Giuseppe Sottile

Dure realtà e finzioni
attorno a una inchiesta

Tutti lo abbracciano. E tutti insistono nel dire e nel ribadire che il presidente dell’Ars è pulito come l’aria. Eppure gli stessi esponenti politici che da ieri mostrano a Gaetano Galvagno “ferma e calorosa vicinanza” – capigruppo, uomini di governo e leader di partito – sanno bene che le cose stanno diversamente da come si legge in tante goffe dichiarazioni consegnate ai giornali. Sanno, per esempio, che Maurizio De Lucia non è un procuratore avventato; e capiscono pure che se il capo della magistratura inquirente ha deciso di procedere con un'accusa così pesante certamente avrà tra le mani indizi e riscontri inoppugnabili. La presunzione di innocenza è un principio sacrosanto dello stato di diritto. Ma l’Ars e il presidente Galvagno non possono fare finta di niente. Anche la politica ha..

L’allegro gran turismo
di santoni e pagnottisti

Spendiamo carrettate di milioni per lustrare l’immagine della Sicilia, per offrire al mondo il meglio della nostra cultura, del nostro mare, del nostro patrimonio artistico. Richiamiamo in servizio attori appassiti del varietà, teatranti sul viale del tramonto, cinematografari già in disarmo e li impegniamo nelle sagre di paese con l’illusione che le loro recite malinconiche richiameranno la curiosità dei viaggiatori. Foraggiamo senza badare a spese le badesse di Taobuk e Taofilm con i loro codazzi di pagnottisti, e le eleviamo sugli altari della visibilità dandogli anche l’opportunità di costruire, coi soldi della Regione, le loro satrapie. E poi, quando arrivano i turisti gli facciamo trovare una Palermo sozza e impresentabile come quella di Mondello o via Maqueda, e autostrade impraticabili come la Palermo-Catania o la Palermo-Messina. E’ il Grande Scempio.

Un governatore
e il suo doppio

C’è lo Schifani che striglia, che bacchetta, che incalza e non perdona. E poi c’è lo Schifani che si distrae, che si lascia trascinare dagli umori e che imbarca, spesso senza rendersene conto, anche qualche avventuriero. Come Ninni Sciacchitano, l’opaco commercialista al centro di un altro brutto scandalo della sanità. C’è lo Schifani che giudica e manda, che mette mano su ogni dettaglio e accentra tutto su di sé. E poi c’è lo Schifani che, se qualcosa non va per il verso giusto, stenta ad assumersi la responsabilità perché le colpe sono sempre degli altri. Come i vice commissari della Palermo-Catania, scelti da lui e da lui silurati immediatamente dopo il maxi ingorgo del 2 giugno. La Regione, si sa, è una brutta bestia, con troppi vizi nascosti sotto la..

E l’assessora Amata
sfilò con Scorsese

No, non chiederemo mai di sapere quanto ci è costato Michel Douglas perché la sua simpatia ha stregato tutte le ragazze di Sicilia. Non chiederemo neppure quanti soldi abbiamo pagato per avere tra noi l’incantevole Catherine Deneuve, sempiterna diva di Francia, perché sarebbe un esercizio volgare, quasi da lumpen proletariat: ci basta sapere che ha affascinato tutti gli uomini di questa felicissima terra del Sud. E non chiederemo nemmeno quanto ha sborsato Tiziana Rocca, femme fatale del festival cinematografico di Taormina, per arruolare un vecchio leone come Martin Scorsese e fargli intonare un inno alle sue radici siciliane. Per non avere né rimorsi né rimpianti e per mandare al diavolo ogni prurigine moralista, mettiamo tutto sul conto di Elvira Amata, assessore regionale al Turismo, anche lei sul tappeto rosso accanto..

La sete non si risolve
col motto di San Paolo

Riecco la siccità. Con le arsure di giugno torna a materializzarsi lo spettro della grande sete. Negli invasi c’è un terzo dell’acqua che potrebbero contenere; i dissalatori che dovevano essere già pronti tardano ad arrivare; la riforma dei consorzi di bonifica non si sa in quale caverna sia finita; le reti colabrodo registrano perdite fino al 50 per cento; l’immagine che affiora è quella dei rubinetti a secco, del razionamento, delle autobotti. La Regione, in questi giorni, dovrebbe fremere per colmare ritardi e approntare soluzioni. Invece se ne sta, come sempre, a distribuire soldi a destra e a manca. Un contributo non si nega a nessuno: “caritas Christi urget nos”, per dirla con San Paolo. Ma Palazzo d’Orleans non è un istituto di assistenza e beneficenza né un’opera pia. La..

S’avanza il nome
di Carolina Varchi

Schifani o non Schifani: chi sarà il prossimo candidato alla presidenza della Regione? E’ bastata l’ovvia risposta di Luca Sbardella per riaprire il gioco della margherita. Il commissario di Fratelli d’Italia si è limitato a dire che “è ancora presto” per definire la candidatura. Ma gli amici più stretti del governatore hanno letto, in quelle parole, il rischio che i patrioti possano proporre un proprio uomo. E hanno subito alzato le difese: “Noi invece saremo sempre e comunque con Schifani”, ha precisato il leader della DC, Totò Cuffaro. Intanto però c’è chi continua a sfogliare la margherita. Al punto che, nelle quotazioni di oggi, appare accantonato il nome di Gaetano Galvagno, attuale presidente dell’Ars, mentre sembra affermarsi quello di Carolina Varchi: donna di ottime relazioni politiche, giovane, colta, brillante e..

Ma che brutta fine
povero Camilleri

Umberto Eco - che fu intellettuale di inarrivabile statura letteraria e filosofica - lo scrisse chiaramente nel suo testamento: per almeno dieci anni dal giorno della morte nessuno avrebbe potuto utilizzare il suo nome per commemorazioni, ricordi, celebrazioni. Sapeva quanto famelici e quanto sbracati fossero figli e nipoti, fondazioni e case editrici che, con la banalissima scusa di tenere viva la memoria del venerato maestro, in realtà fanno strame delle sue opere. Basta pensare a quale mercato sia stato costruito, soprattutto in Sicilia, sulle spoglie di Andrea Camilleri, il geniale padre del commissario Montalbano. C’è un grande circo che gli gira attorno perennemente e che fa soldi sfruttando anche i dettagli più insignificanti nascosti nei suoi racconti. L’ultimo esempio arriva da Ragusa dove una vecchia confraternita dell’ingordigia ha apparecchiato per..

La bella Regione
che non ti aspetti

Ma è lei o non è lei? Ci sono momenti in cui la Regione ti appare come una Gran Signora: agile, efficiente, gentile e soprattutto pronta a rispondere, senza contorsioni né barocchismi burocratici, alle esigenze dei cittadini, delle imprese, delle comunità. E’ la Regione moderna e tecnologicamente a passo coi tempi; è la Regione che tutti abbiamo sognato e che, purtroppo, troviamo sulla nostra strada solo rarissime volte. L’abbiamo incontrata, per esempio, ieri. Quando l’Irfis, diretto da Giulio Guagliano, ha pubblicato il bando che rende operativo il decreto del governatore Renato Schifani sull’editoria siciliana. In meno di venti giorni gli uffici di via Bonanno hanno elaborato un documento snello, chiaro, semplice, lineare. Senza quella muffa inutile e cespugliosa che quasi sempre finisce per appesantire i provvedimenti della Regione. Già. Ma..

Gerenza

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