A 42 anni dall’ultima legge targata Piersanti Mattarella, la Regione fa un passo avanti in materia urbanistica, approvando una riforma con la benedizione di tutti i partiti dell’Assemblea. L’ok definitivo, dopo tre giorni di full immersion, è arrivato ieri sera: si è espresso a favore anche il Movimento 5 Stelle, che per una volta dimostra di non essere (soltanto) il partito del ‘no’. Mentre il Partito Democratico, che pensava di votare contro, alla fine si è astenuto. I complimenti, allo scoccare del novantesimo, si sprecano pure fra parlamentari di fazioni avverse. Il cuore della riforma, che ha dovuto superare lo scoglio di mille emendamenti, di cui la maggior parte soppressivi, sono il consumo del suolo tendente a zero e la rigenerazione urbana, ovvero il recupero e il riutilizzo dell’edilizia esistente, nell’ottica di una politica di qualità del paesaggio e dell’ambiente.

L’elemento che ha maggiormente contraddistinto l’impegno dei grillini, invece, è il ‘certificato verde’, che come spiega in una nota Giampiero Trizzino, “è una primizia assoluta in Italia e forse anche in Europa. Prevede che chi vorrà costruire un nuovo edificio, dovrà prima demolire e riqualificare un’area pubblica degradata esistente nel territorio comunale, di superficie pari a quella del nuovo fabbricato”. E’ un sistema che “consentirà di compensare l’impatto ambientale di nuove costruzioni con la rigenerazione urbana di aree pubbliche degradate. In pratica il costruttore, prima di edificare, avrà l’obbligo di acquistare e riqualificare un’area urbana soggetta a degrado e abbandono, realizzando opere di urbanizzazione primaria come strade, verde pubblico e illuminazione. Al termine dei lavori, il costruttore otterrà dal Comune il ‘certificato verde’, che gli darà la possibilità di costruire altrove. I certificati verdi si potranno anche vendere, su un libero mercato che nascerà, a soggetti terzi interessati a edificare”.

La riforma, inoltre, prevede l’introduzione del Ptr, il Piano territoriale regionale con valenza paesaggistica, uno strumento strategico che definisce le finalità generali, gli indirizzi e le scelte in materia di governo del territorio su scala regionale e che sovrintende alla pianificazione degli enti locali. Mentre al posto del “vecchio” Prg (il piano regolatore generale) arriva il Pug, l’acronimo meno aspro di Piano urbano generale. Tra gli altri elementi distintivi, ci sono pure la rivalutazione del tessuto agricolo e l’introduzione dei principi di perequazione e compensazione. “Se sul piatto ci sono norme che vanno in direzione del bene pubblico il M5S non si tira mai indietro, anche a costo di votare un ddl governativo”, ha spiegato il capogruppo Giorgio Pasqua. Che non ha potuto fare a meno di tirare una stoccata al governo: “Chi dice che siamo per il no a prescindere dice il falso e le accuse di cretineria politica di Musumeci non solo sono offensive ma destituite di qualsiasi fondamento”

Ma il plauso alla norma e all’impegno dell’aula, guidata da Gianfranco Micciché lungo una strada che fino a qualche giorno fa appariva impervia, arriva da tutti i gruppi parlamentari. Con in testa l’assessore al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro: “E’ un giorno importante per la Sicilia e per i siciliani. Quella odierna ha un significato particolare perché arriva dopo ben 42 anni dall’ultima legge Urbanistica. Un ringraziamento va a tutto il Parlamento, oltre al che al dipartimento Urbanistica (e in particolare all’architetto Giovanni Grutta), con cui condividiamo questo straordinario risultato”. Musumeci ha ringraziato, invece, la presidente della commissione, Giusi Savarino, e rivolto un pensiero misurato al parlamento, con cui non ha mai avuto ottimi rapporti: “Era, questa legge di riforma, uno degli obiettivi del mio governo e lo abbiamo realizzato, con una responsabile partecipazione dell’Ars. La Regione – ha detto il governatore, che ha presenziato all’ultimo giorno di lavori – si dota di una legge che ridisegna e semplifica i criteri e le procedure di governo del territorio siciliano. Una normativa tanto attesa, che dà protagonismo agli Enti locali, chiamati adesso a una stagione di rigenerazione urbana, nel rispetto assoluto dell’ambiente”.

“Questa legge – spiega Giusi Savarino -, a cui seguiranno per l’approvazione del ddl Edilizia ed il ddl cooperative edilizie e cooperative di auto recupero, ci fa fare un balzo in avanti nel tempo verso l’orientamento, ormai consolidato in tutto il mondo, di smartcity, pone uno stop al consumo del suolo, puntando sul recupero dell’abitato e sulla perequazione urbanistica, introduce il “piano del verde” e standard di “qualità urbana, ambientale ed architettonica”, semplifica e velocizza fortemente le procedure amministrative, in particolar modo l’approvazione dell’ex piano regolatore (adesso PUG: Piano urbanistico generale comunale), crea una “governance multi-livello” che tramite la Conferenza di pianificazione e gli accordi di pianificazione e programma, favorisce la partecipazione di enti e cittadini ai processi decisionali, migliorandone la qualità e riducendo la burocrazia, quindi i tempi”.

Secondo i deputati di Attiva, la costola ‘responsabile’ del Movimento 5 Stelle, “certamente la norma nel tempo andrà monitorata e permangono delle criticità. Ma contiene strumenti di serio contrasto al consumo del suolo, offrendo anche la possibilità di rigenerare gli edifici e di poterli utilizzare per altri scopi grazie al cambio di destinazione d’uso che va incontro anche alle esigenze del comparto produttivo”. Esulta per le modalità, invece, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché.

Si tratta, insomma, di una riforma accolta bene a tutte le latitudini di palazzo dei Normanni. “Una legge verde, sicuramente la più verde che la regione abbia mai scritto”, per usare le parole di Stefania Campo, del Movimento 5 Stelle, che manda l’Ars in vacanza. A dispetto di quanto prospettato in avvio di settimane, Sala d’Ercole è riuscita a chiudere nella giornata di ieri altri due disegni di legge – una variazione di Bilancio da 50 milioni e il riordino dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia -, oltre ad aver aperto la discussione generale sull’istituzione del comune di Misiliscemi, un tema che sarà affrontato alla ripresa dei lavori.