Che mondo sarebbe senza Salvini? Le piazze, le tv, i social, le navi, i terremoti, i conti dello stato, l’Europa… Siamo a Salvinilandia, un luogo incantato ed auto rigenerantesi. Più se ne parla e più la giostra gira e gira e gira. Faccione con barbetta accennata, occhi taglienti, accento chiaramente del nord, capitano mio capitano coglie ogni attimo buono per far girare il suo stesso mondo intorno a sé, senza curarsi delle magre figure e delle oleose arancine, della faccia di bronzo che si mette quando si reca nei luoghi del dolore e ci mangia su selfandosi sorridente, delle contraddizioni di uno che va in quella Catania prima tanto dileggiata, alle pendici di quell’Etna tante volte invocato. A lui non interessa, tutto fa brodo, tutto fa girare quella giostra e tutto distrae il Paese dai fallimenti continui di un governo giallo come l’ittero e verde come la sua faccia.

E non interessa neppure alla gente, questo è il guaio, questa la magia. Continuano ad invocarlo come il santo protettore degli italici confini dagli sporchi negri, come il guru dell’antipolitica, come il demiurgo del Paese, come il nemico giurato della tecnocrazia europea, come l’uomo che un giorno smise i panni del vizioso giovincello drogato di Padania e si scoprì innamorato del sud.

Tutto il resto è un dettaglio. Un dettaglio se quegli stessi schifosi cori di San Siro lui li ha intonati tante volte, birra in mano e petto in fuori, e siamo ancora un Paese malato di razzismo; un dettaglio se l’obbrobriosa, vecchia politica è stata per anni anche la sua (e non sarà certo qualche slogan e la catarsi pentastellata a salvarlo dai soldi che il suo partito deve allo Stato); un dettaglio se il Paese sta andando a catafascio, come dimostra una manovra finanziaria ridicola; un dettaglio se l’Europa ha letteralmente surclassato le idiozie sue e di Di Maio, con il solo risultato di aver perso settimane e settimane appresso a una strombazzata rivoluzione dei decimali, finita a fischi e pernacchie; un dettaglio se la Sicilia e il Sud, nonostante la sua folgorazione e il plebiscito dei grillini di quasi un anno fa, rimangono ancora tragicamente staccati dal resto di un Paese che viaggia sempre a due velocità.

Sono solo dettagli. La sostanza è Salvinilandia e la sua vincente politica, cosa di nutella.