L’Aula del Senato ha bocciato entrambe le mozioni di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Per quanto riguarda il documento presentato dal centrodestra, i voti a favore sono stati 131, contro 160 contrari e 1 astenuto. La mozione di +Europa, invece, ha avuto 158 no, 124 sì e 19 astenuti. “Sono soddisfatto, ora al lavoro”, ha commentato Bonafede dopo la votazione. “Ho sempre rigettato l’idea di una giustizia divisa tra giustizialismo e garantismo – ha aggiunto -. La stella polare è la Costituzione. Importante che la maggioranza abbia trovato sintesi”. Ad aver garantito la sopravvivenza di Bonafede, e di conseguenza del governo, è stato il voto di Italia Viva, che alla vigilia ha provato a rifletterci, ma poi ha scelto di non mandare tutto all’aria: “Voteremo contro le mozioni di sfiducia – aveva annunciato Matteo Renzi durante le dichiarazioni – ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale”.

L’attacco più duro al Guardasigilli era stato quello della Bonino: “Ora, signor Ministro, il sospettato è diventato lei e a diffondere il sospetto è stato un magistrato cui lei aveva proposto incarichi pare importanti in via Arenula. Quattro anni fa – ha insistito la Bonino rivolgendosi al Ministro della Giustizia – lei disse che, se c’è un sospetto, anche chi è pulito deve dimettersi. Se lo ricorda? No? Peccato. Come tutti i propagatori della cultura del sospetto, non immaginava un giorno di diventarne vittima. Chiediamo le sue dimissioni per la ragione esattamente opposta: non perché lei è sospettato, ma perché non vogliamo un Ministro della giustizia che sia il rappresentante della cultura del sospetto”.

La vicenda che riguarda Nino Di Matteo “è stata ormai a dir poco sviscerata in ogni sua parte”, aveva detto Bonafede a inizio giornata. E “sono stati ampiamente sgomberati tutti gli pseudo-dubbi”. Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu “nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione”. “E’ totalmente falsa l’immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi”, ha sottolineato Bonafede. I giudici che hanno scarcerato i detenuti in questi ultimi mesi lo hanno fatto in base a leggi “in vigore da 50 anni e che nessuno aveva mai cambiato”.