Israele. Nel giorno degli ostaggi
Hamas tenta di mercanteggiare

Evyatar David e Guy Gilboa-Dalal sono migliori amici e coetanei. Erano insieme al festival Nova il 7 ottobre 2023, sono stati tra i primi a essere rapiti da Hamas e da allora sono imprigionati nella Striscia di Gaza. Lunedì è il giorno fissato per la loro liberazione, dopo 737 giorni di prigionia. I loro nomi compaiono nella lista dei 20 ostaggi israeliani vivi che devono essere rilasciati da Hamas in base all'accordo raggiunto sulla Fase 1 del piano di pace per Gaza. Hamas è tenuta a rilasciare anche i corpi dei 28 ostaggi che si presumono morti, entro lunedì a mezzogiorno, anche se è già in conto qualche ora di ritardo. Così a mezzanotte la Piazza degli Ostaggi di Tel Aviv viene aperta al pubblico per una sorta di lunga..

Palermo da salvare dalla violenza e dall’indifferenza

Lo hanno ucciso a pochi metri dal Teatro Massimo, mentre cercava di sedare una rissa. Voleva solo riportare la calma ed è stato colpito a morte da un altro ragazzo, suo coetaneo. Due destini si sono incrociati nello stesso istante, e tutti noi siamo dentro quell’incontro. Non ci sono “noi” e “loro”: ci siamo solo noi, una città che ha smesso di parlarsi. Non è più la violenza della mafia, con le sue gerarchie e i suoi codici. E il presunto assassino che ha confessato, quando richiama Totò Riina, non vuole indicare un’appartenenza ma un modo improprio e balordo di trovare identità e consistenza. Perché la sua e quella che in genere quasi ogni giorno cogliamo è una violenza senza progetto, che nasce dal vuoto. È la voce di chi..

Requiem per Cristina. Ora la resurrezione della sanità

Nel "Libretto Rosso" di Mao Zedong, testo simbolo della Rivoluzione culturale cinese molto citato daimovimenti studenteschi del 1968, si legge una frase divenuta proverbiale: “Ci sono morti che pesano come piume e morti che pesano come macigni.” 
Quella di Maria Cristina Gallo, professoressa di Mazara del Vallo, pesa come un macigno. Pesa per la immensa tragedia personale e familiare, ma anche perché rappresenta con spietata chiarezza l’immagine di una sanità che non è più in grado di as sisters i cittadini. La sua vicenda è lo specchio di un sistema sanitario regionale che si è avvitato su se stesso, dove la disorganizzazione si intreccia con la politica, la scarsità di competenze, la frammentazione amministrativa e l’indifferenza burocratica. E, come talvolta accade, il destino di una sola persona finisce per illuminare..

Perso il Nobel per la Pace
Trump dichiara guerra a Xi

Annunciata senza molto clamore, la Cina ha adottato una misura potenzialmente dirompente nel commercio delle terre rare che rischia di stravolgere le catene di fornitura globali. Segnale che la guerra tariffaria tra Washington e Pechino, a dispetto dei negoziati in corso, è ancora tutta da risolvere, e che le tensioni proseguiranno in un crescendo fino al tanto atteso vertice tra Donald Trump e Xi Jinping all’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) in Corea del Sud previsto a fine mese. Ammesso che ci sia. "Dovevo incontrare Xi a fine mese in Corea, ma non è detto ora ce ne sia ancora il motivo". Stando a quello che dirà sull'ordine esecutivo che hanno appena emesso, sarà costretto a contrastare finanziariamente le loro mosse. "Per ogni elemento che sono stati in grado di monopolizzare", ha..

Quello di Schifani è solo il governo della “spartenza”

Inciampa, ruzzola, si rialza, gira su se stesso e prosegue, sempre al timone di una imbarcazione per una navigazione virtuale. Questa volta, quando si è votato la quarta manovra finanziaria dell’anno con una dotazione consistente, Schifani è finito nella rete che lui stesso aveva predisposto. Con una furbata, roba neppure da consiglio comunale di un modesto centro, ha fatto uscire dall’aula una parte della sua maggioranza, con l’obiettivo di rendere palese il “tradimento” di Fratelli d’Italia, e questa volta avrebbe trovato l’accordo con le opposizioni. Gli è saltata così una parte della manovra, quella che finanziava per ben trenta milioni – il resto, molto di più, è destinato a spese d’obbligo - le minutaglie, i campi di padel, i marciapiedi, i campetti di calcio e altre amenità di questa natura...

Cessate il fuoco su Gaza
Vigileranno 200 soldati Usa

Primo concreto passo in avanti nel piano di pace di Trump per Gaza. Con la ratifica nella notte dell'accordo da parte del governo israeliano (a maggioranza, con cinque ministri contrari dei partiti di destra di Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich) è entrato subito in vigore il cessate il fuoco nella Striscia, così come prevede il documento siglato in Egitto giovedì mattina. La tregua sarà monitorata da una task force congiunta con 200 soldati Usa e militari da Egitto, Qatar, Turchia e forse Emirati, come ha riferito un alto dirigente della Casa Bianca in una call cui ha partecipato anche l'ANSA. Inoltre lo Us central command stabilirà un "centro di coordinamento civile-militare" in Israele che aiuterà a facilitare il flusso di aiuti umanitari, nonché di assistenza logistica e di sicurezza..

L’annuncio di Trump nella notte
Israele e Hamas verso l’accordo

Israele e Hamas hanno raggiunto l'accordo sulla "prima fase" del piano per sospendere i combattimenti e rilasciare almeno i 20 ostaggi ancora vivi nel weekend quando in Medio Oriente, e forse anche a Gaza, dovrebbe arrivare l'artefice dell'accordo, Donald Trump, che ha annunciato sul suo social media Truth lo storico traguardo. "Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace. Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura", ha scritto il presidente americano alla fine di una giornata in cui erano stati sempre più evidenti i segnali che l'intesa era imminente. Continua su Huffington Post

Francesca. L’ultimo mito, il più cupo, della sinistra italiana

Non è indispensabile aver letto Roland Barthes per sapere che anche la politica contemporanea e il consenso democratico vivono di mitologie. D’altra parte succede tanto a destra quanto a sinistra di pescare un pezzo più o meno grande di realtà e di costruirci intorno quanto serve perché l’elettore o il militante possano riconoscervi subito un’identità politica. Si sa che in politica i miti servono a dire, senza usare troppe parole, “Noi siamo quella cosa lì”. Quindi nessuno scandalo se la destra italiana si è appropriata poche settimane fa dell’icona del povero Charlie Kirk, che pure non aveva mai citato neanche per sbaglio quando era ancora in vita, o se la sinistra italiana oggi è alle prese con il mito di Francesca Albanese. Eppure non ricordo che nella storia recente della..

Sull’immunità a Ilaria Salis
ora litigano Salvini e Tajani

“Allora, è servito!”. Subito dopo il voto che per un soffio salva la collega Ilaria Salis dal processo in Ungheria, Mimmo Lucano esce dall’aula a Strasburgo col sorriso. È servito che lui, sindaco di Riace ed europarlamentare di Avs, sia venuto nella città alsaziana per votare. “Abbiamo cercato i voti uno a uno, non è stato facile”, confidano fonti vicine alla parlamentare di Avs, tirando più di un respiro di sollievo per la scelta dell’Eurocamera di confermarle l’immunità parlamentare che le autorità di Budapest volevano toglierle. È finita con 306 sì per la conferma dello scudo, 305 contrari, 17 astenuti e un centinaio di assenti. Favorevoli socialisti, sinistra, Verdi e Renew, anche se sulla carta hanno 310 voti. Contrarie le destre, dai Popolari in giù. Un solo voto di scarto,..

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