Ha promesso entro un anno di portare la città fuori dal dissesto; ma anche di combattere i possessori dei pass “farlocchi” per accedere al centro storico; di mettere le ganasce alle auto dei contravventori che non pagano le multe per violazione al codice della strada; e, come se non bastasse, di istituire una royalty per l’utilizzo del Teatro Antico, dove – piccolo inciso – “non è possibile stilare un calendario di eventi senza consultare la città, concentrandoli in periodi dove è già sovraccarica di turisti”. Gli alberghi sono sold-out.

Nemmeno una settimana da sindaco e già Cateno De Luca ha deciso di rivoltare Taormina come un calzino. Per ridare dignità al Comune e alla sua gente. Le grandi pulizie di primavera sono cominciate e prevedono, fra l’altro, l’inaugurazione delle due rassegne più celebri: il Taormina Film Fest e il Festival Taormina Arte, entrambe a cura della Fondazione presieduta da Ester Bonafede, l’ex assessore di Crocetta voluta in quel ruolo dall’establishment di Fratelli d’Italia. De Luca si ritroverà a duettare in conferenza stampa con Esterina e con Beatrice Venezi, l’amica personale di Giorgia Meloni che è anche direttore artistico di Taormina Arte. E forse, mercoledì mattina, dovrà fare buon viso a cattivo gioco per esistere alla tentazione di annunciare la sua prossima mossa: una tassa da 1 euro per accedere al Teatro. Un balzello in aggiunta ai costi dello sbigliettamento, che permetterebbero al Comune di garantire la viabilità, la pulizia e tutti i servizi connessi, fin qui erogati in maniera gratuita. “E certo che falliamo…”.

E’ il Cateno De Luca delle grandi occasioni. Rinfrancato da un grande successo personale – ha superato il 60% e asfaltato l’uscente Bolognari – e da una campagna che l’ha visto impegnato su più fronti. Quasi ovunque da vincitore (solo a Catania s’è visto poco, e infatti il suo Savoca ne ha risentito). Ha fatto eleggere sindaci i quattro deputati regionali del suo partito che da ottobre fanno gavetta con lui all’Ars; ha dato una mano al civico Cassì a ri-conquistare Ragusa, portando uno dei suoi in Consiglio comunale; ha spaccato il centrodestra – come ha denunciato la patriota Carolina Varchi – attirando nella sua tela alcuni “esponenti della maggioranza che si sono sistematicamente” alleati con lui in alcuni comuni del Palermitano (la mente corre subito ai forzisti delusi dalla gestione Schifani-Caruso). E’ andato a nozze pure con Pd e Cinque Stelle – operazione non riuscitissima – per dare prova di voto utile e pensiero indipendente. Negli ultimi giorni ha reso visita, assieme all’ex Iena Ismaele La Vardera, al Capo dello Stato Sergio Mattarella, completando un percorso di “istituzionalizzazione” anche a livello di comportamenti, e non solo per gli incarichi ricevuti.

Taormina è il suo quarto Comune dopo Messina, Santa Teresa di Riva e Fiumedinisi. Tutti da sindaco. Ma Scateno è sempre lui: generoso, indomito e spregiudicato quando serve. Ora s’è messo in testa di sputtanare gli evasori. La prima verifica sul bilancio di previsione è servita a stabilire che dalle casse del Comune mancano 20 milioni: “Abbiamo preso ad esempio quattro poste di bilancio – ha scritto il neo sindaco – per verificare la effettiva percentuale di evasione dei tributi municipali: Imu, addizionale Irpef, imposta soggiorno, Tari. Viene confermato il sospetto di una evasione complessiva che va oltre il 70%, rappresentato da circa il 20% dei contribuenti taorminesi in danno dell’80% che pagano regolarmente i tributi. E’ loro che dobbiamo tutelare”.

Ma Taormina è anche la città della bellezza, di White Lotus, dello show biz, dei concerti estivi. Alla Bonafede, che rappresenta il suo principale interlocutore alla Regione, ha parlato chiaro. Ribadendo, ad esempio, la sua contrarietà ad insediarsi in un ente di cui la governance è a maggioranza della Regione siciliana. “Non è accettabile che Taormina continui ad essere ospite in casa propria. Come sindaco rivendico il ruolo di protagonismo che ci spetta. Sospendo il mio insediamento – ha detto al termine dell’incontro di ieri – fino a quando la modifica statutaria non consentirà di ristabilire un equilibrio doveroso tra le parti in causa. Resta inteso – ha aggiunto De Luca – che si avvieranno tutte le procedure per riconoscere al comune di Taormina una parte degli incassi per far fronte alla gestione e compensare i servizi di decoro, pulizia ed ordine pubblico che il comune è obbligato a garantire per tutti gli eventi che sono già programmati all’interno del teatro”. E infine la parte più pulp: “Siamo pronti a ricorrere all’adozione di provvedimenti contingibili e urgenti per far valere le ragioni del comune. Adesso basta! Se costretto procederò io stesso con ordinanza ad inibire l’accesso alla strada che porta al teatro. Pretendiamo rispetto e risposte”. Il Film Fest e Taormina Arte costituiscono solo un pezzetto dell’universo patinato della perla dello Jonio, che nelle prossime settimane ospiterà il meglio della cultura internazionale. Da Taomoda a Taobuk, sono numerose le iniziative che avranno De Luca nel ruolo insolito del gran cerimoniere e padrone di casa un po’ irrequieto.

I tanti lustrini non lo distrarranno – questo è fuor di dubbio – dal ruolo di “amministratore”; dall’occuparsi di monnezza e villa comunale (l’orario di chiusura è stato posticipato alle 24); di regole e trasgressori. Anche Raffaele Lombardo, nonostante gli screzi più recenti, gli ha riconosciuto alcune doti innate: “E’ un bravo amministratore e un grande lavoratore – ha detto a ‘La Sicilia’ -. Se tenesse, anche solo un po’, a bada il suo ego alluvionale…”. Forse – quello sì – rischia di essere un po’ meno presente a Palermo, dove in questo avvio di legislatura, complice il lassismo generale (e qualche “inciucio” come nel caso della Finanziaria), la sua opposizione ha punto meno. Troppo impegnato nella creazione di una piattaforma nazionale in vista delle prossime Europee, è apparso meno rovente che in campagna elettorale, quand’era stato bravissimo a creare la suggestione di una rimonta su Schifani: avrebbe avuto dell’incredibile. La missione di diventare sindaco di Sicilia è soltanto sospesa: per ora è sindaco di Taormina, una città con grande desiderio di riscatto. Un’altra rampa di lancio, l’ennesima, in vista di traguardi sempre più ambiziosi.