciate ieri per onorare la memoria di Alberto Della Chiesa, massacrato 43 anni fa dalla mafia, ha assunto un particolare risalto quella di Gaetano Galvagno. Paradossalmente è saltata agli occhi prima delle parole pronunciate da Sergio Mattarella. E il motivo è semplice. Della Chiesa – ha ricordato il Capo dello Stato – “si spese con rigore” oltre che contro la mafia e il terrorismo, pure “contro l’illegalità”. Un rigore che il presidente dell’Ars non ha praticato con altrettanta determinazione. La procura di Palermo lo accusa di corruzione e le intercettazioni offrono di lui un’immagine non proprio edificante. Per carità, lo stato di diritto ci ricorda che sui sospetti deve sempre prevalere la presunzione di innocenza. Ma è difficile, anche per i garantisti, sottrarsi alla tentazione di dire..

Che cosa ci dice
la damnatio di Fede

Non gli hanno tributato nemmeno l’onore di un titolo di testa. I telegiornali di Mediaset, a differenza di quelli Rai, hanno relegato in un angolo la morte di Emilio Fede, il giornalista che non fu solo direttore e padre padrone del Tg4 ma anche un fedelissimo servitore di Silvio Berlusconi. Fu talmente sbracata la sua devozione al leader di Forza Italia da essere segnata a dito come il simbolo più appariscente di una informazione servile e malsana, faziosa e caricaturale. Emilio Fede in effetti superò ogni limite. Nella lunga vita di giocatore d’azzardo, fu complice del suo adorato Dottore persino nell’affare Ruby e nelle allegre serate del bunga bunga. Fu indecente e spericolato, certo. Ebbe pure i suoi guai. Ma la damnatio memoriae dei telegiornali Mediaset la dice lunga sul..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED