A ottobre la Giunta per le elezioni della Camera si troverà davanti a una di quelle storie che sarebbero piaciute a Kafka e Pirandello, insomma agli alchimisti letterari dell’identità, ai labirintici architetti dell’assurdo, una vicenda che forse avrebbe incuriosito persino Freud e, chissà, il neurologo Oliver Sacks. E infatti dopo l’estate i deputati membri della Giunta per le elezioni di Montecitorio dovranno stabilire, in punto di diritto e di regolamenti, di buon senso (e ci permettiamo di aggiungere anche di filosofia), se una loro collega ha sostanzialmente diritto alla propria identità, a riprova del fatto che “uno nessuno e centomila” è il vademecum del perfetto italiano, la reale Costituzione del nostro paese matto e confuso. L’articolo completo su ilfoglio.it