Dato che non è bastata la mobilitazione politica del suo governo, Renato Schifani ha provato ad andare oltre, chiedendo una “mobilitazione sociale”. Tutti in piazza contro il caro-voli. Il presidente della Regione, infarcendo il dibattito di sterile propaganda, e allontanandosi dalle questioni che – invece – richiederebbero un suo intervento diretto, ci tiene sulle spine da un anno. Illudendoci che le denunce all’Antitrust, il sostegno della Meloni e gli sconti della Regione avrebbero risolto una volta per tutte la piaga atavica che affligge i siciliani fuorisede ogni Natale. Macché. Come confermato da recenti rilevazioni, le tariffe applicate dalle compagnie aeree sono addirittura aumentate rispetto a dodici mesi fa, e neppure i 33 milioni elargiti da Palazzo d’Orleans hanno modificato l’approccio spregiudicato dei vettori. Al contrario, sembra averlo accentuato.

Forse è ora che il presidente Schifani e l’assessore Aricò si rendano conto che aver dirottato alle compagnie 20 milioni provenienti dallo Stato (dopo il riferimento all’insularità in Costituzione), più altri 13 iscritti a bilancio regionale, sia stato un errore senza precedenti. Perché né Ita né tanto meno Aeroitalia, dopo aver risposto all’Avviso esplorativo della Regione, hanno fatto nulla per abbassare il prezzo dei biglietti. Piuttosto, stanno lucrando su una misura di sostegno alla mobilità. Se ne sono accorte persino le opposizioni, che sembravano intorpidite dal carico di buone intenzioni di Schifani, e adesso sembrano aver azionato il tasto ‘reset’. Fabrizio Micari, ex candidato alla presidenza, oggi renziano, sostiene la tesi del “fallimento delle misure fino a questo momento adottate”. “Il prezzo di un bene (o di un servizio) – dichiara l’ex rettore dell’Università di Palermo – nasce dall’equilibrio tra domanda ed offerta. A parità di offerta, e cioè di numero di voli resi disponibili dalle compagnie che operano su una certa tratta, se la domanda cresce, come puntualmente avviene a ridosso delle festività, il prezzo del servizio non può che salire sino alle stelle”.

“E allora – chiede Micari – su cosa dovrebbe intervenire la Regione Siciliana? Sulla concorrenza. Facendo aumentare l’offerta, attuando ogni strategia che possa far aumentare il numero di voli disponibili anche attraverso l’aumento delle compagnie che operano su una determinata tratta. Oggi la tratta Roma-Palermo è gestita solo da tre compagnie con un numero complessivo di voli giornalieri che supera di poco la decina e che viene incrementato di pochissime unità nei giorni immediatamente precedenti le festività. Nulla a confronto dell’enorme massa di siciliani che vogliono tornare in Sicilia per Natale – dice Micari -. L’unica e vera azione che la Regione ed in primis il suo Presidente dovrebbero attuare è intervenire con forza sugli aeroporti e sulle compagnie aeree, stimolandole con tutti gli strumenti a disposizione, soprattutto utilizzando in modo più efficace i fondi per l’insularità, ad incrementare il numero di voli verso la Sicilia. Ad aumentare l’offerta. Altrimenti sarà solo una sterile lamentazione e la triste dichiarazione della propria impotenza”.

Essere intervenuti con una scontistica, per altro a rimborso e non al momento della prenotazione, rappresenta un segnale di resa. Al 10 dicembre le compagnie aderenti all’Avviso non hanno ancora modificato i propri sistemi di prenotazione (l’ha fatto Aeroitalia per metà, dando ai residenti la possibilità di usufruire del 25 per cento), così gli unici soldi elargiti dalla Regione – chissà con quale tempistica: inserite l’Iban all’atto della richiesta online e poi verrete ricontattati – saranno destinati ai cittadini che hanno prenotato un volo per la Capitale o per Milano (dal 10 novembre in poi) che nel frattempo avranno conservato il biglietto e la carta d’imbarco. Quando i vettori saranno pronti, agganceranno i contributi regionali e potranno applicare loro stessi, sul proprio sito, l’agevolazione. Anche se nel frattempo i prezzi saranno lievitati ulteriormente. A questo punto, però, non sarebbe più coraggioso sospendere l’ennesimo benefit nei confronti delle compagnie?

“Il presidente Schifani deve fare pace con sé stesso ed accettare il fatto che fino ad ora le sue iniziative non solo non hanno ridotto i prezzi ma anzi stanno avendo un effetto-boomerang – ha detto il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro – Se scorriamo l’elenco di tutto quello che fino ad ora il presidente della Regione ha messo in piedi sul tema del caro voli vediamo tanta propaganda e nessun risultato concreto. Perfino l’ultima misura attuata, che prevede un intervento della Regione per applicare sconti ad alcune categorie di viaggiatori per gli aeroporti di Roma e Milano, si sta rivelando inefficace e come se non bastasse ha irrigidito ancora di più il dialogo con le compagnie aeree. Per affrontare con serietà ed efficacia questo tema c’è bisogno di interventi strutturali di lunga durata, altrimenti continueremo a leggere ogni giorno comunicati stampa del presidente Schifani mentre i prezzi dei biglietti aerei continueranno a salire”.

Anche l’opposizione, prima silente, ha capito il bluff. L’unico strenuo difensore delle politiche adottate da Schifani è Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars, che privo di argomenti prova a buttarla in caciara: “Le parole del capogruppo del PD confermano il rifiuto di quel partito a fare fronte comune con il Governo della Regione contro il caro voli, con l’aggravante di una evidente malafede nel non riconoscere né gli sforzi né i risultati fin qui raggiunti”. Pellegrino cita anche Aeroitalia, che avrebbe garantito l’applicazione di “prezzi più bassi di altri” (anche Aeroitalia, per la verità, applica tariffe da capogiro sotto le feste), ma anche il fatto che “quella dei rimborsi, per innovazione e importo, è una misura mai adottata in precedenza da nessun Governo. Insomma, un comportamento ed un atteggiamento, quello del PD, che meglio di qualsiasi altra cosa spiega perché i siciliani e gli italiani vogliano che quel partito resti all’opposizione”.

Consumata la difesa a tutti i costi, con un pizzico di onesta propaganda, non resta che prendere atto della realtà. L’Antitrust non ha nemmeno aperto un’istruttoria sulla denuncia di un “cartello” perché “non sono state rinvenute prove di contatti tra le compagnie aeree volti, direttamente o indirettamente, alla fissazione coordinata delle condizioni di offerta dei voli”; il prezzo dei voli ha superato la quota di tollerabilità ammessa; anche il governo Meloni, che aveva promesso di combattere l’algoritmo e imporre un tetto agli aumenti (pari al 200% della tariffa media del volo) ha dovuto arrendersi di fronte all’evidenza del libero mercato e alla minaccia incombente di ricorsi. Lo sconticino a rimborso è una foglia di fico che non cancellerà la vergogna di aver buttato via un anno in questo modo.