Acido congedo. Droghe e dazi:
divorzio fra Trump ed Elon Musk

Ecstasy, funghi psichedelici e soprattutto ketamina: di tutte queste sostanze Elon Musk avrebbe fatto uso in modo "pericoloso" nei mesi trascorsi accanto a Donald Trump. A sostenerlo è il New York Times, in un'inchiesta sulle dipendenze e i drammi familiari dell'uomo più ricco del mondo. Poche ore dopo lo scoop, accanto al presidente statunitense che per lui aveva organizzato una cerimonia di commiato nello Studio Ovale, Musk non ha voluto rispondere direttamente alle richieste di commento dei giornalisti. "È lo stesso giornale che ha riportato false notizie riguardanti il Russiagate?", si è limitato a replicare, ridendo. "Andiamo avanti", ha quindi chiosato. Continua su Huffington Post

Macché cultura. Calate il sipario su Agrigento capitale

E se si chiudesse ora il “mirabile” anno di Agrigento capitale nazionale della cultura? Se si sospendesse il calendario gregoriano e i mesi fino al prossimo dicembre venissero contati a parte? È certo difficile un’operazione di questa natura. Tuttavia, bisogna trovare il modo per interrompere il flusso di eventi che continua a comporre una vicenda tragicomica. Cominciata con l’acqua piovana dentro il teatro Pirandello alla vigilia della visita del presidente della Repubblica, potrebbe terminare ora con le dimissioni del direttore artistico di quel teatro, raggiunto da indagini della magistratura. Era lì a guidarlo forse per capacità proprie, sicuramente perché quella istituzione era stata assegnata al suo partito, a Fratelli d’Italia. In Sicilia e nel Paese, più di prima, il sostegno alla cultura non appassiona molto. Interessano semmai le sue istituzioni..

Delmastro, un incontinente al governo della Repubblica

L’ultima – l’ennesima – l’ha detta a Torino: durante un convegno di Fratelli d’Italia, scovato dalla Stampa, Andrea Delmastro – sottosegretario di Carlo Nordio, ministro della Giustizia nel governo di Giorgia Meloni – ha apostrofato così le toghe: “Il magistrato che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste; questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati”. Il riferimento era al caso, che a suo tempo aveva già suscitato dibattito, di un’email che un magistrato di Bologna, Marco Patarnello, aveva inviato a un gruppo di colleghi. A far saltare dalla sedia l’Associazione nazionale magistrati e tutta l’opposizione è stato quell’accostamento tra alcuni magistrati e i mafiosi. Un paragone azzardato e giudicato offensivo dai destinatari. Fatto, probabilmente, anche per rivendicare l’attivismo del centrodestra contro la..

Il decreto Sicurezza comporta
400 anni di carcere in più

È questione di giorni, di mesi al massimo, e un'altra mannaia potrebbe abbattersi sulle carceri italiane, già piene di problemi. E potrebbe portare a un allungamento delle pene per centinaia di persone che in carcere sono già recluse. Di cosa parliamo? Gli effetti del nuovo reato di rivolta carceraria, introdotto dal decreto sicurezza. Il reato era già stato molto contestato sin dalla prima stesura del provvedimento, innanzitutto perché le proteste e le rivolte in carcere sono nella stragrande maggioranza dei casi prodotte dal sovraffollamento e dalla carenza di personale, attività e spazi per i detenuti. In secondo luogo perché è un reato poco chiaro: prevede, infatti, che a essere puniti con una pena da 1 a 5 anni siano coloro che partecipano ad una rivolta non solo "mediante atti di..

Il centrosinistra vince
da Genova a Ravenna

Ricominciare da Genova, dove la candidata di un centrosinistra in formato “campo largo” Silvia Salis, ex martellista olimpica e vicepresidente vicaria del Coni, prevale al primo turno delle amministrative con il 52,3 contro il 43,3 per cento dei voti sul candidato del centrodestra Pietro Piciocchi. Ricominciare da Ravenna, dove Alessandro Barattoni, candidato di un centrosinistra in formato larghissimo (ma sulla scia dell’ex sindaco dem riformista Michele De Pascale, ora presidente della Regione Emilia-Romagna) doppia con un 58,64 per cento i candidati di un centrodestra insolitamente diviso. E ricominciare magari a esercitare una qualche forma di grandeur prospettica, sperando che i referendum dell’8-9 giugno non rovinino la festa, e confidando pure (di nuovo, più di vent’anni dopo) sull’effetto traino di Nanni Moretti — che dà la sveglia al centrosinistra sulla manifestazione..

L’Ue tartassata da Trump
ora che pensava di domarlo

“Adesso l’amministrazione Trump ha un atteggiamento più ragionevole”, notava una fonte europea, commentando le ultime mosse di Donald Trump, la sua telefonata a Ursula von der Leyen dopo quella con Vladimir Putin. "È stato lui a chiedere di parlare con la presidente della Commissione europea!". Un riavvicinamento dettato anche dal fatto che il presidente russo sta deludendo il suo amico americano sull’Ucraina, spingendolo di fatto a riallacciare i rapporti con gli europei, persino con von der Leyen, finora a lungo ignorata e ora "fantastica!". Continua su Huffington Post

Parenti e tribunali. I cortocircuiti dell’antimafia militante

Come le rondini a primavera. Tornano puntuali ogni anno, nel giorno in cui si ricordano Falcone e quanti con lui sono rimasti vittime dell’attentato di Capaci. Non c’è scampo. Pare si voglia impedire che quella memoria sia condivisa, che quell’eroe, e con lui Paolo Borsellino e tutti coloro che hanno servito e onorato questa disgraziata terra, restino fuori dagli strattoni di chi ne pretende una impropria ed esclusiva eredità, una personale, familiare custodia del loro patrimonio morale. Tornano ogni anno il fratello e la sorella. Con stile ed eleganza diversi e diversi obiettivi. Il primo, fastidiosamente eccessivo e rancoroso, sembra che sulla parentela si sia costruiti un’immagine, un’identità e il diritto di individuare quanti con lui hanno i titoli per condividere il patrimonio. E non sono molti. L’altra, la sorella,..

Controlli antimafia, sul Ponte
Mattarella “raddrizza” Salvini

È stata la lettura dei giornali del mattino a far alzare il sopracciglio solitamente assai impassibile di Sergio Mattarella. La richiesta degli uffici legislativi del Quirinale di eliminare dal decreto Infrastrutture varato lunedì dal governo una norma che "spostava" i controlli antimafia a una struttura di missione per la costruzione del Ponte sullo Stretto era definita da alcune testate un depotenziamento dei controlli Antimafia. E il capo dello Stato non ha voluto lasciar passare sotto silenzio una narrazione che ritiene profondamente sbagliata. È persino inutile spiegare perché il presidente non intenda abbassare o fare abbassare la guardia davanti alla criminalità organizzata e perché non intenda accettare che sia anche solo messa in dubbio questa sua volontà. Ci sono alcuni temi sui quali non esiste deroga per Mattarella, mentre la nuova..

Berlusconi in Paradiso. Protagonista di un romanzo rosa

Di libri, di libri su Berlusconi ne son stati scritti a bizzeffe, dalle agiografie al saggio complottaro, ma l’harmony proprio mancava. “Lui, lei e il Paradiso” è l’ultima opera di Sveva Casati Modignani, alias Bice Cairati, nostra signora delle lettere amorose: decine di romanzi, 12 milioni di copie vendute all’attivo, una Elena Ferrante rosa. Quest’ultimo però è peculiare, perché il “Lui” della storia non è il classico pilota o pirata di questo tipo di narrativa, bensì il Cav. Il quale, nella finzione dell’opera, appena defunto si ritrova in una specie di sala d’attesa che immette al Paradiso, appunto, tra le nuvolette molto da caffè Lavazza, in compagnia dell’autrice stessa. I nomi sono di fantasia, lui si chiama Dino Solbiati, lei Stella Recalcati. Ma Solbiati è proprio Lui. Che non sa..

Il grillino penitente. Terrorizzato dallo sguardo di Conte

Giuseppe Conte, a vederlo così, non sembrerebbe incutere timore. E invece. Pare che nel M5s basti un suo sguardo storto per trasformare deputati in monaci benedettini: silenziosi, disciplinati, e con un voto di obbedienza che manco fra Cristoforo. Prendete Filippo Scerra, deputato e questore della Camera. Uno che fino a qualche tempo fa parlava, sorrideva, magari mangiava anche. Poi il disgraziato, in una riunione, ha approvato la restituzione del vitalizio all’ex ministro Francesco De Lorenzo. Ebbene, un richiamo di Conte – pubblico e privato – ha avuto su di lui l’effetto di una conversione: “Ma le leggi almeno le cose che firmi?”. Da allora, per non sbagliare, per non saper (come si dice) né leggere né scrivere, il povero Scerra dice solo “No”. In ogni riunione del collegio dei questori...

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