Nel Pd serpeggiano caos e malumore. In attesa di conoscere le motivazioni della commissione nazionale di garanzia, che dirà l’ultima parola sui congressi provinciali e – perché no – sull’eventualità di rinviare le primarie di domenica, il fronte si allarga. Per l’intervento a gamba tesa di Vincenzo Lo Re, avvocato, che nel pomeriggio di ieri ha fatto pervenire una nota alla stampa: “Ritengo stupefacente che il forzista Eusebio Dalì dichiari pubblicamente che si recherà ai gazebo. Invito il candidato Davide Faraone, che dialoga ogni giorno con Micciché e compagni, a rifiutare con chiarezza l’appoggio di chi vuole inquinare una competizione che per statuto è aperta soltanto a chi si riconosce nella proposta del Pd e accetta di appoggiare il partito nelle elezioni”.

Non è un fulmine a ciel sereno, ma poco ci manca. E’ un invito a rifuggire in anticipo della contaminazione elettorale, che potrebbe dare al risultato di domenica un esito falsato. E’ il segno di un malessere profondo e di una spaccatura consumata fra le due anime del partito: una, quella più inclusiva e moderata, che guarda con interesse alla creazione di un fronte comune contro i populisti; l’altra, più identitaria e di sinistra, che non ammette azioni di “disturbo”. Lo Re, che è da poco stato designato da Teresa Piccione, la sfidante di Davide Faraone, come rappresentante di fiducia in seno alla commissione regionale per il congresso, è un fiume in piena. E al telefono si sfoga. “Non posso permettere che chi governa al Nord con il signor Salvini possa venire a decidere la mia classe dirigente, firmando appelli in cui si dichiara a favore delle politiche umanitarie per i profughi. Torno in politica dopo 15 anni perché sto assistendo a troppe schifezze”.

Avvocato, le primarie sono aperte…

“Ma c’è anche un albo degli elettori del Pd, a cui si aderisce dal momento in cui si viene a votare. Una sorta di dichiarazione d’intenti per evitare che partecipino altri. Può anche arrivare una forza politica organizzata e votare per il candidato che ritiene più scarso, danneggiando così quello più meritevole. Le primarie sono aperte a chi si riconosce nei valori della sinistra. Per questo esiste l’albo e l’abbiamo già sperimentato in passato: lì si dichiara di condividere le politiche del Pd e di sostenerlo alle elezioni”.

Come fa a bloccare chi dice di riconoscersi in quei valori ma appartiene – non per forza in modo formale – ad altri partiti?

“Domenica, ammesso che si voti, mi farò il giro dei gazebo. E prima che si insedino i seggi, chiederò un incontro con tutti i presidenti. Se spunta il braccio destro di un Micciché o di una Meloni qualunque che va a votare, lo prendo a calci nel sedere. Se c’è un consigliere comunale di altri partiti che vuol votare, il presidente di seggio deve denunciare pubblicamente”.

E’ turbato dalla partecipazione di Dalì?

Uno che è il braccio destro di Miccichè e riveste incarichi di sottogoverno grazie a Musumeci, non venga a dirmi che condivide i valori del Pd. Perché non ci crede nessuno. Questa è gente di ultradestra. Io non sono nato ieri. Faraone non prende le distanze, Renzi parla con Romani Sono segnali belli e buoni di chi vuole un’operazione politica trasversale. Bene, la facciano alla luce del sole creando un nuovo soggetto politico.

Cosa la infastidisce di questa destra?

“Vivono del culto dell’uomo solo al comando, che a me va bene solo al Giro d’Italia. Non quando si parla di politica. Ognuno lotti contro il populismo nelle forme che sa e nelle forme che può, ma senza ipocrisie”.

Lei è appena entrato in questa commissione regionale per le primarie e ha già visto volare i primi stracci.

“La Piccione mi ha designato come suo rappresentante di fiducia. Mi sono ritrovato per la prima volta a una riunione, con i lavori già cominciati nei giorni precedenti. E’ stata una cosa velocissima. Ci hanno detto che la scadenza per la presentazione delle liste era giovedì – io non sapevo nemmeno quando era stato fissato questo termine – e che non c’era nient’altro da discutere. Poi leggo sui giornali che Crisafulli aveva provato a presentare le liste ma aveva trovato chiuso. E’ una cosa imbarazzante”.

Che si fa con i congressi provinciali? La corrente di Faraone vorrebbe celebrarli nello stesso giorno delle primarie. Voi non siete d’accordo e sostenete che, da regolamento, dovrebbero tenersi prima.

“I congressi di circolo si aprono con una relazione del segretario uscente ed hanno diritto di parola tutti gli iscritti. Chi ritiene di celebrarli dentro i gazebo delle primarie ha perso il cervello per strada. Altrettanto illogico celebrarli dopo le primarie perché l’assemblea regionale che andremo a eleggere (oltre al nuovo segretario) sarà composta da 300 persone. Di queste, 120 saranno indicate da circoli e congressi provinciali, 180 votate nei gazebo. Siccome temi di perdere i piccoli congressi, che fai? Li posticipi… E vai a eleggere domenica un organismo già monco in partenza. E gli altri 120 quando li eleggi? Quando, a risultato già acquisito, la gente si andrà a schierare a seconda di chi ha vinto come segretario? Non ha senso”.

Sono nati dei problemi anche sull’installazione dei gazebo…

“Oggi non sappiamo quanti sono né dove metterli. Bisognerebbe fare i contratti con l’Enel per i punti luce, fare richiesta di occupazione del suolo pubblico, indicare i componenti dei seggi. Rischiamo di fare le cose male e contro le regole fondamentali, non tanto del diritto, ma della democrazia”.

Quindi auspica un rinvio?

“In altre regioni hanno deciso di far votare nello stesso giorno delle primarie nazionali. Non dico che dovremmo arrivare a tanto. Sarei disposto anche ad accettare uno slittamento di due settimane, purché si facciano le cose fatte bene. Votare domenica mi pare una cosa indegna”.

Visto il quadro che le si è presentato di fronte, non è già pentito di essere tornato in politica?

“Lei sa quanta gente ha raccolto il mio appello e ha deciso di iscriversi? Non ne ha neppure idea”.

Perché lo avete fatto?

“Stiamo vivendo un momento di resistenza civile a una destra arrogante, di cui nessuno sentiva il bisogno. E’ preoccupante vedere che qualcuno aggredisca una zingarella per un furto, o che i migranti vengano fatti morire nei sottoscala dei barconi. E sa che adesso hanno abrogato anche il permesso umanitario? Vadano a spiegarlo a una giovane ragazza che vogliono dare in sposa a un vecchio di 80 anni e tenta di scappare da quella prigione…  Questo è un Paese in cui non mi riconosco”.

Perché il Pd?

“E’ il contenitore che ci può garantire come valori e come idee. Ci vorrà il tribunale per sciogliere il nodo del segretario? Andiamoci. Lo ha detto Cracolici e lo posso dire anche io che sono l’ultimo arrivato. Più che occuparmi di politica, voglio occuparmi di polis. Assieme a molti altri, cercheremo di costruire una sinistra democratica, egualitaria, attenta ai bisogni della gente. Senza demagogie e razzismo”.