Cultura, appeal, turismo. L’equazione perfetta per una Palermo che, per tutto il 2018, si pregia di un titolo talmente altisonante da meritare le prime pagine – “capitale italiana della cultura” -, ha radici ben salde. Ha fatto della cultura il suo faro, dell’appeal dei suoi monumenti il passepartout e del turismo la sua sintesi. Nell’anno centrale per l’approdo internazionale fortemente voluto dall’amministrazione comunale, a raccontarne lo stato dell’arte è l’assessore al Turismo, Sandro Pappalardo. “Il mio assessorato ha messo a disposizione la somma di un milione di euro per le iniziative culturali che si svolgeranno nel capoluogo siciliano”. Un milione di euro, e scusate se è poco.

Servono sei zeri, così, per fare della città che fu araba e normanna, ma anche barocca e classica, la capitale della cultura. “Le iniziative patrocinate dall’assessorato con le proprie risorse, saranno condivise con il Comune e con i soggetti interessati nell’ambito di un lavoro sinergico – prosegue Pappalardo -. L’idea è quella di dare al territorio una visibilità turistica collegata agli eventi di alto valore culturale per trasmettere al mondo una giusta immagine della Sicilia che risulta una delle mete più desiderate negli osservatori nazionali, europei e addirittura mondiali”.

Sicilia come attrattore turistico, dunque. “Nell’anno 2017 si sono registrati circa 15 milioni di presenze – spiega ancora l’assessore al Turismo -. I primi incoraggianti dati dell’anno 2018 segnalano un incremento dei flussi turistici pari al circa il 20 per cento rispetto all’anno precedente. Una crescita certamente attribuibile alla potenza comunicativa del ‘brand’ Sicilia veicolato, con forza, da questa amministrazione”.

Obiettivo sensibile di questo governo però è l’Oriente, paese che alla Sicilia ancora preferisce tutto il resto. “Il 2018 è l’anno del turismo Europa-Cina – racconta l’assessore -. La regione ha così pensato di sfruttare la grande attenzione che manifesta la Cina nei confronti del territorio siciliano. Nel mese di maggio, infatti, il progetto ‘Paese Cina’ ha coinvolto venti operatori turistici cinesi con i quali la Regione sta ora definendo nuove modalità per attrarre quel tipo di turismo. Il nostro obiettivo è quello di intraprendere a breve anche questo incoming, che ci vede completamente assenti. Basti pensare che oggi su 140 milioni di turisti cinesi siamo in grado di intercettarne solo 35 mila”.

Per alzare la curva, secondo il governo guidato da Nello Musumeci, sarà sufficiente fidelizzare il turista, puntare sulla destagionalizzazione, investire sul turismo religioso, su quello di ritorno o verso le proprie origini e infine sul turismo bellico, idea che ben calzerebbe nell’anno in cui decorre il 75esimo anniversario dello sbarco degli americani in Sicilia. “Ci sarà un protocollo di intesa con la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per creare una giusta offerta per il turismo religioso, l’apertura del museo sullo Sbarco in Sicilia più grande d’Europa, che si trova a Catania ed è stato creato dal presidente Musumeci”.

Menzione a parte merita il turismo di ritorno, quello di emigrati siciliani sulle orme delle proprie origini, alla scoperta di storie familiari, di territori di provenienza, di tradizioni culturali, prodotti artigianali ed enogastronomici. “Tale modello turistico può interessare un bacino potenziale stimato tra i 60 e gli 80 milioni italo-discendenti che intende ristabilire un contatto con il luogo di provenienza familiare e ritrovare un sentimento di appartenenza con i luoghi d’origine”.

Luoghi ma anche teatri, per accogliere americani, tedeschi, francesi e i tanto ambiti cinesi. “Ogni anno sul capitolo del bilancio regionale riguardante la spesa dei teatri vengono iscritte somme che ammontano a circa 40 milioni di euro – conclude l’assessore Sandro Pappalardo -. Nel bilancio 2018, ad esempio, si è cercato di mantenere tali poste finanziarie cercando di ottimizzare la spesa, evitando gli sprechi. La novità di quest’anno però è la possibilità di erogare risorse anche ai piccoli teatri come di Adrano o di Sciacca. Sono state erogate risorse anche in favore dell’Ente Luglio Musicale Trapanese”. Un modo insomma per esserci sempre, per raccontare l’Isola amata da Goethe un po’ a tutti gli altri.