La sentenza è arrivata: il giudice per l’udienza preliminare ha condannato Antonello Montante, ex leader di Sicindustria, a 14 anni di reclusione. Una batosta. Montante, per lunghi anni paladino dell’antimafia, era accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Montante è stato giudicato col rito abbreviato, ciò vuol dire che la condanna è stata diminuita di un terzo rispetto a quella che avrebbe potuto comminare il giudice in un processo ordinario. L’ex numero uno degli industriali siciliani sarebbe stato al centro del cosiddetto “Sistema Montante”, una rete spionistica utilizzata per salvaguardare se stesso e colpire gli avversari dandogli la possibilità di essere la testa di un “governo parallelo” in Sicilia. Il pm aveva chiesto 10 anni e 6 mesi.

“Il dispositivo della sentenza – ha detto il procuratore di Caltanissetta Bertone  – mi pare che dia largamente conto della fondatezza dell’accusa e dello straordinario lavoro della Procura di Caltanissetta e fa in qualche modo anche giustizia di alcune affermazioni che ho avuto modo di sentire durante il processo”. “Non capisco – ha aggiunto il procuratore di Caltanissetta riferendosi a ‘pressioni mediatiche’ di cui ha parlato in aula uno dei legali di Montante, l’avvocato Giuseppe Panepinto – a cosa faccia riferimento l’avvocato. La Procura si è mossa in condizioni di assoluta libertà senza nessun condizionamento. Abbiamo cercato soprattutto le prove per ricostruire questo sistema che ha trovato riconoscimento nel dispositivo della sentenza. Il fatto che la commissione antimafia farà un’indagine su questo processo è un altro profilo che non riguarda noi. Certamente il sistema che è stato delineato dalle indagini pone la necessità di ulteriori verifiche sui rapporti tra uomini che svolgono attività pubblica e altri soggetti e probabilmente sotto questo profilo la commissione antimafia vuole acquisire ulteriori elementi”.

“Quattordici anni? Ma è più di quello che ha chiesto la Procura…”. Così Antonello Montante ha commentato al telefono con uno dei suoi legali, l’avvocato Giuseppe Panepinto, la sentenza che va oltre la richiesta di condanna dei pubblici ministeri. È molto amareggiato – ha spiegato il penalista annunciando ‘ricorso in appello’ – per una sentenza che si commenta da sé. Una condanna a 14 anni in abbreviato significa che la pena base è di 21 anni di reclusione, siamo quasi all’omicidio…”.

In questo processo abbreviato erano imputati, a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento anche alcuni dei componenti della rete di Montante. Sono stati condannati il colonnello Gianfranco Ardizzone, ex comandante provinciale della Guardia di Finanza di Caltanissetta a 3 anni, il sostituto commissario Marco De Angelis a 4 anni, il capo della security di Confindustria Diego Di Simone a 6 anni e 4 mesi, il questore Andrea Grassi è stato assolto da due capi d’imputazione ma condannato a un anno e 4 mesi per un altro, assolto il dirigente regionale Alessandro Ferrara. Prosegue col rito ordinario il processo ad altri 13 imputati tra cui l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex capo dei servizi segreti Arturo Esposito, il tributarista Angelo Cuva.