Cuffariani al rogo
Così la spoliazione

Da quando Palazzo d’Orleans ha scoperto il moralismo succede che alcune nomine, già decise e approvate dalla commissione parlamentare, vengano sospese perché il governo ha sottoposto i candidati a un esame del sangue. Parliamo, va da sé, di sangue politico. Il presidente Schifani, che si è appena iscritto al partito dei duri e puri, vuole capire quanti residui di cuffarismo ci sono nelle vene di tutti i compari e comparielli designati per gli incarichi di sottogoverno. Ma dietro tanto accanimento c’è un doppio obbiettivo. Il primo è quello della spoliazione: sottrarre potere alla Dc degli appestati e ridistribuirlo ai propri parrocchiani; il secondo è quello di sbandierare un rigore da Santa Inquisizione verso i reprobi cuffariani sperando che l’opinione pubblica dimentichi la grazia, lo spazio e gli inchini accordati invece..

Cercasi “bon ton”
a Palazzo d’Orleans

E’ probabile che il presidente Schifani oltre al premio per l’ambiente si faccia dare anche quello di “Ambasciatore del Bon Ton”. Intanto però qualcuno gli appunti una medaglietta sul petto per ricordargli come ci si comporta in società. Se migliaia di professionisti – ai quali va il merito di reggere metà della sanità pubblica – arrivano da tutta la Sicilia per chiedere un gesto di riguardo e di attenzione, lui non può sfuggire al confronto e lasciare la delegazione in mano al capo di gabinetto per un colloquio ovviamente tra sordi. Di fronte a tanta insensibilità c’è una sola spiegazione: che essendo la sanità siciliana diventata una poltiglia di scandali e inefficienza, il governatore non ha più né la faccia né il coraggio di presentarsi al cospetto di operatori che,..

Opposizione in soccorso
del traballate Schifani

L’hanno impacchettato con cura e sarà il regalo di Natale che le opposizioni consegneranno martedì, 2 dicembre, al traballante governo Schifani. Per rianimarlo. Dentro una scatola, addobbata con le stelline e il fiocco rosso, c’è una mozione di sfiducia che non avrà i numeri per essere approvata ma che farà il miracolo di compattare, col voto palese, la squinternata coalizione di centrodestra. Di fatto consentirà al presidente della Regione di dimenticare Totò Cuffaro e gli scandali di questo infelice 2025; e, alle opposizioni, di riprendere l’antica via degli inciuci, delle mance e della contrattazione su ogni capitolo della Finanziaria, già approdata a Sala d’Ercole ma ancora in attesa di avere il via libera dell’Ars. Martedì 2 dicembre – segnatevelo – sarà il giorno della politica politicante, del tempo perso, della..

Effetti collaterali
di un premio peloso

Giusy Savarino s’è impappinata. Presa dalla frenesia di premiare il presidente della Regione e subito travolta dalle polemiche per lo spettacolo di salivosa piaggeria messo in scena al teatro Pirandello di Agrigento, l’assessora al Territorio ha tentato di mettere una pezza alla valanga di irrisione che l’è piovuta addosso. Per dimostrare che non tutto era stato fatto per la gloria di Schifani, ha comprato una pagina di Repubblica e ha scritto una tiritera con la quale elenca associazioni, professionisti e uomini politici coinvolti nella manifestazione e nei riconoscimenti. Una toppa peggiore del buco. Perché il nome del governatore compare solo in fondo alla pagina e per giunta dopo quello dell’inquisito Galvagno. Ma si sa, gli amici di Fratelli d’Italia sono fatti così: con una mano gli lisciano il pelo e..

Hanno risuscitato
il sindacato giallo

Ricordate i sindacati gialli? Nacquero al tempo in cui c’era la classe operaia e si chiamavano così perché, in cambio di qualche miserevole privilegio, riuscivano spesso a spaccare il fronte unitario dei confederali. Facevano, insomma, il gioco dei padroni e per questo venivano pubblicamente insultati e sputacchiati dai metalmeccanici del Cantiere Navale di Palermo che non esitavano a definirli “pagnottisti” o “lenticchiari”, nel senso che si vendevano per un tozzo di pane e per un piatto di lenticchie. Noi, reduci di quell’era, credevamo che il sindacato giallo fosse scomparso. Invece no. L’assessore regionale alla Sanità, Daniela Faraoni, ha appena utilizzato tre sigle farlocche con l’intento di rompere il fronte dei convenzionati esterni e di scongiurare lo sciopero di mercoledì. Ma la manovra, rozza e infantile, le è esplosa tra le..

Tre immacolatissimi
in difesa di Schifani

Per contestare le accuse di Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, si sono esibiti i tre colonnelli della maggioranza: i purissimi Marcello Caruso, coordinatore di Forza Italia; Luca Sbardella, commissario di Fratelli d’Italia; e Nino Germanà, segretario della Lega: così puri che per non infettarsi hanno evitato di coinvolgere, nella difesa del governo Schifani, la Dc di Totò Cuffaro, considerata ormai un partito di appestati. I tre hanno dichiarato che “l’opposizione non perde occasione per sbandierare slogan vuoti”, mentre “grazie all’azione del governo regionale la Sicilia cresce e traina la ripresa nazionale”. Hanno dimenticato di dire che la Sicilia registra anche “una crescita morale”. Ma questa amenità, così luminosa, l’aveva espressa venerdì ad Agrigento il presidente Schifani. Meglio non insistere, avrà pensato il furbo e immacolatissimo Sbardella.

Schifani a teatro
batte Pirandello

L’ha detto o non l’ha detto? Se lo chiedevano gli agrigentini che venerdì si sono scapicollati al Teatro Pirandello per assistere a una rappresentazione che solo la grande politica siciliana poteva offrire. C’era l’assessore al Territorio, Giusy Savarino, che premiava come “Ambasciatore dell’Ambiente 2025” il presidente della Regione, Renato Schifani. Il quale, stordito da tanta gratificazione, ha pronunciato un discorso che ha rallegrato tutti gli spettatori. “La Sicilia – ha detto – sta vivendo un momento di crescita sociale ma anche morale”. Sulla crescita sociale non tanto, ma sulla crescita morale il teatro è esploso in un applauso che ha fatto tremare le pareti. Un applauso così non era stato tributato né a Giorgio Albertazzi né a Sebastiano Lo Monaco, grandi interpreti di Pirandello. Nemmeno alle macchiette di Totò o..

Le furbizie della Faraoni
contro lo sciopero del 26

Il vizio di Palazzo d’Orleans ha contagiato quasi tutti i rami dell’amministrazione. Quando c’è da buttare un po’ di fumo negli occhi dell’opinione pubblica, l’assessore impupa un comunicato stampa col quale dice e non dice, incarica della pubblicazione il suo pagnottista di fiducia e crede di avere risolto un problema che rischia invece di imputridire. L’ultimo esempio arriva dalla Sanità, dove l’assessore Daniela Faraoni si trova alle prese con lo sciopero dei convenzionati esterni proclamato per mercoledì prossimo. Sarà la paralisi. E la Faraoni, nel tentativo di arginare la contestazione, ha diramato una nota nella quale farfuglia di incontri con i sindacati che ovviamente non sono approdati a nulla. Prova così a nascondere il fatto che siamo a fine novembre e non ha assegnato alle strutture il budget che avrebbe..

I moralisti in attesa
di spartirsi quei voti

C’è il moralismo peloso di Renato Schifani che, in preda a un furore sanfedista, licenzia i due assessori democristiani – infetti di cuffarismo ma senza macchia giudiziaria – e grazia l’assessore Elvira Amata, esponente della corrente turistica di Fratelli d’Italia, per la quale è stato chiesto il rinvio a giudizio. E c’è il moralismo silente degli altri partiti di maggioranza – la Lega di Luca Sammartino e l’Mpa di Raffaele Lombardo – che non hanno spiccicato una parola per dire a Schifani che c’è un limite all’incoerenza e pure alla logica di figli e figliastri. E allora togliamo il velo all’ultima ipocrisia. Dietro ogni moralismo c’è un sacco vuoto che aspetta di essere riempito con i voti in fuga da una Dc che, dopo la caduta di Totò Cuffaro, non..

La doppia morale
di un governatore

La patriota Elvira Amata, per la quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione, “non sarà scaricata”. Il presidente della Regione, Renato Schifani, la manterrà con tutti gli onori al vertice dell’assessorato al Turismo. E sarà inutile chiedersi per quale ragione i due assessori cuffariani, che non hanno alcuna macchia giudiziaria, siano stati defenestrati subito e senza pietà, mentre l’esponente di Fratelli d’Italia resta inchiodata alla poltrona nonostante il pesante dossier della magistratura inquirente. La risposta di Schifani non ammette repliche: quello della Amata “è un caso diverso della Dc”. Diverso, perché? Boh. Il governatore ha detto la sua, i trombettieri si accontentano e diffondono: meglio una domanda in meno che una domanda in più. Primum sopravvivere, deinde piritolleggiare. Così va il mondo dalle parti di Palazzo..

Gerenza

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