Il peschereccio prende il nome dal fratello di Carlo Giarratano, Accursio, scomparso alla tenera età di 15 anni per un male incurabile. E’ stato il papà Gaspare, oggi 63enne, a trasmettere ai figli la passione per il mare. Carlo Giarratano, come ha rivelato a caldo dopo aver assistito 50 migranti per tutta la giornata di giovedì, ha perso tre giorni di lavoro ma ne è valsa la pena: “Noi marinai, di fronte a queste cose non abbiamo dubbi: se c’è gente in pericolo, in mare, la salviamo, senza chiederci da dove arrivi, senza guardare il colore della pelle” ha detto a Live Sicilia. L’”Accursio Giarratano”, che può solcare le acque internazionali per la sua attività di pesca, ha affiancato il gommone dei disperati, reduce da un naufragio, fino a sera: “Ci siamo posti a una distanza utile affinché potessimo rifornirli di acqua e cibo – ha ricordato ancora Carlo Giarratano – Abbiamo poi contattato la Capitaneria di porto di Roma, per chiedere come muoverci. Ci hanno risposto che, trovandoci in acque maltesi, doveva essere Malta a coordinare le operazioni di trasbordo e salvataggio”. Ma da Malta, spiega Giarratano, è giunto solo il silenzio. “Dalle tre e mezzo della notte fino alle 21,30 Malta ci ha ignorato. Alla fine, è intervenuta una motovedetta italiana”. A quel punto Carlo e il suo equipaggio sono tornati a casa: “Per noi pescatori ogni giorno è diverso e può succedere qualcosa. In questo caso, abbiamo salvato decine di vite umane. Cosa c’è di più importante?”.