“A mio padre, perché con il suo esempio mi ha dimostrato che ‘quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre’ (Patch Adams)”. Questa è la citazione che è stata dedicata al proprio padre, in sede di laurea magistrale in giurisprudenza, da Michela Panevino.

Lei, 25 anni e pietrina, è la giovane dottoressa che laureandosi con 110 e lode all’Università Kore di Enna è stata la prima ad affrontare un tema quanto più vicino a noi, il Covid-19, dal punto di vista costituzionale e penale nella sua tesi di Laurea.

Quest’ultima, che inizialmente verteva su un altro argomento, ha iniziato a prendere forma proprio in piena pandemia, a marzo 2020, quando al padre ed al nonno di Michela viene diagnosticata questa terribile malattia che li porterà a stare lontani dalla famiglia per più di un mese. Successivamente, la vita della ragazza è scossa dalla morte della nonna materna, amata da lei e dai suoi cugini, avvenuta in solitudine a causa delle restrizioni che impedivano di far visita anche ai parenti più prossimi.

Così la giovane laureanda decide di affrontare questo tema in termini giuridici e dà vita alla tesi intitolata: “Emergenza sanitaria Covid-19: implicazioni costituzionali e penalistiche”. Con questa, si fa luce su alcuni aspetti di cui tutti discutono: il binomio decreto legge-Dpcm e la loro validità, l’autocertificazione, il fermo economico e infine, ma non per ultimo, la legittimità delle restrizioni, analizzate da un punto di vista legale e con ben poca superficialità, date le vicende personali della giovane dottoressa. “Le limitazioni a diritti costituzionali possono essere imposte non intaccandone l’essenza e soltanto a tempo determinato”, dice la neo-laureata, che con cognizione di causa ribadisce l’importanza del distanziamento e dell’uso delle mascherine, ma ricorda l’importanza dei diritti umani e il loro valore, dando così voce a tutti coloro che, seppur seguendo rigorosamente le normative emanate, rimangono perplessi su alcuni temi centrali, riguardanti la tutela della libertà personale.

Infine, conclude auspicando una pronta guarigione a chi sta lottando contro questa malattia e si augura che quante più persone possano informarsi ed essere informate sulla validità di ciò che siamo tenuti a rispettare, per avere un quadro ben chiaro del periodo storico che stiamo attraversando che, sorvolando le lamentele generiche sulle restrizioni, sta intaccando la sfera umana non solo dal punto di vista sanitario ma anche in termini di diritti fondamentali.