Pagana, assessore
a sua insaputa

Prima o poi, c’è da star certi, si costituiranno in una associazione il cui compito sarà quello di ricordare alla politica la fitta serie di vendette e di rancori che hanno segnato la vita di Palazzo d’Orleans negli anni di Renato Schifani. All’elenco delle vittime – che trovate qui, in apertura – manca il nome del professor Giuseppe Trombino. Era stato nominato presidente del Comitato tecnico scientifico, quello per le autorizzazioni alle imprese, sette mesi fa da Elena Pagana, assessore al Territorio e all’Ambiente. Ma la settimana scorsa è stato destituito per fare posto a Gaetano Armao, l’avvocato d’affari al quale Schifani ha delegato le questioni più delicate della Regione. Nessuno ha spiegato a Trombino il perché della sostituzione. Elena Pagana – assessore a sua insaputa – avrebbe voluto dire..

I super pagnottisti
di Palazzo d’Orleans

Legulei e azzeccagarbugli, maestri del diritto e del rovescio non fanno altro che invocare una legge, un comma, un combinato disposto. Insomma, una “carta” che dia copertura alle loro azioni. Poi, quando la norma c’è, puntualmente viene ignorata. Stracciata. Calpestata. Il 30 dicembre del 2019, imperante Nello Musumeci, il Segretario Generale della Regione, Maria Mattarella, ha diramato una circolare: il Governatore non può assegnare, a un proprio cliente, più di un incarico. “Carta” fatta a pezzi da Renato Schifani che al cliente del suo cuore, Gaetano Armao, ha conferito non uno ma due incarichi. Stessa generosità per un altro centometrista del cerchio magico: quell’Andrea Peria che, da presidente del Corecom, è diventato sovrintendente dell’Orchestra Sinfonica, pur continuando a rastrellare appalti pubblici a destra e a manca. Pagnottismo senza limitismo.

Quei due moralisti
prigionieri del silenzio

Ma dov’è finito Giancarlo Cancelleri, il puro e duro dei Cinque Stelle transitato tre mesi fa in Forza Italia, il partitaccio dei reprobi? E che fine ha fatto Caterina Chinnici, la figlia prediletta dell’Antimafia? Anche lei, come Cancelleri, ha cambiato casacca, abbagliata dal partito di Silvio Berlusconi; però non è ancora riuscita a trasferire nel popolo azzurro quella carica di legalità e trasparenza che il suo nome si porta dietro. Fino a qualche anno fa le parole di Cancelleri, come quelle di Johnny Stecchino, facevano tremare i mobili. Pure quelle di Caterina Chinnici avevano una potenza innata: alle elezioni regionali del 2022 riuscirono persino a sconvolgere le liste del Pd. Ma dopo il trionfale passaggio a Forza Italia i due campioni del moralismo si sono imposti un silenzio a dir..

Urso, stai in guardia
Schifani non perdona

E’ proprio incorreggibile questo presidente della Regione. Ha diramato un lungo comunicato stampa per rivendicare il merito di avere posto per primo la questione del caro voli e per dare atto al governo Meloni di avere finalmente inserito in un decreto la norma che dovrebbe – dovrebbe – attenuare le speculazioni delle compagnie aeree soprattutto nei collegamenti con le isole. La norma, come si sa, è stata voluta e portata a Palazzo Chigi dal ministro Adolfo Urso. Ma il governatore siciliano evita accuratamente di nominarlo. Urso, dieci giorni fa, ha avuto l’ardire di contrastare non solo la linea di Palazzo d’Orleans sulle responsabilità dell’incendio a Fontanarossa, ma anche l’assetto amministrativo dell’aeroporto catanese, controllato da Forza Italia. Il rancoroso Schifani non ha digerito l’affronto. E alla prima occasione si è vendicato...

L’ultima domanda
all’assessore Carta

L’assessore Maurizio Carta, frontman della giunta comunale di Palermo, si è risentito per il “sottile sarcasmo” – capito il doppio senso? – manifestato da Buttanissima sullo sconcio di via Maqueda, la strada spagnolesca che taglia il centro storico di questa città “regia e conventuale”. Ci rimprovera di non avere una visione “di sistema” e di formulare critiche comunque prive di un contributo costruttivo. Mizzica. Lui però che cosa ha fatto? E’ al governo da dodici mesi con deleghe che vanno dal traffico alla rigenerazione urbana, ma non ha ancora elaborato una sola ideuzza in grado di riportare Palermo a un livello di civiltà, di decenza, di decoro. In compenso ha fatto tante belle corse mattutine, ha pubblicato migliaia di post e di selfie, ha piritollleggiato per tutto il Festino. Affidato,..

L’assessore “tuttoselfie”
perso in via Maqueda

Lui, Maurizio Carta, l’assessore tuttoselfie del Comune di Palermo, si era lasciato andare a una dichiarazione solenne: “Mai abbassare la guardia”. Così aveva detto venerdì. E per un giorno la severa ordinanza municipale ha funzionato: una pattuglia di vigili urbani ha allontanato da via Maqueda – l’isola pedonale che doveva essere il fiore all’occhiello della città – le dieci, cento, mille bancarelle abusive e tutta la sporcizia legata al ributtante suk che da oltre dieci anni avvilisce e ammorba il centro storico. Ma l’aria nuova è durata meno di dodici ore. Sabato mattina eravamo già punto e a capo. Gli abusivi, nascosti provvisoriamente nei vicoli laterali, sono tornati a invadere, spocchiosi e impenitenti, ogni angolo e marciapiede della spagnolesca via principale. L’assessore Carta, manco a dirlo, aveva abbassato la guardia...

Attenti al senatore
della porta accanto

Rosario Crocetta, governatore di pomposa inutilità, aveva delegato gli affari più delicati della Regione a Beppe Lumia, uomo del Pd e principe dell’Antimafia. Gli assegnò pure una stanza al piano nobile di Palazzo d’Orleans e da quel momento Lumia veniva indicato dagli uscieri come “il senatore della porta accanto”. Crocetta regnava e Lumia comandava. Per un capriccio del destino, anche Renato Schifani, governatore per grazia ricevuta, ha il suo “consigliere della porta accanto”. E’ quel Gaetano Armao che per cinque anni, da assessore al Bilancio, ha inflitto alla Sicilia non pochi disastri, tutti documentati dalla Corte dei Conti. Non è ancora senatore ma promette bene. Mentre, con i poteri conferiti dalla Regione, vigilava sui tributi degli altri, veniva personalmente inseguito dal fisco per oltre 600 mila euro di tasse non..

Palermo, il traffico
e l’oracolo di Carta

"Palermo non si aggiusta in un anno", ha detto ieri il sindaco Roberto Lagalla, tracciando il bilancio di un anno di lavoro. Ha rivendicato il merito di avere eliminato la vergogna delle bare accatastate in un capannone dei Rotoli; e ha elencato le cose che restano ancora da fare per ricucire le ferite lasciate aperte dalla precedente amministrazione. Non poteva mancare, data l’occasione, una nota dell’assessore Maurizio Carta, frontman della giunta. Tra le sue competenze c’è il traffico urbano: un disastro. Da un anno la città aspetta un progetto, un’idea o un’ordinanza per rimediare alle scelte talebane del suo predecessore. Ma l’assessore Carta dirama solo post. Quello di stamattina recita così: “Correre, percorrere. Sento ancora il dolore del fumo, i pianti, l’odore della tragedia”. Correre, percorrere: ricordate l’oracolo della Sibilla?..

Menzogne e fughe
dei gemelli di Sicilia

No, non sprecate il tempo a stabilire se uno è migliore dell’altro o se l’altro è peggiore dell’uno. Sono i gemelli siamesi di Sicilia. Ugualmente bugiardi, ugualmente rancorosi, ugualmente inaffidabili. Nello Musumeci, ministro della Protezione civile, è andato al Senato e ha raccontato un cumulo di frottole su ciò che avrebbe dovuto fare e non ha fatto per prevenire gli incendi che hanno distrutto boschi, case, aziende agricole, e terrorizzato milioni di abitanti da Palermo a Catania, da Enna a Messina. Nelle stesse ore, manco a dirlo, Renato Schifani, presidente della Regione, fuggiva a gambe levate dall’Ars per evitare di confrontarsi con il parlamento sulle responsabilità del suo governo non solo sugli incendi ma anche sul caos degli aeroporti che ancora affligge turisti e viaggiatori. No, non c’è confronto da..

La politica, Nordio
e la rosa dei venti

Fino all’altro ieri, quando ancora spirava il vento di scirocco, sembrava che l’unico problema per l’Italia e per il resto del mondo fosse Carlo Nordio. Il ministro di Giustizia agitava la bandierina – o lo spettro: fate voi – di due modifiche al codice penale e il dibattito si era subito trasformato in una guerra santa, dentro e fuori il parlamento. Con vampate di sdegno e di furori. Con accuse e sospetti che dividevano i garantisti dai giustizialisti, l’antimafia delle carriere dall’antimafia chiodata. Poi, quando il vento è girato e sullo scirocco si è imposto il maestrale, Nordio è improvvisamente scomparso dagli schermi e nessuno ha parlato più di abuso di ufficio o di concorso esterno in associazione mafiosa. Il dibattito si è spostato sul reddito di cittadinanza. E’ l’Italia,..

Gerenza

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