Parigi. L’ex presidente Sarkozy
varca il portone del carcere

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy è atteso stamattina nel carcere della Santé a Parigi per essere incarcerato, circa un mese dopo la sua condanna per associazione a delinquere nell'ambito del caso dei sospetti finanziamenti libici alla sua campagna presidenziale del 2007 che lo portò all'Eliseo. Sarkozy ha contestato la condanna e la decisione del giudice di incarcerarlo in attesa del ricorso in appello. Uno dei figli, Louis, ha organizzato una manifestazione a sostegno del padre nel quartiere in cui vive con la moglie, Carla Bruni-Sarkozy, per accompagnarlo prima che entri in prigione. Fin dalla condanna, la top model diventata cantante ha condiviso sui suoi canali social foto dei figli du Sarkozy e canzoni in onore del marito. In un'intervista rilasciata a Le Figaro, Sarkozy ha detto di essere pronto per..

Dopo mille vaffa ai giornalisti
ora invocano la libertà di stampa

Uno dei più trafelati urlatori grillini (siano ex, post o neo grillini, quello rimangono), Dario Carotenuto, da tempo addetto – per mandato o per vocazione – al quotidiano abbaio contro le destre e specialista dell’ululato al genocidio, ha fatto la sua chiamata al popolo su X: “La libertà di stampa è un pilastro della democrazia. Quando un giornalista viene minacciato, quando un’inchiesta viene ostacolata, non è solo un individuo a essere colpito, ma il diritto di tutti a conoscere, a capire, a essere informati”. Oggi saranno in piazza a Roma, “al fianco di @SigfridoRanucci e di tutti coloro che credono in un’informazione libera e indipendente”. È la manif “VIVA LA STAMPA LIBERA!” – scritto in maiuscolo perché lo stile turpiloquente da strilloni dell’internet è rimasto nonostante le pochette – in..

Soldi non spesi. Perché sono inutili le strigliate di Schifani

Nel bilancio della Regione per investimenti c’è poco e quel poco viene anche sprecato. I finanziamenti europei non si spendono o si spendono solo in parte e tutte le volte che questo brillante risultato viene alla luce, i politici strillano, buttano la palla in curva, attribuiscono ad altri la responsabilità, alla burocrazia in particolare, che di sua ne ha tanta. Chiamano in causa i dirigenti da loro stessi nominati. È successo nel passato e puntualmente capita anche ora per i fondi del PNRR. Schifani e la sua giunta hanno scelto i vertici dei dipartimenti a febbraio scorso, con criteri che certo non hanno tenuto conto della competenza di ciascuno, ché se poi quella c’era, bene, in ogni caso non risultava uno dei requisiti richiesti, per lo meno non il più..

“La Sicilia deve imparare a raccontare anche i suoi santi”

Non sempre e non per tutti il venerdì 17 è giorno infausto. Può essere quello in cui il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha annunciato che sarà finanziato il film su Biagio Conte, il “san Francesco” di Palermo, popolare missionario laico morto nel 2023 dopo una vita spesa per i poveri e i sofferenti. Ne è felice Gloria Giorgianni, fondatrice e amministratore delegato di Anele, la società di produzione che s’era vista bocciare a più riprese il progetto prima dalla Sicilia Film Commission poi nella manovrina economica, ma che s’era ripromessa di portare comunque a compimento l’opera anche a dispetto dei conti aziendali. Intanto, tra i disegni divini e quelli umani (spesso ugualmente imperscrutabili), la cronaca di questi giorni segnala l’intitolazione di una strada a fratel Biagio sulle Madonie,..

Schlein e Meloni sì insultano
perché conviene a tutte e due

Fa un certo effetto sentire emeriti prof, come Massimo Cacciari, che prendono sul serio Elly Schlein e sfoderano teorie filosofiche per darle ragione quando incolpa la destra degli attentati a Sigfrido Ranucci. Idem per quei megafoni governativi i quali si sono precipitati a sostenere che sì, effettivamente la sinistra è peggio di Hamas, addirittura “più fondamentalista” di quei sanguinari tagliagole (come ha sostenuto Giorgia Meloni). Chiunque capisca un po’ di politica non perde tempo ad approfondire quanto ci sia di vero o di falso in affermazioni del genere, perché è chiaro che libertà e democrazia non corrono rischi, altrettanto evidente che la sinistra non è infarcita di terroristi. Sono eccessi verbali o, se si vuole, sparate buone per i comizi. E qui sta, forse, la spiegazione più vera senza bisogno..

Elly e Giorgia, scontro totale
Accuse e parole di fuoco

Il duello è oramai senza esclusione di colpi, in una sorta di campagna elettorale permanente: la scintilla del nuovo, durissimo, scontro tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein la accende la segretaria dem, che dal palco del congresso del Pse lancia l'allarme sulla "libertà a rischio" quando l'estrema destra è al potere. Immediata e piccatissima la risposta della presidente del Consiglio, che taccia le esternazioni della leader del Pd come "delirio puro". E il botta e risposta a distanza, per lo più via social, si porta dietro le rispettive tifoserie, con la maggioranza che fa subito quadrato attorno alla premier mentre il Pd respinge gli attacchi di chi, come ribatte la stessa Schlein, sa solo fare "vittimismo" e non dà "risposte" al Paese. Nel mezzo Carlo Calenda prende la parola, sempre..

Libri. Ritratto di matriarche in un interno siciliano

Donne di Sicilia. Madri e figlie impilate come matrioske. In attesa, chissà, che venga il loro turno sul ponte di comando. E le zie. Ché non si può affrontare il tema del matriarcato o, quanto meno, del condizionamento femminile sulla letteratura e sulla società siciliana senza tirare in ballo le celeberrime zie di Leonardo Sciascia. Una sorta di triumvirato, Angela, Nica e Marietta. Lui le amò teneramente tutta la vita, memore del tempo e delle cure che gli avevano dedicato durante l’infanzia. E dell’educazione ricevuta, i cui dettagli “antifascisti” – si era negli anni Venti dell’Italia fascista - raccontò nel capitolo Breve cronaca del regime, quasi all’inizio del romanzo autobiografico Le parrocchie di Regalpetra, pubblicato nel 1956. Certo, “lo scrittore è memoria”, diceva sempre Sciascia. Lo ripeté anche a me,..

Bomba distrugge l’automobile
di Ranucci, giornalista di Rai3

L'auto di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, e quella di sua figlia sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme. Ne dà notizia lo stesso giornalista sui social. "Due ordigni - si legge nel post - hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l'intero quartiere". Al momento dell’esplosione il giornalista era a casa. La figlia, venti minuti prima, aveva parcheggiato la sua macchina accanto a quella del padre. Poi il boato, poco dopo le 22. “Pensano fosse un ordigno rudimentale - spiega Ranucci al telefono a Repubblica, piuttosto scosso - potenzialmente avrebbe potuto uccidere una persona se passava in quel momento”. La trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, sui suoi profili social..

Noi e lo Zen. Le parate non servono, bisogna ricostruire

Tutto ciò che contribuisce a tutelare la sicurezza dei cittadini di Palermo è utile, purché non si riduca solo a un esercizio di repressione. Le misure di controllo — zone rosse, DASPO, maggiore presenza delle forze dell’ordine, coordinamento più efficace — possono avere un effetto immediato, ma non bastano a cambiare le condizioni che generano la violenza. I risultati ottenuti dal presidente della Regione e dal sindaco nell’incontro con il ministro dell’Interno potranno rassicurare, per un momento, chi vive nel centro della città. Ma restano soluzioni parziali, che agiscono sulla superficie del problema e rischiano di offrire alla politica un alibi di efficienza, senza incidere sulle cause profonde. Il nodo vero è capire se i provvedimenti annunciati potranno servire anche allo ZEN e agli altri quartieri esclusi, dove la paura..

Gerenza

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