Sono saliti a 103 i positivi al Covid-19 nella Missione Speranza e Carità fondata dal missionario laico Biagio Conte, a Palermo. Ieri erano 39, oggi ne sono stati riscontrati altri 64 dopo l’esito dei tamponi processati dall’Asp che sta continuando ad eseguire i test nelle quattro strutture palermitane. L’andamento dei contagi è tenuto sotto osservazione dalla prefettura, dove oggi s’è tenuta una riunione per fare il punto sulla situazione. La struttura che presenta al momento reali criticità logistiche è quella di via Decollati, nella quale sono complessivamente presenti circa 300 persone. In ciascuna struttura, l’ASP ha garantito la presenza di una USCA (Unità Speciale di Continuità Assistenziale) e da ieri sera il Comune ha inviato dei mediatori culturali.

Sempre il Comune, in collaborazione con la Protezione Civile e la Caritas, da oggi assicura la fornitura dei pasti, oltre che di altri beni primari e secondari. È stata decisa la creazione di un presidio logistico-sanitario permanente composto da ASP e Comune in ciascuna della quattro sedi, cui si affiancheranno gli operatori sanitari di Medici senza Frontiere e i mediatori culturali. L’attività di presidio delle Forze dell’Ordine, che sono già presenti sul posto h24 dalla giornata di ieri, sarà supportata dai mediatori culturali, tenuto presente che gli ospiti della Missione, oltre che italiani, sono di svariate nazionalità e culture. Il personale medico di ASP e MsF ha avviato una verifica sullo stato di salute dei pazienti più anziani presenti in una delle strutture. Proseguirà inoltre a ritmo serrato lo screening di tutti gli ospiti al fine di rendere possibile l’identificazione di positivi e negativi e poter quindi decidere eventuali ulteriori passi da compiere. Allo stesso tempo si stanno individuando possibilità tecnico logistiche di creare all’interno degli spazi della Missione delle aree separate dalle altre che favoriscano il mantenimento del distanziamento sociale. Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci, raccogliendo la richiesta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, aveva dichiarato “zona rossa” i quattro centri gestiti dalla Missione che accolgono indigenti, migranti, senza tetto e donne in difficoltà.

Non sono buone, in generale, le notizie che provengono dal Ministero della Salute: nelle ultime 24 ore si registrano 116 nuovi casi in Sicilia. Nell’Isola 194 persone sono ricoverate con sintomi, tredici si trovano in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 2.109 pazienti, mentre non si è registrato alcun nuovo decesso. Numeri che fanno salire il totale dei casi di Covid-19 in Sicilia, dall’inizio della pandemia, a quasi seimila. Attualmente, invece, ci sono 2.316 positivi. Sono state chiuse le scuole di due comuni: San Giuseppe Jato e Belmonte Mezzagno (dove si è manifestato un focolaio, con 17 positivi, dopo una festa di compleanno).

Mentre il governatore Musumeci torna a battere sul tasto dell’emergenza sanitaria: “Apprendo adesso che sono oltre 60 i positivi arrivati con la OpenArms a Palermo. A questi si aggiungono quelli già presenti in Sicilia e quelli che hanno test in corso. Il tutto mentre la “zona rossa” istituita ieri si è rivelata una scelta tempestiva con il numero dei positivi nella comunità di Palermo cresciuto oltre le 100 unità. E poi Lampedusa di nuovo stracolma e altre Ong che pretendono di utilizzare i porti siciliani mentre stiamo scoppiando. Vorrei che ragionassero di questo al vertice europeo del 23 settembre – ha scritto Musumeci in una nota -. Vorrei che capissero che l’Europa è assente sul suo fronte più scoperto: il Mediterraneo. Lo hanno abbandonato e l’Occidente non può fare finta di niente. Il prezzo lo pagano la Sicilia e il resto d’Italia. C’è una strafottenza senza precedenti, una volgare strumentalizzazione che capovolge la realtà: quelli che difendono i diritti umani sono accusati di razzismo; quelli che se ne fregano della salute degli ultimi, sono pronti per la canonizzazione. In un mondo così, in un mondo che va al contrario, nessuno si deve poi lamentare se la paura genera insicurezza. E di insicurezza, si sa, si alimentano i totalitarismi, non le democrazie”.