Salvatore Merlo per Il Foglio

Il Sanchez di Spagna che alla nostra Elly piace finto

Esiste Pedro Sánchez, quello vero. E poi c’è il Pedro di Elly Schlein. Quello che verrà tirato fuori già oggi, o domani, o comunque sul palco di una delle tante feste dell’Unità che la segretaria del Pd si appresta ad aprire. Il primo Sánchez, in carne e ossa, governa la Spagna facendo i conti con giudici che indagano per corruzione la moglie e il fratello, e ai quali ieri ha risposto come faceva un tempo Silvio Berlusconi: “Ci sono magistrati che fanno politica”. Il secondo Sánchez, invece, è un ologramma tutto italiano, un’invenzione da conferenza stampa, da palco delle salamelle. Il leader che non sbaglia mai, progressista senza compromessi, pacifista e a favore dei diritti, simbolo di una sinistra che in Italia sembra riuscire a immaginarsi vincente soltanto se impersonata..

Albanese segretaria! Una nuova icona incanta già il Pd

In principio fu Saviano, dettato dal flatus del momento e imposto come guida morale a una sinistra che, non sapendo più dove andare, decise almeno di andare a presentare il suo libro. Poi venne Papa Francesco, proclamato in un editoriale di Repubblica “l’unico vero leader progressista”, e adottato da un partito che nel dubbio tra la redistribuzione e la ridistribuzione dei ministeri, scelse l’unzione. Ora è il turno di Francesca Albanese. Compagni, ripartiamo da Francesca Albanese! Nominata dall’Onu, adottata da X, beatificata dal Pd che le dona le chiavi di Bari (e del suo cuore). Albanese è la nuova icona: chi non l’adora è connivente. Chi la critica, sionista. Chi la ignora, fascista. La sua esistenza risolve il problema fondamentale della sinistra, ovvero quello di non dover decidere ma di..

Scandali. A Milano i grattacieli, a Palermo kebab in auto blu

Se della bufera giudiziaria a Milano restano i grattacieli, la hybris dello skyline, quella in Sicilia – terremotando la politica – lascia le briciole unte del kebab. Sul sedile di un’auto blu presidenziale, manco a dirlo. I reati, sulla carta, si assomigliano: corruzione impropria, peculato d’uso e truffa. E’ l’ambizione che cambia. Non è infatti una questione penale. E nemmeno politica. Qui il problema è antropologico. A Milano i magistrati indagano su assessori, immobiliaristi, planimetrie, metri cubi e skyline. La corruzione, se c’è stata, era finalizzata a costruire. A fare qualcosa. L’indagine siciliana invece coinvolge sette persone, tra cui il presidente dell’Assemblea regionale Gaetano Galvagno, con accuse che vanno dal peculato alla corruzione impropria. Il cuore del caso sono eventi come “Un Magico Natale”, “La Sicilia per le donne” e..

Giuseppi, dicci se siamo degni. Il Pd in ginocchio da Conte

Giuseppe Conte ha chiesto al Pd le “carte” dell’inchiesta che riguarda Matteo Ricci, candidato del centrosinistra alle regionali nelle Marche e da martedì indagato dalla procura di Pesaro. Tra quindici giorni si dovrebbero depositare le liste elettorali, il tempo è poco, ma è tutto fermo perché Conte deve giudicare. Deve valutare. Come un gup, un giudice dell’udienza preliminare, il leader dei 5 stelle vuole leggere gli atti giudiziari per decidere se Ricci e il Pd sono degni di stare in alleanza con lui. La notizia è certa. E che hanno fatto quelli del Pd di fronte alla richiesta di Conte, secondo voi? Ovviamente gliele hanno mandate subito, le carte processuali. In silenzio. Rispettosi. Solleciti. In questo momento quelli del Nazareno attendono con ansia il responso, come pellegrini a Lourdes. Ci..

Sì alla separazione delle carriere
Il vecchio Pd si divide in tre

E’ stato un voto sulla separazione delle carriere dei magistrati, ma il titolo vero, ieri a Palazzo Madama, poteva essere: “Come te lo spiego adesso?”. La riforma è passata con i voti della maggioranza, ma il centro dell’attenzione è rimasto ai banchi dell’opposizione, dove si è recitata una pièce in più atti: l’interpretazione di ciò che si era detto ieri, la reinterpretazione di ciò che si dice oggi, e la previsione ragionata di ciò che si potrà dire domani. A votare a favore della riforma, coerente con se stesso, nell’opposizione, è rimasto il solo Carlo Calenda: ieri favorevole da ministro del centrosinistra, oggi da senatore di minoranza. Gli altri hanno percorso sentieri più tortuosi. Il Pd ha votato contro. Più di una frizione, più di un distinguo. “Siamo contrari al..

Il taglio dei vitalizi? Un costosissimo imbroglio dei populisti

Dovevano risparmiare quaranta milioni di euro tagliando pensioni ai vecchi, finirà che ne spenderanno almeno diciannove per ridargliele. Anzi di più, considerando i mancati introiti fiscali, gli interessi e le rivalutazioni. Il taglio dei vitalizi è stata la riforma più antieconomica della storia, nel senso che ha prodotto il minor risparmio possibile al maggior costo immaginabile. Nel 2018, nel corso di quel tentativo d’imporre in Italia un regime di analfabeti cronici detto Movimento 5 stelle, venne deciso di tagliare le pensioni a 1.338 ex parlamentari. Per lo più tra gli ottanta e i novant’anni. La casta andava punita. Ben presto tuttavia accadde che il Parlamento fu costretto a restituire le pensioni al 60 per cento di loro, circa 800 nonni. Il provvedimento era infatti illegittimo. Ieri però, con una decisione destinata..

Contro Bezos. Arriva a Venezia l’antifascismo del catering

L’antifascismo nel 2025 è vivo, vivace e a quanto pare molto attento al settore eventi. Non combatte più sui monti né nelle fabbriche, ma si attiva con comunicati e cartelli quando a sposarsi è Jeff Bezos, e lo fa in una città fragile, bella, storica… e ricca di opportunità di polemica. Com’è noto infatti, Bezos, ex libraio, attuale esploratore del cosmo, ha scelto Venezia per coronare il suo amore con la fidanzata Lauren Sánchez. E fin qui nulla di strano. Il fatto curioso è che, come nelle commedie di Goldoni, è entrata in scena una compagnia dell’arte che nessuno si aspettava: l’Anpi. L’Associazione nazionale dei partigiani che ha annunciato, insieme ad altri comitati locali, un boicottaggio simbolico, forse reale, forse in gondola, chissà, del matrimonio di Bezos. Non si sa..

Il grillino penitente. Terrorizzato dallo sguardo di Conte

Giuseppe Conte, a vederlo così, non sembrerebbe incutere timore. E invece. Pare che nel M5s basti un suo sguardo storto per trasformare deputati in monaci benedettini: silenziosi, disciplinati, e con un voto di obbedienza che manco fra Cristoforo. Prendete Filippo Scerra, deputato e questore della Camera. Uno che fino a qualche tempo fa parlava, sorrideva, magari mangiava anche. Poi il disgraziato, in una riunione, ha approvato la restituzione del vitalizio all’ex ministro Francesco De Lorenzo. Ebbene, un richiamo di Conte – pubblico e privato – ha avuto su di lui l’effetto di una conversione: “Ma le leggi almeno le cose che firmi?”. Da allora, per non sbagliare, per non saper (come si dice) né leggere né scrivere, il povero Scerra dice solo “No”. In ogni riunione del collegio dei questori...

Dopo Giletti, Salvini porta in Rai anche Barbara D’Urso

Altro che terzo mandato. Matteo Salvini, ministro dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio, nel tempo libero fa anche il direttore dei palinsesti. Uno che vuole la tv verace, il servizio pubblico genuino e popolare che sappia parlare alla gente vera, alla gente che soffre e che piange. E allora dopo la “missione Giletti” in Rai, il segretario della Lega punta al bis: riportare in tv anche Barbara D’Urso. Non su un canale qualsiasi, ma su Rai 1, da gennaio, ogni venerdì pomeriggio. Con un programma di – attenzione attenzione – “emotainment”. Così ci dicono almeno dei dirigenti Rai. “Emotainment”, ripetono. Ecco. Che non è una malattia tropicale, ci assicurano. Ma è un minestrone di lacrime, chiacchiere e sorrisi al wattaggio di un faro. Roba, giurano, che farà sembrare “Domenica In”..

Trump risuscita la sinistra in tutto il mondo, tranne il Pd

C’è un paziente in fin di vita che si è risvegliato eha commosso il mondo: la sinistra. Tranne che in Italia, la sinistra – data per morta, anzi, già imbalsamata – ha improvvisamente aperto un occhio, poi l’altro, ha dato un colpo di tosse ed è tornata a camminare. Dal Canada all’Australia. Una resurrezione degna del miglior Vangelo. Chi è il taumaturgo? Donald Trump. Basta che egli apra bocca e l’intero emisfero sinistro si accorge improvvisamente che forse non è poi così difficile cavarsela. In Canada, fino a ieri, si parlava dei liberali come si parla di una specie in via d’estinzione. I conservatori di Pierre Poilievre avevano in mano la vittoria: i sondaggi non lasciavano scampo, il destino era segnato. Poi Trump ha iniziato a starnazzare sull’ordine mondiale, sul..

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