Arriva tardi, magari quando le ruberie sembrano sepolte da impenetrabili banchi di nebbia. Però arriva. Parliamo della giustizia. Avete sentito cosa è successo a Maurizio Croce, da dieci anni a capo dell’ufficio che avrebbe dovuto arginare il dissesto idrogeologico della Sicilia? A forza di frequentare le stanze del potere credeva forse di appartenere a quella inviolabile casta bramina che conta numerosi confratelli, tutti di alto rango: c’è l’assessore che svende all’amico un terreno demaniale della Valle dei Templi – altro che la Fontana di Trevi – e c’è il boss del partito che mette a disposizione della sua corrente decine di milioni rubati alla Regione. Fino all’altro ieri i ladri di denaro pubblico erano quasi certi di non pagare pegno. L’arresto di Croce li fa tremare. Il muro dell’impunità cede: chi sarà il prossimo? La giustizia arriva tardi, ma arriva.