Due minuti di applausi all’ingresso, gli abbracci e le lacrime quando va via, e un liberatorio: “Era ora”. Luigi Di Maio, da un hotel nel cuore di Roma, ufficializza il suo addio al Movimento 5 Stelle e a Giuseppe Conte. Insieme a lui, attorno al podio da cui parla, ci sono gli oltre sessanta parlamentari che hanno appena lasciato i gruppi di Camera e Senato per seguirlo e aderire a ‘Insieme per il futuro’, un nuovo progetto a sostegno del governo Draghi “con lealtà e impegno”.

Usa queste parole, non a caso, l’ex ragazzo di Pomigliano D’Arco, poi divenuto capo politico grillino, pluriministro e anche ex premier, per dire che adesso lui non è più quello di prima, quello che urlava “uno vale uno”. Adesso è “draghiano”. Nel senso che “in questo anno e mezzo – dice – ho lavorato con Draghi su dossier delicati e per questo sono stato definito ‘draghiano’. È vero, faccio parte del suo governo e il suo operato sia motivo di orgoglio in tutto il mondo”. Continua sull’Huffington Post