“La gestione dell’emergenza a livello nazionale è stata finora pressoché fallimentare”. Lo afferma Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, che spiega: “Sono stati spesi soldi inutili per banchi con le rotelle, mascherine acquistate da intermediari a prezzi maggiorati e primule salatissime. La cosa più importante, ossia il vaccino, tarda però ad arrivare, rischiando così di rendere la campagna di immunizzazione poco efficace e troppo lunga. Al governatore Musumeci chiediamo quindi di valutare l’acquisto in autonomia di dosi aggiuntive dei vaccini già approvati da Ema e Aifa, così come ha già annunciato il Veneto e come sembrano intenzionate a fare Emilia Romagna e Campania. Non si tratta di contrapporsi al governo nazionale, ma di accelerare sull’unica strada che può portarci fuori da questo tunnel”.

La questione, però, non è all’ordine del giorno. Ruggero Razza ha più volte incitato il governo nazionale a farsi portavoce, presso l’Ue, dell’acquisto di nuove dosi di siero, compreso quello russo. E ha scandagliato il mercato. Musumeci ha detto che sarebbe disposto a farlo subito, e che per quelli i soldi si trovano. Al momento, però, ha le mani legate. “Sono 113 mila persone che finora hanno ricevuto il vaccino – ha spiegato, ieri, Musumeci in conferenza stampa – di cui 97.848 hanno completato la vaccinazione. Da oggi arrivano in Sicilia i vaccini di AstraZeneca”. Saranno circa 100 mila le dosi recapitate alla Sicilia nel mese di febbraio. Ma non è ancora chiaro – sarà al centro del dibattito in conferenza Stato-Regioni – il calendario vaccinale per gli under 55.

Procede a gonfie vele, invece, la prenotazione degli over-80, che ha superato quota 76 mila. Il prossimo passo è la zona gialla, anche se il governatore frena: “All’indomani dell’istituzione della zona rossa i nuovi positivi erano stati quasi duemila, mentre le persone ricoverate 1.618. I numeri sul contrasto della pandemia sono incoraggianti”, ha spiegato Musumeci, “a tal punto da potere inquadrare la nostra regione in zona gialla”, anche se “l’assenza di un governo che abbia una prospettiva di gestione dell’emergenza rende più difficile anche la programmazione per le regioni. In ogni caso dobbiamo completare anche questa settimana e soltanto venerdì saremo nelle condizioni di poter capire quale elemento di novità può essere introdotto”.

L’ultimo bollettino del Ministero ci dice che, nell’Isola, ci sono 744 nuovi positivi al coronavirus, 1.337 le persone attualmente ricoverate (66 in meno di lunedì) e 1.331 le persone finora guarite. I morti nelle ultime 24 ore sono stati 24. Nel frattempo il Dipartimento per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, ha diramato una breve nota per spiegare che “è destituita di fondamento la notizia relativa alla presenza in Sicilia di soggetti affetti da Covid-19 con variante brasiliana. Sono in atto, invece, le sequenziazioni sulla ricerca del gene ‘S’ della variante inglese su alcuni pazienti in cura nell’Isola”.

Il Pd: bisogna inserire disabili e cargiver nel nuovo piano

“Quali misure sono state adottate in Sicilia per assicurare in via prioritaria la somministrazione del vaccino ai soggetti con disabilità nonché ai ‘caregiver’, cioè genitori, familiari e badanti che si fanno carico delle persone non autosufficienti e dei minori con disabilità, visto che si tratta di persone che versano in condizioni di fragilità ed alta vulnerabilità?”. Lo chiedono i parlamentari regionali del PD, che hanno presentato una interrogazione rivolta all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Nell’interrogazione, il cui primo firmatario è il capogruppo Giuseppe Lupo, si ricorda che è stato il Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 Domenico Arcuri a dichiarare che per le persone con disabilità le vaccinazioni sono state previste a partire da febbraio insieme con la seconda categoria degli over 80. I deputati del PD chiedono anche di sapere a partire da quale data i suddetti soggetti potranno ricevere il vaccino, quali sono i criteri adottati per l’accesso prioritario alla vaccinazione in modo sicuro, affidabile e gratuito, e se è stato previsto un piano di vaccinazione “a domicilio” per i soggetti con disabilità che non possono recarsi presso le sedi adibite alla somministrazione del vaccino. “Ci auguriamo – conclude il capogruppo Giuseppe Lupo – che su un tema così importante la risposta dell’assessore non tardi ad arrivare”.

Il nostro esperimento con la prenotazione online

Ore 8.40 di lunedì mattina. Ci fingiamo ottantenni e proviamo ad accedere al portale che consente la prenotazione del vaccino. La piattaforma di Poste Italiane – un meccanismo di registrazione a un form online – è attivo da oggi e la Sicilia è la prima regione a sperimentarlo. L’appuntamento è per le 10, ma arriviamo in anticipo e c’è già la fila (digitale). Il sistema ha numerosi affluenti: il sito della Regione, quello delle Asp e www.siciliacoronavirus.it. Noi scegliamo il principale, digitando sulla barra degli indirizzi la url ‘prenotazioni.vaccinicovid.gov.it’. Ad accoglierci una primula in fase di caricamento che indica 10 minuti d’attesa. Ce ne vorranno sei per avere accesso alla schermata principale, dove il sistema chiede di inserire il numero di tessera sanitaria e di codice fiscale. ‘Credenziali errate’. Ci riproviamo due o tre volte, ma il risultato non cambia. Forse è troppo presto.

Ore 10.10

Alle 10 in punto siamo di nuovo sul sito. Proviamo e riproviamo, ma nulla. Le credenziali non sono valide. Non è il sistema ad essere impallato, ma chi vi scrive – che ha meno di 80 anni, gode di ottima salute e ha sufficienti conoscenze informatiche – a voler forzare un po’ troppo la mano. Un potenziale “furbetto” con una buona ragione: verificare l’integrità del sistema.  Il tentativo d’accesso è respinto alla prova delle credenziali, che costituiscono un’ottima barriera.

Ore 10.30

Così, nel giro di qualche minuto, rimediamo la tessera sanitaria di un ottantunenne che ha le carte in regola, lui sì, per fare il vaccino. L’inserimento dei dati personali stavolta non subisce contrattempi. Il sistema richiede un numero di telefono (non per forza quello del ‘vaccinando’, va bene anche quello di un familiare o di chi l’assiste) e, nel giro di pochi secondi, ci riporta alla schermata madre: l’elenco dei centri vaccinali della provincia di residenza (una sessantina, per ora, in tutta la Sicilia), e la possibilità di scegliere tra diverse fasce orarie. Spuntiamo quella più congeniale alle nostre esigenze – giorno 23 febbraio, fascia 12-13, presso l’ospedale Regina Margherita di Comiso – e proseguiamo.

Sul numero di cellulare indicato in precedenza, arriva un codice OTP (one time password) per l’autenticazione. Basta digitarlo sulla piattaforma online, e il gioco è fatto. Sullo schermo appare un codice a barre e il codice di prenotazione corrispettivo. Si può anche scaricare un Pdf “stampabile” che conferma l’appuntamento o, limitarsi a portare con sé il messaggio sul telefonico, assieme ai propri documenti personali. Il consenso informato le altre scartoffie saranno fornite una volta a destinazione. C’è un “ma”: la procedura è stata portata a termine nel giro di qualche minuto da una persona avvezza all’utilizzo della tecnologia. L’anziano ottantunenne, con le sue conoscenze informatiche, non avrebbe mosso un dito di fronte al caricamento della primula.

Al massimo si sarebbe gettato sulla soluzione più confortevole: il numero verde. Abbiamo provato anche quello: è attivo dal lunedì al venerdì, nella fascia oraria 9-18. Dopo un bellissimo messaggio di registrazione, una quarantina di secondi, la linea cade. E della prenotazione non resta che l’intento. Alle 11.15 di un lunedì mattina in piena pandemia, l’unico modo per un anziano di avere accesso al vaccino è prenotarsi online. On-line. E avere a fianco un figlio, un nipote (come nel caso appena dimostrato), un badante. O doti informatiche nascoste. Non è un Paese per vecchi. Ma stavolta è un’affermazione un po’ beffarda.