Il ritorno di Mauro Corona a ‘Cartabianca’, la trasmissione della Berlinguer, gli è costato il Tapiro d’Oro di Striscia, recapitatogli direttamente in mensa da Valerio Staffelli. Quello di Fedez su Rai 3, dove domenica sarà ospite di Fazio a ‘Che tempo che fa’, potrebbe valergli un’altra pernacchia. Ma non è finita. L’ultimo scivolone di Franco Di Mare, direttore di Rai 3, è arrivato ieri, quando dalla programmazione della terza rete è saltata – a sorpresa – la messa in onda di Hammamet, il film in cui Piefrancesco Favino interpreta Bettino Craxi. “Rai 3 aveva annunciato la proiezione di Hammamet. Hanno rinunciato alla proiezione, paura persino di uno sceneggiato”, ha detto Bobo Craxi, il figlio dell’ex leader socialista. Toni che sono deflagrati strada facendo, con l’ex sottosegretario agli Affari Esteri che ha chiamato in causa direttamente Di Mare: “Il direttore di Rai 3, grillino, pensa di essere il direttore dell’Eiar. Di Mare, lei sa che la censura è una prassi da regime sovietico o franchista?”.

Per il giornalista, che un paio di giorni fa era a Ragusa per la presentazione di un  libro, è stata una settimana avara di soddisfazioni. E’ finito, infatti, il ban nei confronti dell’opinionista “montanaro” Mauro Corona, che lo stesso Di Mare aveva cacciato dalla trasmissione politica di Bianchina dopo aver dato della “gallina” alla conduttrice. La Berlinguer l’aveva perdonato, Di Mare no: era stato inflessibile, espellendolo dal talk. Fedez, invece, si era reso protagonista dello sputtanamento per eccellenza al concertone del Primo Maggio, quando aveva accusato la vicedirettrice di Rai 3 di “censura” (arrivando a pubblicare la telefonata su Instagram). Sentito in commissione di vigilanza, Di Mare aveva ricambiato le accuse, parlando di manipolazione. Ora dovrà sorbirselo domenica sera in prime time. Nonostante tutto.

Quelle appena enunciate sono le ultime puntate della telenovela. Come rivelano alcuni frame scovati da Striscia in occasione dello scandalo ‘Cartabianca’, Di Mare non ha mai lesinato comportamenti irrituali (e poco rispettosi) nei confronti delle donne. Arrivando a palpare il lato B di Sonia Grey e Irene Ferri, due avvenenti colleghe che l’hanno accompagnato alla conduzione di Uno Mattina, fino a essere definito un “polipo” (dal Fatto Quotidiano). Di Mare ha tentato di discolparsi (“L’ho fatto per gioco”) evidenziando un commento della Grey che su Facebook lo scagionava. Ma l’ex showgirl ha rincarato la dose: “Non ho fatto alcun post a difesa di Di Mare. Ho solo lasciato un commento sulla sua pagina perché lui mi ha chiesto il favore di farlo. Sono stata strumentalizzata! Mi dissocio”.

Ma un’altra stoccata al giornalista/conduttore dalla “doppia morale” era arrivata dal quotidiano di Travaglio: un articolo di Tommaso Rodano, infatti, ricordava come Di Mare e il collega Attilio Romita, conduttore del Tg1, siano stati segnalati dall’Ordine dei giornalisti per aver utilizzato gli schemi, il mezzobusto e la sigla del telegiornale sul palco della Fater Spa, nel 2008, allo scopo di promuovere pannolini e detersivi. Fregandosene della deontologia. Nei peccati di gioventù – anche se in realtà, il direttore di Rai Tre era cresciutello anche all’epoca – rientra la “finta” intervista con un testimone per mafia, spacciata per vera nonostante l’utilizzo di un attore e di un copione. Ma nonostante una sequela di imbarazzanti performance, il “polipo” – che nel frattempo ha rafforzato le proprie conoscenze politiche, soprattutto fra i Cinque Stelle di governo – resta gloriosamente attaccato alla poltrona di viale Mazzini. E’ sua, guai a chi gliela tocca.