Oltre Salvini. Se facessimo il Ponte sul modello del Mose

Opporsi a un ponte, al Ponte, perché lo vuole anche il senatore Salvini, niente di male. Sostenere il Ponte perché non lo vogliono i magistrati della Corte dei conti che si fa Corte dei ponti, niente di male. Poi c’è il formidabile estetismo di Buttafuoco: no al Ponte perché la Sicilia è un’isola. Ma c’è il paradigma del Mose. Per quarant’anni la bella gente che si fa esperta di tutto ha sostenuto che quell’opera di ingegneria delle acque era una follia, che non avrebbe mai funzionato, che era costosissima anche in vista della protezione della città più preziosa al mondo, che era un magna magna, ovvio, e che c’era la ruggine. Meglio dragare Malamocco, meglio fermare il mare con le mani nude, meglio tutto del Mose. Alla fine gli stessi..

Il Ponte? Nelle mani di Salvini non poteva che finire così

Se quelli del Partito democratico, tutti, senza distinzione, non vogliono contare nulla, se hanno deciso di indurre i pochi che pervicacemente restano ad andar via, se Schlein, nel suo “trionfale” viaggio verso Palazzo Chigi, non ha bisogno dei voti dei siciliani, lasciamoli fare, magari assistendo divertiti e increduli allo spettacolo penoso e farsesco che da tempo mettono in scena nell’indifferenza generale. Perché intestardirsi a seguire qualcosa che non ha alcun senso politico, semmai solo esistenziale? Ieri si è riunita la direzione di mezzo partito, presieduta da una inviata di Roma, e contemporaneamente è stato a Palermo Bonaccini, il presidente nazionale, con l’altra metà, impegnato in altre iniziative. Più che una forza politica, sembra un teatrino di periferia. Ma si divertono così, crogiolandosi nella loro beata incoscienza, con la sventatezza di..

Passa al Senato la riforma
della giustizia. Esulta Meloni

La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente dall'aula del Senato. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione. "Oggi, con l'approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini - ha scritto su X la premier Giorgia Meloni -. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L'Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per..

Attenti allo Zen. Se tutto è mafia niente è mafia. O no?

La visita della Commissione regionale antimafia allo ZEN può rivelarsi utile. Può segnalare l’attenzione delle istituzioni per una zona della città dalla quale sono venuti gli autori dei più recenti episodi di efferata criminalità e dove marginalità ed enormi problemi sociali contribuiscono a generare violenza. Può servire una seduta “aperta alla cittadinanza, alle istituzioni, alle associazioni, per aiutare lo ZEN a reagire”, come ha detto Antonello Cracolici. Al netto di qualche evidente nota populista, è opportuno che si esca dal “Palazzo” per andare nei luoghi del malessere, per far sapere ai suoi abitanti che non sono soli, che si ascoltano le voci di chi vive in un contesto nel quale il legame tra loro e lo Stato, se mai è esistito, è diventato esile al punto da apparire inesistente. È..

L’arcitaliana. La Meloni dura perché noi siamo uguali a lei

Per comprendere le profonde ragioni per le quali il governo di Giorgia Meloni dura e, addirittura nei sondaggi il suo partito cresce rispetto a tre anni fa, bisogna, al solito, abbandonare la cronaca e la politologia e immergersi nella storia della psicologia e dell’antropologia degli italiani. E partire dal dire che essi sono esattamente l’opposto di come li descriveva Luigi Einaudi, in un fondo del Corriere della Sera del 2 marzo 1961, significativamente intitolato “Gli italiani sono per lo più socialisti e non lo sanno”. Benché bisogna sapere che, per il grande economista ed ex presidente della Repubblica, persino Alcide De Gasperi era sospetto di “socialismo”, la realtà è che gli italiani sono “per lo più” di destra e non lo sanno. Non lo sanno davvero: sono talmente di destra..

Dazi: Usa e Cina se le danno
ma è l’Europa a prendere legnate

Mentre gli Stati Uniti e la Cina prima se le danno e poi si medicano a vicenda nella guerra commerciale che si protrae da mesi, una certezza è emersa. A uscirne malconci non saranno né gli americani né i cinesi, ma gli europei. In vista dell'atteso incontro tra Xi Jinping e Donald Trump al forum per la Cooperazione Economica Asia-Pacifico (Apec), Washington e Pechino stanno limando i dettagli di un accordo che, si spera, verrà firmato dai due leader giovedì. Il tycoon è da alcuni giorni nel sud-est asiatico, prima in Malesia, poi in Giappone, per concludere il suo tour nella regione a Gyeongju, in Corea del Sud. L'intento è di chiudere una pace commerciale prima del 10 novembre, quando scadrà formalmente la tregua tariffaria. Ma molti messaggi lanciati dalle..

Non Tajani, solo la figlia Marina
vuole riabilitare la storia del Cav.

Berlusconi non fu finanziato dalla mafia, punto. Sul conto del personaggio si possono avere opinioni diverse, tutte legittime, ma sostenere che venne aiutato da Cosa Nostra quello proprio no: dopo la sentenza di giovedì della Cassazione insistere su Silvio colluso farebbe a pugni con la verità giudiziaria. Tre gradi di giudizio hanno accertato l’inconsistenza dei sospetti, che possa piacere o meno. E difatti il verdetto non è gradito a quanti (magistrati, politici, opinionisti) sulla mafiosità del Cav misero la mano sul fuoco. Se la sono scottata, la sentenza brucia. Per cui è normale che adesso tentino di sminuirla, di minimizzarne la portata come se l’origine delle fortune berlusconiane fosse un dettaglio, tutto sommato trascurabile. Continua su Huffington Post

Delitti eccellenti e depistaggi: è la Palermo dei labirinti

Se venite a Palermo, in questa città “reggia e conventuale”, non lasciatevi incantare dalle cupole maiolicate di San Giuseppe dei Teatini o di Santa Maria dell’Ammiraglio. Spostatevi su Palazzo di giustizia e fatevi consegnare, da qualche anima pia, la mappa dei misteri che in cinquant’anni nessun tribunale è riuscito mai a risolvere. Vi troverete di fronte a un labirinto verminoso, dove la verità si è quasi sempre confusa coi teoremi e dove il lavoro di procuratori e investigatori è stato spesso ammorbato da inefficienze e stoltezze, ma anche da indicibili trame e insospettabili collusioni. Non bastava il mistero doloroso che ancora avvolge mandanti ed esecutori della strage di via d’Amelio, con centosette magistrati che, in undici gradi di giudizio, non sono riusciti a stabilire con certezza chi abbia decretato, in..

Repubblica in vendita. Ed Elly teme per le sorti del Pd

Hanno “una certa idea dell’Italia”, ma non sapranno a chi raccontarla. Prima di perdere la libertà di stampa, rischiano di perdere Repubblica. Elly Schlein teme la dismissione dei quotidiani del gruppo Gedi e sta parlando di “una cessione pericolosissima”, che può “indebolire la sinistra”, una vendita che va evitata coinvolgendo, e convincendo, capitani coraggiosi, imprenditori o banchieri illuminati. I nomi sono due: Carlo Feltrinelli e l’imprenditore Brunello Cucinelli. La segretaria lamenta che “i Tg Rai impaginano ormai l’Italia di Meloni”, che manca “un editore che sostenga la sinistra”, un editore che “possa raccontare il nostro programma”, far sentire liberi i giornalisti. Viene data per certa, a fine anno, la vendita dei quotidiani del Gruppo Gedi (Repubblica e La Stampa) all’editore greco Kyriakos Kyriakou, armatore e amico personale del primo ministro,..

“Chi ha voluto Vannacci?”
Salvini rinnega il generale

Meglio perderlo che trovarlo. E finalmente il Capitano ha capito. Il Generale che si tiene a servizio è anche quello che gli spara alle spalle. Matteo Salvini, l’altro giorno, ha avuto un’epifania che ha sbalordito i già attoniti dirigenti della Lega. “Ragazzi”, ha esordito, “mi sono convinto di una cosa…”. Si ferma quindi per una pausa tecnica, dopodiché prosegue con tono di profonda analisi veritativa: “Vannacci ci fa perdere più voti di quanti ce ne fa guadagnare”. Immaginatevi la faccia degli altri mentre il segretario e vicepremier pronuncia queste parole – ed è impossibile rendere l’idea della stupefazione che prova il colonnello leghista che ci racconta questa scena. “Vannacci, sui social, ogni minuto urla contro migranti, islamici, ma soprattutto denuncia l’invasione persino della Lombardia dove però governiamo noi”, diceva Salvini..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED