Calenda paga il conto
pure dell’errore siciliano

Ben gli sta, verrebbe da dire. Fino a pochi mesi fa i talk-show lo presentavano come l’astro nascente della politica italiana, come il leader svincolato dalle logiche del passato. Insomma, Carlo Calenda sembrava il sol dell’avvenire. E sembrava pure che la sua “Azione” fosse l’ideale punto di aggregazione per quei moderati sempre alla ricerca di un partito di centro dal quale contenere gli estremismi di destra e di sinistra. Ma nel volgere di una settimana, Carlo Calenda è rimasto solo: le quattro personalità più in vista di “Azione” – Enrico Costa, Maria Stella Gelmini, Giusy Versace e Mara Carfagna – lo hanno clamorosamente abbandonato. Forse avrebbero dovuto pensarci prima. Come hanno potuto dare credito per due anni a un leader che, nell’estate del 2022, ha candidato alla presidenza della Regione..

Con Giuli si riapre
la partita del Massimo

Vai su per la scalinata del Teatro Massimo, attraversi il foyer, ti immergi nella magnificenza della sala, tra i palchi e la platea, e ti chiedi: chi amministrerà questo grande patrimonio di arte e cultura? Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ripropone al vertice Marco Betta, musicista di respiro internazionale, ma sa che, nella scelta, avrà voce in capitolo anche Palazzo d’Orleans. Dove il Grande Lottizzatore, Renato Schifani, non vola mai alto: dal suo retrobottega viene fuori sempre il nome di Andrea Peria, il pagnottista che ha già combinato un pastrocchio, al Politeama, con la sovrintendenza dell’Orchestra Sinfonica. Per fortuna, alla fine deciderà il nuovo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, altra pasta rispetto al goffo Sangiuliano che già pensava di piazzare a Palermo una sua consulente, Beatrice Venezi. La partita..

Montecitorio raccoglie
l’eredità di don Puglisi

Grati a chi ha raccolto la sua eredità”, ha detto il governatore Renato Schifani commemorando il sacrificio di Don Pino Puglisi, l’apostolo di Brancaccio trucidato nel 1993 dalla mafia. Ma per un gioco del destino - o della politica - una buona parte dell’eredità lasciata dal sacerdote ucciso l’ha raccolta, certamente all’insaputa di Schifani, il vice presidente della Camera, Giorgio Mulè: da oggi farà parte del suo staff di Montecitorio Maurizio Artale che a Brancaccio ha diretto da sempre il Centro Padre Nostro, un presidio di legalità contro le sopraffazioni di Cosa Nostra. Il Centro, fondato da Don Puglisi, avrà così la possibilità di essere e operare dentro le istituzioni. Non tutti gli uomini delle istituzioni sono uguali: c’è chi utilizza lo staff per reclutare pagnottisti e avvocati di affari..

Le allegre consulenze
da Roma alla Regione

Consulenti sotto tiro. Non bastava Maria Rosaria Boccia, la “non consigliera” che ha gettato nella polvere Gennaro Sangiuliano. Ora spunta Narda Frisone, altra donna avvenente, molto cara al ministro Giorgetti, piazzata anche lei alla Cultura. In questo valzer non poteva mancare la Sicilia. Il Fatto Quotidiano tira in ballo Simona Vicari nominata da Renato Schifani consulente per l’Energia con uno stipendio di sessanta mila euro l’anno. Il giornale grida allo scandalo perché l’ex senatrice è imputata di corruzione in un processo dove la Regione è parte civile: avrebbe ricevuto dall’armatore di Liberty Lines un Rolex di cinquemila euro in cambio di un emendamento. Bell’impiccio. Ma a Palazzo d’Orleans non c’è imbarazzo: “Fino a condanna definitiva siamo tutti innocenti”, hanno risposto al Fatto. Quando si tratta di garantire i suoi, Schifani..

Ma quanto è bella
la Palermo dei Corsaro

Evviva i fratelli Corsaro. C’era bisogno di questa luce e di questo vento. Respira la televisione, respira Mediaset e respiriamo pure noi, poveri spettatori afflitti da un’estate mortizza e inchiodati per tre mesi alle repliche e a techetechetè. La fiction, tratta dai romanzi di Salvo Toscano, ci seduce con un Giuseppe Fiorello lieve e inarrivabile, con un racconto che salta con leggerezza dal giallo alla commedia e con una Palermo narrata finalmente nella sua realtà briosa e senza la maschera plumbea dei luoghi comuni più vecchi e abusati. Inevitabile il raffronto con “I leoni di Sicilia”, la serie colossal sui Florio che da martedì tiene banco sull’ammiraglia Rai. Certo, rappresentano due mondi completamente diversi e lontani. Ma vuoi mettere la brillantezza dei fratelli Corsaro con il chiaroscuro ottocentesco dei Florio?..

Succede nella Regione
delle mance e dei favori

Leggo sul Giornale di Sicilia che per la lotta al crack non c’è il budget. Dopo un anno il disegno di legge – sollecitato caldamente dal vescovo di Palermo, Carmelo Lorefice – è stato partorito ma Palazzo d’Orleans e l’Assemblea regionale sono ancora alla ricerca della copertura finanziaria. Incredibile ma vero. Ogni santo giorno la Regione mette in palio almeno un milione di euro per iniziative il cui scopo è quasi sempre quello di favorire un amico o un gruppo di amici: la carta canta. E ogni giorno i deputati regionali e i membri del governo aggiornano la contabilità sulle mance che hanno già incassato – ottanta milioni – e su quelle che potranno incassare con la prossima manovra di bilancio. Ma per la lotta al crack non si trovano..

La pacchia delle donne
che pendono a destra

Donne che pendono a destra. Con questo titolo Dagospia ha ricordato la forlgorante resurrezione artistica di Serena Autieri: sparita dalla Rai dopo due flop, è tornata in tv con ben cinque programmi. Tra i suoi estimatori, manco a dirlo, ci sono Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano, napoletano come lei. In Sicilia le donne che pendono a destra non sono da meno. Soffermatevi su questa storia di porte girevoli. Orchestra Sinfonica: nel 2023 esce Gianna Fratta, direttrice artistica, ed entra in scena con due concerti Beatrice Venezi, direttore d’orchestra e consulente musicale del ministro Sangiuliano. Nel 2024 il gioco si inverte: dalla direzione artistica di Taormina Arte esce Beatrice Venezi e al suo posto arriva Gianna Fratta; che nel frattempo, per una consulenza al Bellini International Context, ha pure incassato dalla..

Edy Tamajo e la Parigi
che val bene una messa

Al tempo dei canonici di legno il peccatore, per salvarsi, doveva recitare la penitenza – “pater, ave, gloria” – almeno tre volte in un giorno. Edy Tamajo che ha solo commesso un peccatuccio di legittima ambizione – ha ipotizzato per il 2027 una sua candidatura alla Presidenza – è costretto a ripetere in ogni intervista che Renato Schifani merita il bis e che lui lo appoggerà lealmente. La giaculatoria serve per sedare le ire e i rancori del presidente della Regione che vede nel suo assessore un possibile rivale. Tamajo, che in virtù dei 120 mila voti raccolti alle europee è il candidato naturale alla successione, sta al gioco. “Parigi val bene una messa”, disse Enrico di Navarra alla fine del Cinquecento quando da ugonotto si convertì al cattolicesimo pur..

L’ex partito della libertà
è diventato una caserma

Il segretario Antonio Tajani ha richiamato all’ordine i quadri dirigenti di Forza Italia e ha detto espressamente che non bisogna criticare Schifani sui giornali. Se proprio bisogna muovere una contestazione, è opportuno aspettare il congresso del partito. Che si terrà tra due o tre anni. Nel frattempo il presidente della Regione continuerà a governare con le sue prepotenze, i suoi rancori e i suoi capricci. Continuerà a tutelare gli interessi del suo opaco cerchio magico e a regalare le poltrone del sottogoverno ai riccastri che lo invitano alle feste. Mentre i deputati di Forza Italia verranno, come sempre, ignorati e mortificati. Anche perché il coordinatore regionale, Marcello Caruso, non ha voce in capitolo: lui è il segretario particolare e il portaordini di Schifani; lui sa solo ubbidire. Era questo il..

L’Armata Brancameloni
ha perso la guerra

E’ entrata in guerra l’ammiraglia Mediaset con una potenza di fuoco pari a tre reti televisive. Sono scese in mare, armate fino ai denti, le caravelle di Angelucci: Il Giornale, Libero, il Tempo. Si è mobilitato il Consiglio supremo dei guardiani della rivoluzione, con in testa Nicola Porro e Paolo Del Debbio. Sono stati richiamati in servizio i manganellatori e i picchiatori più violenti, più trucidi e più ributtanti. Ed è stato convocato pure lo squadrone degli allarmisti, uomini altamente specializzati nel lanciare i sospetti di un complotto: gli stessi che avevano avvertito il popolo di una inchiesta che le forze del male stavano per aprire su Arianna. L’armata aveva un bersaglio preciso: annientare la pompeiana che, con le sue piccanti rivelazioni, stava per crocifiggere il bombolo della cultura. Ma..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 06680540827

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED