Confiteor. Confesso che al referendum ho votato di pancia e ho votato no. L’ho fatto per dire no ai moralisti come Luigi Di Maio che odiano la politica ma sanno come salvaguardare i loro privilegi e come nascondere i loro sprechi. Per dire no ai manettari come Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, la cui massima aspirazione è quella di trasformare l’Italia in un grande, immenso e irrevocabile Ucciardone. Ma anche per dire no al cinismo con il quale il Pd di Nicola Zingaretti ha svenduto le proprie idee, la propria storia e la propria cultura pur di mantenere le poltrone che l’alleanza con i grillini gli ha consentito di conquistare. Ho votato no, tre volte no, perché voglio essere governato dal partito della ragione e non dalla paura con la quale i populisti, i sovranisti e i giustizialisti avvelenano ogni giorno la vita e il futuro di questo bellissimo Paese.