“Non ho mai querelato un politico”, ma d’ora in poi “lo faccio e lo farò con chi offende la mia dignità”. Rosario Crocetta non l’ha presa bene. L’ennesimo attacco (soffuso) di Musumeci a Sala d’Ercole, durante il dibattito sul terremoto nella sanità siciliana, l’ha ferito. Il riferimento allo “sbiancamento anale, non so se vero o presunto”, l’ha ferito. “Quelle due parole non voglio nemmeno sentirle pronunciare – è stata la replica di Crocetta a ‘La Sicilia’ -. Ci sto male, non ho neanche voglia di uscire, anche se sento il calore della gente che mi vuole bene. Dal mio ingresso in politica sono stato massacrato: un omosessuale condannato a subire l’omofobia. Ma quando nell’aula di un parlamento si arriva a usare un pettegolezzo, è tutto finito. Un pettegolezzo, su quel trattamento di cui parla Musumeci, che mi perseguitava dal mio insediamento. Dissero che l’avevo fatto in un ospedale pubblico, ma questa cosa è stata smentita dalla magistratura: negli ultimi trent’anni in ospedale ci sono stato due volte, una per un dito rotto e una per un blocco intestinale, a Niscemi”. Crocetta, a dispetto delle carte del sistema Montante che parlano di un ricatto a sfondo sessuale, smentisce categoricamente la presenza di un video che lo ritratta in atteggiamenti intimi con dei minori: “Ma dov’è questo video? Nel fascicolo non c’è, io ho pure messo una taglia per chi lo trova perché non esiste. Io ho vissuto la mia omosessualità in modo sobrio e ineccepibile, in Italia, in Tunisia, ma anche in Arabia Saudita, Bahrein o Marocco, posti dove non sono certo di larghe vedute”.