Giuseppe Sottile

Due sporchi arbitrati
e attorno tanta omertà

Ci sono in piedi due arbitrati sporchi, ma bene occultati: non se ne trova traccia nei siti della Regione e non si sa neppure quale sia l’indirizzo che Palazzo d’Orleans avrebbe dato ai professionisti chiamati a comporre la vertenza con un avventuriero che oltre ai novantuno milioni già incassati per un censimento che nessuno ha mai visto ora ne pretende altri e altri ancora. Una vertenza lunga. Che viene però sistematicamente coperta da una fitta coltre di omertà e di complicità. In un paese normale basterebbe un procuratore della Corte dei Conti per imporre un minimo di trasparenza a una storia malsana. Ma la procedura forse non lo consente. Il timido Musumeci non saprebbe nemmeno da dove cominciare, non resta dunque che un filo di speranza: che nel prossimo dibattito..

Il caos della Regione
genera pure i califfi

Se il buongiorno si vede dal mattino, non c’è da stare allegri. La maggioranza che non c’è ha ricominciato a sbandare e l’Assemblea regionale è ridiventata un campo di battaglia. Tra i morti e feriti le nove province del regno: quelle prima soppresse, poi risuscitate e ora seppellite da un rinvio che non si sa a quale logica risponda. Le cronache dicono che la norma in base alla quale le elezioni, previste per il 30 giugno prossimo, slitteranno al 2020 è stata inserita in una legge denominata Marina Resort. Boh. Forse sarebbe stato meglio inserirla in un’altra legge inutile che l’Ars sta per definire: quella sulla pesca. Inutile perché in Sicilia puoi pure varare mille riforme ma la pesca, con i tanti soldi da spartire, resterà sempre un califfato in..

I tempi di Nello
e quelli del gaga

Ricordate la faccia truce, quasi grifagna, che fece Nello Musumeci, abitualmente un uomo placido, il giorno in cui annunciò urbi et orbi che la Regione non avrebbe mai più tollerato un ritardo burocratico? Ricordate con quanta decisione annunciò pene e sanzioni per chi non avrebbe rispettato i tempi? Bene. I burocrati che incapperanno in simili rigori sappiano che Musumeci è il governatore di quella stessa Regione che da cinque mesi non riesce a trovare l’accordo sul nome del futuro sovrintendente dell’Orchestra sinfonica. Giorgio Pace, che aveva retto quell’incarico in maniera eccellente, fu dimissionato alla vigilia di Natale del 2018, senza nemmeno un pretesto, dall’assessore Sandro Pappalardo, meglio conosciuto come il gaga del Turismo. Fatta la bravata, il frizzante gaga, fedelissimo di Musumeci, non ci ha messo più testa. Chi lo..

Sconfitta e destino
degli ultimi ascari

Che ne sarà dopo queste elezioni della compagnia degli ascari, di quella loggia di spregiudicati il cui interesse prevalente è quello di stare sempre nelle stanze del potere ad amministrare prebende e clientele, a spacciare voti che non hanno, a impastare fuffa e malaffare? Che fine faranno, ad esempio, quei due arrampicatori, lui e lei, già miracolati da Berlusconi, che fino all’altro ieri, vigilia delle elezioni, davano per morto il loro vecchio benefattore e cercavano in ogni modo di arruffianarsi con Salvini? E che farà il bullo, il capo della loggia, dopo che le sue ambizioni e le sue provocazioni si sono sfracellate contro il muro dei risultati: si inventerà un’altra impostura o avrà almeno la decenza di abbandonare Palazzo d’Orleans, dove ha piritolleggiato per un anno alla faccia di..

I vecchi santoni
vanno in soffitta

Finalmente. Ci volevano queste dure elezioni europee per dirci che certi santoni della politica, in Sicilia, contano sempre meno. Prendete Saverio Romano: aveva raccolto attorno al proprio nome il peggio del vecchio mondo clientelare, da Raffaele Lombardo ai rimasugli alfaniani di Catania e dintorni. Ma pur tenendosi su due corde – i centristi da un lato e Forza Italia dall’altro – non ce l’ha fatta: è stato sorpassato da Giuseppe Milazzo ed è finito terzo in classifica. Stessa sorte per il vecchio Angelo Attaguile che, pur di scavalcare i giovani leoni della Lega, non aveva esitato a buttarsi tra le braccia di Francantonio Genovese, l’ex ras di Messina condannato a undici anni di carcere per avere dissanguato i fondi regionali della Formazione. Le urne gli hanno assegnato un settimo posto...

Musumeci o Sebatier?
Questo è il dilemma…

"La mia rivoluzione è la normalità". Questa la dichiarazione rilasciata dal Presidente della Regione a Mario Barresi de La Sicilia. Dopo tante rivoluzioni farlocche e anche scellerate, una boccata di concretezza non farebbe certamente male. Ma di quale normalità parliamo? Di quella pavida e sonnacchiosa che somiglia tanto all’ignavia? O di quella che pretende di sopravvivere insabbiando ogni problema, ogni ostacolo, ogni scandalo? Nel firmamento di Musumeci non tutte le costellazioni brillano come le Pleiadi. Ci sono anche stelle opache, fatte di fuffa e malaffare, e il Governatore dovrà prima o poi prendere una decisione. Non può starsene sul divano, come Apollonie Sabatier, che fu amatissima da Baudelaire, e pensare “di fare del bene anche senza saperlo, anche dormendo, semplicemente vivendo". La normalità a volte richiede pure del coraggio.

Effetti collaterali
dell’antimafia perduta

Chi l’avrebbe mai detto? Da ieri scricchiola un’altra figura monumentale dell’antimafia: quella di Maria Falcone, sorella del giudice assassinato 27 anni fa nell’attentato di Capaci, e presidente di una Fondazione alla quale lo Stato assicura sostegno e finanziamenti. Alcuni gruppi impegnati da sempre nella lotta a Cosa Nostra, assieme ai familiari di altre vittime, le rimproverano di avere trasformato la commemorazione del 23 maggio in un festino ecumenico, in una sorta di assoluzione impartita urbi et orbi a tutti i potenti che avrebbero dovuto interrogarsi in questi anni sulle stragi di mafia e hanno invece preferito tacere e non sapere. Per carità, Maria Falcone avrà pure concesso spazio ai lustrini e alle vanità. Ma attenzione: non è che la contromanifestazione di ieri a Capaci abbia dato prova di forza e..

Serve Boulanger-Cavé
per spiegare Musumeci

Dov’è Nello Musumeci? La domanda ha tagliato l’aula bunker dell’Ucciardone impegnata nella commemorazione di Giovanni Falcone. Ma il presidente della Regione aveva già fatto sapere che non sarebbe intervenuto alla cerimonia. Ci sono liti e veleni, meglio starsene a casa. In santa pace. Dov’è il governatore della Sicilia? Se lo chiedono, in questa calda campagna elettorale, i partiti che compongono la sua maggioranza: col clima che si respira forse sarebbe bene stare di qua o di là. Ma Musumeci non vuole mettere neppure un ditino nell’acqua calda e se ne sta in disparte. Neutrale. Meglio Ambelia, a due passi di casa sua, con la sagra dei cavalli e il trenino a vapore. Dov’è Musumeci? Il grande ozioso Boulanger-Cavé, che vagò per tutta la vita fra i teatri di Francia, sosteneva..

Il tempo greve
del nostro dibattere

Avete visto come scorre veloce e vacuo il libro delle banalità, dei falsi conflitti e dei finti eroi? Fino a ieri l’Italia bella e intellettuale si strappava le vesti per la professoressa di Palermo sospesa da un truce burocrate per non avere sorvegliato adeguatamente su un video dei suoi alunni che inopinatamente accostavano le leggi razziali del fascismo al decreto sicurezza voluto dal vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Ma oggi quella pagina è già volata via. Cancellata e annegata nel nulla. Oggi torniamo a incontrarci e scontrarci sull’eterna questione degli immigrati: porti chiusi o porti aperti, santifichiamo il duro ministro dell’Interno o il procuratore Patronaggio? Però fateci caso: la scaletta del nostro dibattere ce la detta sempre lui, l’insopportabile e irredimibile Salvini. Croce e delizia del nostro tempo...

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED