“Assicuratevi”. Per le calamità lo stato non ha più soldi

La sfida tra quattro mesi sarà far assicurare almeno 4 milioni di aziende contro terremoti e alluvioni. A meno che l’obbligo per le imprese di sottoscrivere polizze contro le catastrofi naturali - che per legge parte dal primo gennaio 2025 - non slitti a gennaio 2026, come chiedono alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia e dell’opposizione. L’ultima relazione dell’Ania, la Confindustria delle assicurazioni, mette il dito nella piaga. L’Italia “si distingue per una gestione dei danni relativi a calamità naturali che tradizionalmente si basa sull’intervento ex-post da parte dello Stato. Questa modalità di gestione dei danni, attuata ripetutamente nel tempo, ha accresciuto la convinzione che esista un garante di ultima istanza disposto a farsi carico della ricostruzione”. Parole che risuonano attuali, alla vigila di una legge di Bilancio che dovrà fare..

Caso Sangiuliano: perquisita casa
di Boccia, sequestrato il cellulare

Prima l'iscrizione nel registro degli indagati e subito dopo la perquisizione dell'abitazione e il sequestro del telefono cellulare e degli occhiali 'spia'. Accelera l'indagine della Procura di Roma a carico di Maria Rosaria Boccia dopo la denuncia presentata a suo carico dall'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Gli inquirenti hanno delegato per l'attività istruttoria i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma che nella tarda mattinata di sabato hanno raggiunto l'abitazione dell'imprenditrice a Pompei. Gli investigatori, su mandato dei pm di piazzale Clodio, hanno acquisito materiale informatico oltre al cellulare di Boccia. In un cassetto all'interno dell'appartamento, inoltre, sono stati trovati anche gli occhiali smart che l'influencer, per sua stessa ammissione, in passato ha utilizzato per effettuare dei video all'interno della Camera dei deputati. Una "attività" che l'è costata una sorta..

La distratta Palermo ritrova Schillaci solo da morto

Esattamente come il Principe De Curtis, Totò era una maschera. La maschera prima struggente, spiritata, aggressiva; quella di Totò Schillaci che segnava a raffica, che incantò l’Italia nell’estate del 1990 con i gol delle notti magiche. La maschera suadente, social, sorridente dell’altro Totò. Quello con più capelli dell’Isola dei Famosi, di Quelli che il calcio, di Pechino Express, delle comparsate in discoteca. Del nuovo lavoro che s’era inventato a dispetto della sua timidezza dopo l’addio al calcio e le modeste avventure da imprenditore. Dietro la sua maschera Totò aveva tanti volti. Capace di grandi gesti di solidarietà, come la costruzione di un centro sportivo lì dove aveva iniziato la sua carriera, ma anche di gesti molto meno nobili, come quando nel novembre del 1990 durante una partita minacciò l’avversario, il..

Era il calciatore del popolo. Per questo tutti amavano Totò

Non ho mai capito per quale squadra facesse il tifo mio nonno. La sera, a cavalcioni sulle sue gambe, scartavo l’ultimo pacchetto di figurine Panini, e reiteravo la domanda: “Nonno, per chi tifi?”. Silenzio. Non ho mai capito cosa si celasse dietro l’ostentazione di quella non-risposta. A distanza di tempo ho realizzato: mio nonno faceva il tifo per Totò Schillaci. Vibrava per le sue prodezze. E di fronte a quelle era disposto persino a sacrificare l’amore, o la fede, per una squadra di calcio (la Juve, nel suo caso). Forse, ma questo è un pensiero che mi ha raggiunto soltanto oggi, non c’era rimasto così bene per il trasferimento all’Inter, la più grande rivale bianconera, nell’estate del ‘92, quando l’esito e le imprese del Mondiale – ma non le emozioni..

E Carlo Calenda restò solo
Se ne va anche Mara Carfagna

Anche Mara Carfagna ha deciso: via dal partito di Carlo Calenda. L'ostacolo è il campo largo. Ma dopo l'uscita della ex vice presidente della Camera da Azione arriva un comunicato molto duro. "Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall'opposizione alla maggioranza a metà legislatura contravvenendo così al mandato degli elettori. Una pratica che contribuisce ad allontanare i cittadini dalla politica. Azione rimarrà invece dove i cittadini l'hanno messa: al centro e all'opposizione del Governo e continuerà a lavorare per costruire un'alternativa ad un bipolarismo fallimentare". Così in una nota Azione dopo gli ultimi addii di Mariastella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna.

Conte si accorda sottobanco con Meloni per avere il Tg3

Giuseppe Conte fa l’oste: beve birra con Elly Schlein, ma si imbandisce la tavola con Meloni. I voti per eleggere Simona Agnes, la candidata presidente Rai di Antonio Tajani e Gianni Letta, la candidata del centrodestra, li porta lui. Il M5s si sta accordando per avere lo ius primae noctis, per trattare, meglio, direzioni di testate Rai, per strappare il Tg3 di Mario Orfeo, il Tg3 del Pd e il Pd rischia di farsi prendere per il naso, di pagare la sua posizione chiara, netta. Non solo, Conte negozia ruoli di sottogoverno fuori dalla Rai. Il centrodestra va avanti sul cda e i tre leader, singolarmente, fanno sapere dietro le tende: “L’accordo lo abbiamo. Il 26 settembre, per il cda Rai, si vota Giampaolo Rossi ad e Agnes presidente. Agnes..

Nella squadra europea di Ursula
Fitto è il meno falco di tutti

Alla fine Raffaele Fitto, il nome contro cui si sono accaniti i liberali, verdi e socialisti perché rappresentante di Giorgia Meloni in Europa, è il meno falco di tutti, a guardare il resto della squadra che Ursula von der Leyen ha presentato stamane a Strasburgo. Qui sotto vi elenchiamo i nomi dei nuovi commissari europei con i relativi portafogli. Evidente la scelta della presidente tedesca di forgiare il nuovo collegio su una linea dura in tutti i temi chiave, che si tratti dell’Economia, affidata al falco evergreen Valdis Dombrovskis (Lettonia), o l’immigrazione, delega assegnata niente meno che all’Austria, paese che va al voto il 29 settembre e rischia di ritrovarsi un cancelliere dell’Fpo, il partito sovranista primo nei sondaggi. Di immigrazione si occuperà appunto Magnus Brunner, popolare austriaco, partito che..

L’avvocato: Matteo, adagio

Toni duri contro i magistrati, ma tutte le iniziative restano in stand by. Il vicepremier dà appuntamento a Pontida

Conte a Grillo: “Caro Beppe, potrei sospenderti i contratti”

Di seguito il testo della lettera di replica che il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha inviato al fondatore Beppe Grillo. "Caro Beppe, devo purtroppo rilevare che la tua nota del giorno 5 u.s. presenta gravi inesattezze ed evidenti distorsioni sul ruolo e sui poteri del Garante. La custodia dei valori fondamentali dell’azione politica del movimento e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie (non voglio qui discutere la legittimità e la concreta rilevanza giuridica di tale altisonante previsione), si risolvono in una moral suasion, ma di certo non si estendono all’esercizio di un supposto diritto di veto o addirittura alla inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento. Un insuperabile ostacolo a questa tua visione è il principio democratico..

Gerenza

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