Giancarlo Cancelleri in corsia di sorpasso su Nello Musumeci. Il viceministro alle Infrastrutture, dopo averci pensato per un intero weekend, come rivela il quotidiano “La Sicilia”, ha partorito una soluzione per abbattere l’ultimo male siciliano: il caro-voli. Quello di Cancelleri si chiama modello Madeira (dall’isola portoghese in cui è stato applicato per primo) e prevede una riduzione del 30% netto sui voli che riguardano studenti e lavoratori fuori sede, oltre che soggetti disabili. Ne parlerà oggi con la ministra Paola De Micheli, ma ha già ricevuto rassicurazioni dagli uffici: la proposta, che dovrebbe finire come emendamento nella manovra che comincia il suo percorso al Senato, è fattibile e (forse) sostenibile. Prevede uno stanziamento di circa 30-35 milioni, a cui potranno essere aggiunte delle risorse anche in fase di assestamento.

Come ha spiegato in un colloquio con Mario Barresi l’ex rappresentante del M5s all’Ars, “la scelta di inserire una norma nella legge di bilancio, evidentemente con la forza di un accordo politico nel governo, ci permetterà di applicare questo unicum già nel 2020” mentre la richiesta di continuità territoriale avanzata dal presidente del Regione, che può comunque proseguire il suo iter in parallelo, ha una strada più tortuosa di fronte a sé. “Fra istruttoria degli uffici della Regione, conferenza dei servizi, allocazione delle risorse statali e regionali, scelta delle tratte e soprattutto, via libera da parte della commissione europea, rischia di essere molto più lunga e rischiosa” ha detto Cancelleri.

La parte più complicata potrebbe essere la logistica, ma Cancelleri ha già pensato anche a quello. La creazione di un portale, magari gestito da Enac, in cui gli “aventi diritto” potrebbero iscriversi e mandare la documentazione necessaria, allo scopo di farsi rilasciare un “codice sconto” da utilizzare in fase di prenotazione. Proprio come avviene in Portogallo. Il discorso è tutto in divenire, ma una prima applicazione delle tariffe agevolate potrebbe avvenire – l’ottimismo è moderato – entro il prossimo maggio. Il Natale a casa resterà comunque un lusso per pochi.

LA PROPOSTA DI MUSUMECI

Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha scritto una lettera al Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, per chiedere ufficialmente l’istituzione di tratte sociali tra gli aeroporti siciliani e il resto del Paese. La missiva arriverà oggi sui tavoli romani, ma il quotidiano “La Sicilia” ne dà un’anticipazione: “Va riconosciuto all’Isola il principio di insularità per colmare il gap infrastrutturale e strutturale che impedisce agli abitanti della Sicilia di avere pari opportunità con il resto dei cittadini europei”. Musumeci ha chiesto al governo nazionale di “riattivare le procedure previste dall’articolo 135 della legge 388/2000 per l’imposizione degli oneri di servizio pubblico per la realizzazione della continuità territoriale tra gli aeroporti di Palermo e Catania e gli aeroporti nazionale” e ciò “nella considerazione che ultimamente le tariffe aeree tra i principali scali aeroportuali della Sicilia e quelli delle altre città collegate hanno superato ogni ragionevole limite per i residenti”.

Il governatore, inoltre, ha chiesto il conferimento della delega per “potere indire la conferenza dei servizi propedeutica” a tutto l’iter, cui parteciperanno, oltre al Ministero e alla Regione, anche l’Enac e le due società di gestione degli scali (Gesap per Palermo e Sac per Catania). L’obiettivo è replicare il modello Sardegna, dove i prezzi sui voli aerei sono calmierati da qualche anno. Anche a Trapani e Comiso, gli aeroporti minori siciliani, entrerà in vigore la continuità territoriale dal marzo 2020: l’operazione è costata 48 milioni di euro. Quella per collegare Palermo e Catania – anche se non esistono calcoli ufficiali – potrebbe costarne circa 120, di cui un terzo finanziati dalla Regione e il resto dallo Stato. Sempre che lo Stato sia d’accordo.