Questo Palermo (ancora) non scalda i cuori. La sconfitta nella prima giornata di campionato a Teramo, dove si è vista una squadra completamente imballata, ha sopito gli entusiasmi del ritorno in Serie C. E potrebbe andare persino peggio se Musumeci, sollecitato da una lettera del club, non dovesse concedere una deroga per l’apertura dello stadio “Renzo Barbera”. La società di Dario Mirri, reduce da un mercato poco scoppiettante, ha provato a “scavalcare” i pareri del Comitato tecnico-scientifico – che si è espresso per un massimo di mille persone a impianto – premendo sul presidente della Regione, che certo non vanta grandi rapporti col governo nazionale ed è sempre pronto a distinguersi.

Nella lettera recapitata al presidente Musumeci, il Palermo chiede che “al fine di evitare distorsioni della concorrenza ed alterazioni delle competizioni, in coerenza, peraltro, con i provvedimenti adottati in altre Regioni a favore della presenza di pubblico sugli spalti (…) oltreché al recente parere favorevole della Commissione Tecnica Scientifica, con la presente si chiede l’autorizzazione a far partecipare il pubblico – in numero adeguato rispetto alla capienza dello Stadio Renzo Barbera – anche alle nostre prossime gare di campionato”. Ma è il concetto di “numero adeguato” a risultare equivoco. L’unico numero “concesso” dal Cts è di mille persone per tutti gli eventi sportivi che si tengono all’aperto. Mille, non una di più. E’ stata bollata come “follia”, al momento, l’idea di rendere fruibili gli impianti al 25% della capienza (come richiesto dai club di Serie A).

Domenica prossima il Palermo ospita in casa il Potenza. Sarà la prima gara casalinga dell’anno. L’obiettivo per i ragazzi di Boscaglia è lasciarsi alle spalle l’esordio, cancellare un’estate senza amichevoli e soprattutto mettere benzina nelle gambe. Per riportare l’entusiasmo servirà tempo. Per rivedere lo stadio pieno, pure. Anche se il club ha promesso a Musumeci tutte le garanzie del caso: la distribuzione dei titoli di accesso per via telematica; biglietti “intervallati” per garantire il mantenimento della distanza interpersonale di sicurezza; l’uso obbligatorio delle mascherine sugli spalti; la misurazione della temperatura all’ingresso; e soprattutto una colonnina col gel igienizzante per le mani. Basterà?