Oggi in Italia cade l’obbligo di mascherina all’aperto. I contagi sono sotto la soglia d’allerta (meno di mille al giorno), eppure monta la preoccupazione a causa della variante Delta che altrove ha già avuto i primi effetti: ad esempio il ritardo delle riaperture in UK, dove il numero dei contagi sfiora i 20 mila al giorno. Anche Sydney, in Australia, è piombata nuovamente in lockdown. La fascia d’età più esposta, nel nostro Paese, è quella che riguarda i più giovani (12-40): su 17 milioni di persone, solo 2 hanno completato il ciclo vaccinale, garantendosi una protezione contro la variante (5,5 sono fermi alla prima dose). L’obiettivo del generale Figliuolo è vaccinare anche in estate, per non mettere a repentaglio la ripresa autunnale: “I giovani devono poter tornare in discoteca con atteggiamento responsabile e con il green pass – ha detto il commissario Covid -. Devono riappropriarsi della propria socialità, della libertà. La vaccinazione è un atto di consapevolezza e responsabilità. Con quella dei giovani si limita la circolazione del virus e delle varianti”.

L’altro aspetto della questione è che le scorte del vaccino Pfizer rimaste nei congelatori potrebbero rallentare le prime dosi. A disposizione delle regioni, in attesa del nuovo carico di mercoledì, ne rimangono due milioni e mezzo. “Ma il piano non cambia – rassicura Figliuolo dagli studi di Domenica In -. Di vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) ne abbiamo a sufficienza, a luglio solo poco meno di giugno, ma basteranno perché ora usiamo AstraZeneca solo per la seconda dose agli over 60 e Johnson per le persone difficili da individuare o particolarmente mobili”. A luglio arriveranno 14,5 milioni di nuove dosi (12,1 milioni di Pfizer e 2,4 di Moderna) e il governo spera in un anticipo di fiale dall’Europa per centrare l’obiettivo del piano vaccinale: raggiungere l’immunità di gregge entro fine settembre. “Parliamo dell’80% della platea di 54 milioni di persone vaccinabili — spiega Figliuolo — e sono assolutamente convinto che raggiungeremo nei tempi fissati questo traguardo”. Per farlo, insiste, “bisogna andarsi a vaccinare. L’esperienza di altri Paesi dimostra che a un certo punto si fa fatica a trovare i vaccinandi, ma dobbiamo restare almeno sulle 500 mila somministrazioni al giorno”. All’appello mancano ancora 2,8 milioni di Over 60.

In Sicilia la situazione epidemiologica appare ancora sotto controllo, nonostante domenica l’indice di positività sia schizzato al 2,4% (rispetto allo 0,8% di sabato) a causa del basso numero di tamponi: 111 contagi e una sola vittima. Ma ciò che conforta l’assessore Razza è un altro dato: “La Sicilia ha il più basso indice di ospedalizzazione di tutta Italia. C’è una valutazione che gli esperti stanno compiendo: un numero significativo di asintomatici rispetto a un bassissimo impatto sugli ospedali può anche voler dire che il virus è stato contenuto dal sistema delle vaccinazioni”. Sul tema delle varianti, invece, il delfino di Musumeci precisa che “noi abbiamo un sistema di allerta molto forte. Quando arriva una variante nuova l’argine maggiore è la vaccinazione. In uno dei casi segnalati si trattava di un paziente non italiano non vaccinato”.

Variante Delta: una trentina di casi in Sicilia

In Sicilia sono una trentina i casi relativi a contagiati Covid con variante Delta, 14 sono sulla nave quarantena dei migranti che si trova a Lampedusa (Ag). Una persona contagiata è stata intercettata in aeroporto a Palermo. “Il primo caso di variante Delta in Italia – ricorda il direttore generale dell’assessorato regionale alla salute della Regione siciliana Mario La Rocca – è stato segnalato dalla Sicilia lo scorso 8 maggio. Ed il fatto che siano stati riscontrati 30 casi è dovuto soprattutto al fatto che tanti campioni sono stati sequenziati. Come capacità di ricerca siamo secondi solo al Veneto, stiamo sequenziando tantissimi campioni questo ci fa ben sperare in termini di prevenzione della diffusione”.