Stamattina preferisco mettere una foto di una festa più che un articolo di giornale, magari scegliendo tra i pochi che si sono ricordati che le assoluzioni meriterebbero lo stesso spazio delle strampalate tesi che l’accusa propina. Comunque, abbiamo vinto? Si che abbiamo vinto, abbiamo stravinto anzi. In termini calcistici come aver vinto 4-0 in casa della più forte. Solo che è una vittoria strana, dopo 29 anni e non so quanti processi, non riesco a contarli più. Parlo da figlio, che fa l’avvocato, ma credo ci sarebbero voluti 5 minuti per un qualsiasi pubblico ministero equilibrato per capire che la suggestione resta una suggestione e non può formare la prova in un processo. Infatti i giudici, loro sempre, lo hanno sempre assolto non per gabole trovate dai nostri avvocati ma perché contro mio padre non c’è mai stato nulla, solo il pregiudizio ossessivo di certi PM. Quelli di una città lontana, perché una volta arrivati in Cassazione i procuratori generali si sono schierati sempre a favore di Mannino. Che strano eh. Ossessione che spinge oggi un ex PM, sedicente avvocato, a fantasiose spiegazioni processuali (un ripasso della procedura penale seppur tardivo sarebbe utile) e certi gazzettieri delle procure a cercare faticosamente giustificazioni per i loro datori di lavoro. Eh si perché copiare è più facile che approfondire cari giornalisti. Dopo 29 anni la partita è chiusa, arrendetevi. Mannino è una persona per bene ed ha combattuto la mafia, lo hanno finalmente riconosciuto i giudici e le vostre ipotesi iperboliche sono carta straccia, fatevene una ragione. Solo che il conto salato di processi farsa lo pagano i cittadini non i PM. In ogni caso dico da figlio che ogni papà per un figlio è il proprio eroe ed io ne ho uno che ha resistito a testa alta per 29 anni. Dovevate perdere proprio per forza. (tratto da Facebook)