Era il presidente
o Giucas Casella?

Certo, il presidente dell’Ars è sotto stress: la procura di Palermo vuole mandarlo sotto processo per reati che vanno dalla corruzione al peculato e la premier Meloni non vede l’ora di rispedirlo nel piccolo regno di Paternò. Ma l’urlo che è rimbombato ieri a Sala d’Ercole, sotto gli affreschi del Velasquez, non ammette più indulgenze. Gaetano Galvagno, in un diverbio con l’assessore al Bilancio, Alessandro Dagnino, ha perso le staffe e ha cominciato a gridare – “Dica la verità… Mi guardi negli occhi!...” – in un crescendo infuocato di tonalità che lo faceva somigliare sempre più al mago Otelma o a Giucas Casella. Ma era solo disperazione. La stessa che sovrasta il governatore Schifani. Il quale incede nell’aula con la postura spocchiosa del padrone unico delle ferriere e si ritrova..

Ecco a voi l’epopea
del Grande Tessitore

I cantori di Palazzo d’Orleans non avevano più aggettivi ieri sera per incorniciare l’epopea con la quale il presidente Schifani ha sbaragliato i franchi tiratori nascosti nei cunicoli e negli anfratti dell’Ars. Leggiamo un brano tratto da una di quelle testate che riescono a dare pennellate di poesia anche alla rozza cronaca parlamentare: “Il governatore arriva in aula e veste i panni del grande tessitore. Incontri, dibattiti, discussioni, qualche concessione alle opposizioni su temi importanti e proposte condivisibili. Una strigliata a qualche deputato, un incontro con altri e alla fine l’articolo uno con i 150 milioni di aiuti per il lavoro va in porto”. Forse c’era pure il cavallo bianco col quale Schifani ha varcato il portone di Palazzo dei Normanni, ma i cantori delle trionfali imprese non amano perdersi..

Olé, anche Galvagno scopre i valori

Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha pronunciato, davanti alla fiamma olimpica, parole di ampio respiro. Ma è stato, in particolare, quel suo accenno ai "valori" che ha suscitato stupore e commozione nel cuore di tutti noi siciliani. Il Galvagno che per tre anni ha coperto gli intrighi e gli affari della sua portavoce, Sabrina De Capitani, all’improvviso si è messo ad elogiare alcune virtù cardinali come “la lealtà, l’impegno e il rispetto dell’avversario”. E il Galvagno che riceveva sotto casa la tentacolare Lady Dragotto per un’intesa da retrobottega su contributi e privilegi, ha trovato all’improvviso il coraggio di inserire nel “filo dei valori” anche “la ricerca dell’eccellenza”. Un miracolo della politica. L’ex golden boy di Fratelli d’Italia ha tromboneggiato un po’ ma da ieri è già pronto per iscriversi, come..

La pagnotta di Turano
al super pagnottista

Solo a un assessoricchio di terza fila come Mimmo Turano poteva venire in mente di affidare “il rafforzamento dell’offerta educativa” a Maurizio Scaglione, il super pagnottista di Palazzo d’Orleans che in un solo anno ha ottenuto dalla Regione incarichi e affidamenti diretti per oltre mezzo milione di euro. Il responsabile della Pubblica Istruzione si è inventato un viaggio in alcuni istituti superiori della Sicilia per verificare “le opportunità di crescita e contrasto alla dispersione scolastica”. Ma la verifica non la fa, come vorrebbe la legge, un ispettore dell’assessorato. La fa, ovviamente dietro lauto compenso, il faccendiere Scaglione. Comunque non tutti i mali vengono per nuocere. Grazie a Mimmo Turano, gli studenti avranno modo di apprendere il significato delle tre parole che nutrono la vita di questa Regione: clientelismo, servilismo, pagnottismo...

Come dare dignità
a una legislatura

Continueremo così per altri due anni? Continueremo fino all’estate del 2027 con un re nudo che rifiuta ogni proposta, ogni confronto, ogni ragionamento? Continueremo ad assistere, senza soluzione di continuità, allo spettacolo indecente di un centrodestra devastato dalle inchieste giudiziarie ma tenacemente inchiodato a una concezione feudale del potere? Continueremo con la vandea squinternata dei franchi tiratori, dei rancori, degli agguati e delle faide fino alla fine della legislatura? Signori, fermatevi per favore. Diteci che c’è ancora una speranza. Da qui alle prossime elezioni regionali il governo avrà una disponibilità aggiuntiva di quasi due miliardi di euro. E’ così difficile pensare a un patto – anche tra maggioranza e opposizione – che soddisfi finalmente ii bisogni della la Sicilia e non gli appetiti dei clan che selvaggiamente occupano la politica?

Provate a immaginare
l’estate politica del ’27

Ci sarà da divertirsi nell’estate del 2027, quando si dovranno approntare liste e candidature per le elezioni regionali. Immaginate Renato Schifani alle prese con l’ambizione, tutta sua, di un bis a Palazzo d’Orleans. Dovrà combattere – che Dio l’aiuti – contro Marina e Pier Silvio Berlusconi, padroni di Forza Italia, ai quali già sembra troppo vecchio Antonio Tajani, 72 anni, fedelissimo successore di Sua Maestà il Cavaliere. E immaginate pure la faccia che faranno Gaetano Galvagno ed Elvira Amata – sputtanati dalle inchieste per corruzione – quando Giorgia Meloni, che non sopporta i mascariati dalla giustizia, li butterà fuori da Fratelli d’Italia. I due, va da sé, parleranno di vendette e di complotti. Imitando così l’intrepido Balilla che, dopo anni di sprechi e scandali, recita ogni giorno, sul teatrino della..

I giochi della politica
sulla pelle dei siciliani

Ma chi crede più ai pannicelli caldi approntati dal governo per garantire professionalità nelle nomine di Asp e ospedali? Quella che i trombettieri di Palazzo d’Orleans chiamano pomposamente “Alta Commissione” è in realtà una scopiazzatura di norme già esistenti e mai applicate. La prima rivoluzione necessaria per riportare la Sanità siciliana dentro i confini della decenza sarebbe quella di istituire una commissione di illuminati santi del Paradiso per la scelta degli assessori. Le due gentili signore portate da Schifani al vertice di Piazza Ottavio Ziino – Giovanna Volo e Daniela Faraoni – hanno fatto disastri. La prima ha avuto il ruolo di un cartonato messo lì per salvaguardare gli orticelli del governatore. Mentre la seconda ha un lungo curriculum costruito proprio sull’inestricabile intreccio tra politica e sanità. Una vita, una..

L’irredimibile Sanità
di Schifani e Faraoni

Potenza del malgoverno. L’Asp di Palermo è da dieci mesi senza un direttore generale ma il presidente della Regione, Renato Schifani, ha fatto sapere che le nomine della Sanità saranno definite solo dopo l’approvazione della legge Finanziaria. Teme le incursioni in aula dei franchi tiratori e crede di tenere buoni così quei partiti e quei clan del centrodestra che non vedono l’ora di ottenere gli incarichi e di spadroneggiare oltre che negli ospedali pure negli appalti e nelle assunzioni. Tanto, che fretta c’è. Non bastavano gli scandali che hanno punteggiano con cadenza quasi settimanale le cronache giudiziarie. Non bastava lo scempio di un assessore – Daniela Faraoni – che ha definito a dicembre il budget che avrebbe dovuto assegnare ai convenzionati già all’inizio dell’anno. La Sanità siciliana precipita verso il..

Piccole arroganze
crescono in Sicilia

Piccole arroganze crescono. Nella prima Repubblica c’erano imprenditori che amministravano grandi aziende di Stato, come Eni o Enel, e maneggiavano miliardi di lire. “Razza padrona”, la chiamarono Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani in un libro del 1974. Nella repubblichetta siciliana – quella che amministra clientele e pagnottisti – s’avanza una casta di sottogoverno che pretende di spadroneggiare al riparo di ogni critica. Un esempio arriva dal dossier di “Report” sugli scandali che hanno travolto i meloniani di Sicilia. Avete sentito con quanta spocchia Antonella Ferrara, reginetta di Taobuk, ha replicato alla giornalista che le chiedeva conto di una collana regalata a Elvira Amata, l’assessora al Turismo che aveva inondato di contributi la manifestazione di Taormina? Adulare i grandi scrittori con i soldi della Regione dev’essere un mestiere che dà alla..

Corrotti di Sicilia
Meloni, pensaci tu

Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, si gira dall’altra parte e fa finta di non vedere la valanga di scandali che si è abbattuta sul governo di Renato Schifani. Dice che farà una visitina in Sicilia dopo l’Epifania: faccia con comodo, tanto non c’è fretta. E Giorgia Meloni? “Report” ha mandato in onda ieri sui Fratelli di Sicilia un dossier a dir poco devastante. La corruzione dilaga e le inchieste della magistratura non hanno risparmiato neppure il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. Luca Sbardella, il commissario inviato in Sicilia per evitare lo spappolamento, non sa come arginare la guerra per bande né come debellare la funesta corrente turistica del partito. Potrebbe invece farcela la premier, col pugno duro. Ma riuscirà a scavalcare i santoni – anche vicini a lei – che..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED