Mosca getta un ombra via Trump
sul futuro di Zelensky e Ucraina

C’è una ragione per cui Mike Pompeo non verrà nominato al Pentagono ed è l’Ucraina. Contrariamente alle voci che lo vedevano già alla guida della Difesa, l’ex segretario di Stato non farà parte della prossima amministrazione per volere di Donald Trump, così come Nikki Haley, entrambi ringraziati per l’apporto offerto ma esclusi dalla squadra di governo. Il problema di Pompeo è che sente troppo la causa, ha criticato le restrizioni imposte a Kiev su come e dove utilizzare le armi e ha più volte esortato gli alleati a donarne di più per scongiurare una capitolazione. Era inoltre membro del consiglio di amministrazione della Kyivstar, il più grande operatore telefonico nazionale. Secondo Politico la sua nomina è saltata a causa dell'opposizione di Donald Trump Jr e Tucker Carlson, che in lui..

Cronache da basso impero. Ultime dalla Regione e dintorni

Le associazioni antimafia e le anime belle della società civile predicano da trent’anni legalità e trasparenza. Ma alla Regione – ammettiamolo – non le ascolta nessuno. Fa orecchie da mercante l’assessore al Turismo, Elvira Amata. Ieri una doppia pagina de “La Sicilia” ha illustrato un reticolo di scandali che non raggiunge certamente il volume di spreco al quale ci aveva abituati il Balilla con SeeSicily, Cannes e il Bellini International Context; ma che comunque tiene alta la bandiera della corrente turistica di Fratelli d’Italia. Le martellanti prediche delle anime belle non vengono ascoltate neppure dal presidente della Regione, Renato Schifani che ormai governa “in società” – scusate il termine – con un opaco avvocato d’affari al quale ha consegnato il retrobottega di Palazzo d’Orleans. L’avvocato Gaetano Armao – un consulente..

La campagna d’odio della Schlein contro il suo governatore

Anche dopo il voto della regione Campania che permette a Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato di presidente, la segreteria del Pd ha insistito, con un comunicato dai toni burocratici, a negare che il partito possa appoggiarlo nella prossima campagna elettorale. Insomma Elly Schlein e i suoi sostenitori nel partito regionale preferiscono rischiare di perdere la regione piuttosto che accettare obtorto collo la volontà di De Luca. La decisione di non fare deroghe, questa volta, allo Statuto non è la sola o la principale ragione di questa scelta densa di pericoli. E’ la personalità per così dire spiccata di De Luca che non rientra negli schemi tradizionali a provocare irritazione e ostilità nella struttura organizzativa del Pd. Sono le stesse qualità che invece lo rendono tanto popolare..

Campo libero. In Umbria e in Emilia Conte e Schlein si evitano

La “testarda unità” del centrosinistra è durata il tempo di una sconfitta in Liguria. Almeno per adesso Conte e Schlein non calcheranno di nuovo insieme alcun palco elettorale. Non avverrà in Umbria e non accadrà neppure in Emilia-Romagna. Nelle due regioni si voterà tra pochi giorni, domenica 17 e lunedì 18 novembre. Già da questa settimana i due leader si recheranno in entrambe le regioni al voto, ma le loro agende viaggeranno come due rette parallele, senza toccarsi mai. E’ la geometria infelice del centrosinistra. Sono lontani i tempi della foto di Narni, quando alle scorse regionali umbre, nel 2019, l’allora segretario del Pd Nicola Zingaretti si faceva immortalare insieme a Luigi Di Maio e Giuseppe Conte per lanciare, invano, la volata all’allora candidato del centrosinistra Vincenzo Bianconi, ma sancendo..

Usa, Trump stravince le elezioni
Anche il Senato dalla sua parte

"Vi ringrazio tanto, abbiamo migliaia di amici qui con noi. Questo è stato il più grande movimento nella storia. Aiuteremo il nostro Paese. Un Paese ferito gravemente, ma sistemeremo tutto. Abbiamo superato ostacoli che nessuno avrebbe mai superato. Questa una è vittoria politica. Gli Stati Uniti non hanno mai visto qualcosa di simile. Ringrazio il popolo americano: sarò di nuovo presidente! Abbiamo vinto il voto popolare e avremo almeno 315 voti elettorali". Queste le parole con cui Donald Trump inizia il suo discorso da 47esimo presidente degli Stati Uniti, dalla sede di Mar-a-Lago in Florida. Il candidato repubblicano sarà il primo a servire due mandati non consecutivi da Grover Cleveland nel 1892. Continua su Huffington Post

La destra non conosce la Costituzione, i magistrati neppure

La pretesa del governo di destra di avere una magistratura collaborativa non sarebbe nemmeno così stravagante se l’aggettivo non fosse speso con scopi eufemistici: per collaborativa, infatti, viene intesa una magistratura al servizio, vassalla, che non rompa le scatole all’esecutivo e al suo legiferare, per quanto dozzinale o fantasioso, sui migranti, sui reati universali o meglio glocal, più in generale sulla mania securitaria e repressiva. Per una magistratura del genere servirebbe una Costituzione adeguata essendo inadeguata la vigente, ispirata alla separazione dei poteri, che non è un complotto ma un principio fondamentale delle democrazie liberali. Sul punto non oso dilungarmi, poiché è stato molto ben approfondito da autorevoli commentatori, come per esempio Donatella Stasio sulla Stampa di sabato 2 novembre, e comunque un po’ su tutti i giornali da un..

Le paranoie di Fdi: un apparecchio
contro le spie e le intercettazioni

Lo chiama “schifo”. Dice che ormai “siamo vicini all’eversione”. Promette che “il governo sarà implicabile”. Ed è pronta all’ennesima infornata di provvedimenti legislativi. Giorgia Meloni si sveglia la mattina e annusa aria di dossieraggi, peggio del napalm. La cronaca le viene incontro con un rosario di scandali – l’ultimo quello di Equalize a Milano – impossibili ormai da sottovalutare. L’idea di essere “circondati”, di potersi fidare di pochissime persone impregna le stanze, di natura malfidate fino all’ossessione, di Palazzo Chigi. Ma anche dei ministeri più sensibili. Come quello di Guido Crosetto – già oggetto delle attenzioni delle ricerche del finanziere Pasquale Striano – che l’altro giorno davanti all’ennesimo bubbone ha parlato di “punta dell’iceberg”. Il clima è questo, dunque. E anche Fratelli d’Italia, il partito collegato con un doppio filo..

Morte antica e arte contemporanea: la magia di Gibellina

Gibellina, con il progetto “Portami il futuro”, è la prima “capitale italiana dell’arte contemporanea”, un titolo, un riconoscimento appena introdotto dal ministero della Cultura di Alessandro Giuli. La città del Belìce ha surclassato ogni altro luogo presente tra i finalisti: Carrara, Gallarate, Pescara e Todi. Le verrà destinato un milione di euro, offerti appunto dal Mic per “mettere in opera i progetti presentati”. Le motivazioni della giuria fanno riferimento a una “capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugandone il presente, memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale, per il suo coinvolgimento delle giovani generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica”. Una città laboratorio, ossia ciò che Gibellina ha scelto d’essere dall’indomani..

Col papocchio De Luca la sinistra
rischia il k.o. pure in Campania

Attenzione, attenzione, nuovo avvincente capitolo della serie “House of De Luca”. Un uccellino ci segnala che martedì prossimo, il 5 novembre, mentre il mondo sarà col fiato sospeso per quel che accade alla Casa Bianca, il nostro prepara il colpo gobbo a palazzo Santa Lucia. Che, ca va sans dire, nel suo cuore è molto più importante, vuoi mettere. Vincenzo De Luca, questo il colpo, porterà in Consiglio regionale la legge sul famoso limite dei mandati sfidando tutti. Roba forte. Chiediamo un’intervista: “Per ora il governatore è in modalità zen, parlerà dopo il voto in Consiglio”. Insomma, la finta quiete prima della tempesta. Continua su Huffington Post

La cybersicurezza a un intramontabile prefetto felliniano

Bruno Frattasi scriverebbe del direttore Frattasi: un uomo perfetto nel secolo sbagliato. Per battere l’hackeraggio, gli spioni, il governo ha scelto un prefetto del Novecento. Colto, raffinato, un flâneur del “naufragar mi è dolce”. Dal marzo 2023 dirige l’Agenzia nazionale della cybersicurezza (Acn) ma guiderebbe magnificamente il gabinetto Vieusseux, la sala di lettura, a Firenze, di Manzoni e Gide. Ama l’inchiostro, le stilografiche, le buone letture, ascolta la musica classica, Haydn, Bach, Chopin. E’ melomane, cinefilo, tifoso del Napoli, autore del libro, su Federico Fellini, “Amarcord, 50 anni dopo. Mémoire di uno spettatore informato (e altri vagheggiamenti” (Rubettino). 68 anni, ex prefetto di Roma, Latina. Ha sciolto il comune di Fondi. Un fratello dirigente del Pci, scomparso, uno stipendio secretato, come quello della sua vicedirettrice, Nunzia Ciardi. L’Agenzia modellata, e..

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