Che fine fa l’Università? All’indomani dello scandalo costato la sospensione dal servizio al magnifico rettore Francesco Basile e al suo vice, il prorettore Giancarlo Magnano di San Lio, la poltrona più ambita – che nel 2016 è stata decisa tramite una votazione coi pizzini – è rimasta vacante. Occorre individuare il metodo per riempirla, e non è facile. Come riportato su La Sicilia da Mario Barresi, lo strumento di consultazione più importante sarebbe lo statuto. Che va interpretato: non indica, infatti, cosa fare in caso di “sospensione” dal servizio. L’articolo 12 del regolamento elettorale d’Ateneo, tuttavia, riporta che “in caso di anticipata cessazione dalla carica, il decano, su invito del Senato accademico, indice le elezioni del rettore e fissa le date delle votazioni in modo che le operazioni di voto si concludano entro 60 giorni dalla cessazione della carica”. Ma la cessazione anticipata non è la “sospensione” e dunque il mistero s’infittisce. Il decano, in teoria, dovrebbe fissare i paletti del nuovo iter elettorale. Ma appare una soluzione audace, che un’eventuale decisione del giudice – di revoca della sospensione, ad esempio – renderebbe vana. Ecco che all’orizzonte si fa largo un possibile piano-b: il commissariamento dell’Ateneo da parte del Ministro all’Istruzione Bussetti.